Francesca Maio – PONTELANDOLFO Crisi idrica

PONTELANDOLFO
Crisi idrica, Francesca Maio: “Il sindaco Rinaldi mi offende per non dire la verità ai cittadini”

Le dichiarazioni del sindaco Gianfranco Rinaldi sono davvero molto gravi. Dopo avermi tolto la parola nel corso di una pubblica assemblea che si stava svolgendo nella casa comunale, non nella casa privata del signor Rinaldi, adesso il primo cittadino di Pontelandolfo si permette persino di offendere. Espressioni come “gente vigliacca che prima ti pugnala alle spalle e poi ti sfida a duello” vanno ben al di là del diritto di critica e di opinione. Non si può dare impunemente della “impreparata” a una persona avvezza a pronunciarsi solo dopo aver assunto informazioni precise sulle questioni. Ma ancora più offensivo è accusarmi di “agire sconsideratamente”. Non so se il Rinaldi si rende conto della gravità di tali espressioni. Evidentemente no, altrimenti se le sarebbe risparmiate. La sottoscritta, al contrario di quanto va dicendo il sindaco, non è adusa a trascinare la gente in tribunale. Se lo fossi, le dichiarazioni appena elencate, insieme a quelle rese sabato scorso in assemblea, sarebbero più che sufficienti per integrare una querela per diffamazione. Vorrei evitarla, mi basta che il signor Rinaldi riconosca di essersi lasciato prendere la mano.
Quello che invece davvero mi preme è precisare cosa è realmente avvenuto e cosa avrei voluto dire all’assemblea di Pontelandolfo se il sindaco non me lo avesse impedito. Nel febbraio 2015, insieme al collega attivista del Movimento Cinque Stelle Pasquale Maglione, presentai un esposto alla Procura di Benevento per chiedere che fossero verificate cause e responsabilità dell’inquinamento delle acque ad uso potabile erogate a Pontelandolfo. L’esposto, com’è evidente a chiunque conosca l’abc delle procedure giudiziarie, non significa di per sé che si stia accusando qualcuno in particolare. Con la nostra iniziativa caldeggiata da numerose segnalazioni di cittadini intendemmo semplicemente rappresentare all’organo inquirente la gravità e l’urgenza di una problematica tra le più avvertite dalla popolazione pontelandolfese. La Procura non ha ritenuto di rinvenire responsabilità individuali, ne abbiamo preso atto con il rispetto che si deve sempre alla magistratura. Ma ciò non vuol dire che la questione non fosse fondata, tanto è vero che negli scorsi giorni si è riproposta puntualmente ed ha esacerbato nuovamente gli animi dei poveri cittadini pontelandolfesi. Dov’è lo scandalo? Perchè il sindaco Rinaldi si adombra tanto a distanza di oltre due anni e mi toglie la parola in una assemblea che egli stesso aveva convocato con l’obiettivo dichiarato di favorire il confronto sul tema? La sua idea di confronto prevede che si tolga la parola a una persona che sta intervenendo, sulla base di vecchi e immotivati rancori personali? Se questa è la concezione che ha della democrazia il primo cittadino di Pontelandolfo, non posso che esprimere la mia sentita solidarietà a tutti i cittadini di Pontelandolfo. Cittadini ai quali avrei voluto fornire qualche informazione sabato scorso, se soltanto il sindaco non mi avesse brutalmente censurato. La prima riguarda la gestione delle risorse idriche da parte di Alto Calore Servizi. Non è vero che l’acqua manca nelle nostre case a causa della siccità. Le sole sorgenti (Cassano Irpino, Serino) e i bacini irpini (Caposele) alimentano quotidianamente l’intera Puglia (che la utilizza anche per le attività irrigue) e la città di Napoli. Provate a domandare se nella scorsa estate in tali zone è mancata l’acqua per un solo minuto. Il signor Rinaldi questo lo ha detto ai suoi cittadini? Peraltro proprio Pontelandolfo è ricchissima di sorgenti, ma Alto Calore ne fa un uso arbitrario ed è per questo che la comunità locale patisce la sete. Il sindaco ha mai protestato efficacemente nei confronti di tale dissennata gestione? Non a chiacchiere ma con fatti concreti, con atti istituzionali. Basta rispondere a poche, semplici domande: come hanno votato i rappresentanti del Comune di Pontelandolfo nelle varie assemblee dei sindaci che approvano da anni i Bilanci di Alto Calore? A favore, per caso? E l’amministrazione pontelandolfese ha o non ha approvato nei mesi scorsi il Bilancio consolidato confermando di voler essere comproprietario di Alto Calore? Rinaldi dice di protestare contro Alto Calore: sta protestando contro una società di cui è comproprietario e dunque corresponsabile? Seconda questione: il sindaco si vanta di aver rifatto un pezzo di rete. Bravo, vuole un monumento equestre? Non ha fatto nulla di speciale, rientra tra i compiti per i quali i cittadini lo hanno eletto. Ma non è questo che risolverà il problema acqua, come dimostrano i perduranti disservizi. Se volesse davvero assolvere il proprio compito dovrebbe invece mettere in mora Alto Calore perchè da anni sta incassando sulle bollette gli aumenti tariffari ammessi dall’Autorithy a patto che la società irpina effettui miglioramenti infrastrutturali, ovvero interventi sulle reti principali di adduzione e distribuzione. Lavori che non sono stati effettuati, per cui è evidente che serve a ben poco rifare l’ultimo pezzetto di conduttura quando i chilometri precedenti sono fatiscenti.
Ci sono moltissime altre informazioni che avrei voluto dare nel corso dell’assemblea, frutto di semplice approfondimento sulla questione che il Movimento Cinque Stelle porta avanti da tempo. Ma mi è stato impedito dall’atteggiamento antidemocratico, arbitrario e ingiustificato di un sindaco che, lui sì, non ha avuto nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi dopo essere scappato via.
Francesca Maio – Movimento Cinque Stelle