Usate i contanti in famiglia?

Usate i contanti in famiglia? L’errore che fa scattare la multa

La guerra al contante ha come scopo limitare l’evasione fiscale. Ma sotto la lente ci sono anche gli scambi di denaro all’interno dello stesso nucleo familiare
Michele Di Lollo – Sab, 04/07/2020

Niente soldi ai figli, anche se in difficoltà. Lo dice lo Stato. Sotto la lente del grande fratello passano anche i semplici scambi di denaro all’interno dello stesso nucleo familiare.

E i rischi di incorrere in sanzioni sono elevati. La lotta al cash passa anche da qui. Dal primo luglio di quest’anno il tetto del contante è stato ridotto a 2mila euro. L’obiettivo è contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco da parte delle mafie. L’evasione in Italia è una piaga che la guerra alle banconote, comunque, non sarà capace di debellare da sola. Ma il governo giallorosso è determinato nelle sue scelte. E va avanti.

Il tetto dei 3mila euro, introdotto nel 2016 dal governo Renzi, è sceso e questo varrà fino al primo gennaio 2022, quando la soglia si ridurrà ulteriormente per attestarsi definitivamente a mille euro. Questo significa che da mercoledì scorso per importi uguali o superiori a 2mila euro è obbligatorio l’utilizzo di bonifici, strumenti digitali, carte di credito e bancomat.

Non mancano le sanzioni. Le multe partono da 3mila euro e arrivano fino a 50mila per una singola operazione e in proporzione alla gravità dell’infrazione. Questo tetto riguarda, come aveva già ricordato Il Giornale, anche prestiti fatti tra famigliari. Non vi sono invece limiti ai prelievi dai propri conti correnti: versamenti e prelievi non configurano infatti come un trasferimento tra soggetti diversi. Nessun vincolo nemmeno per chi tiene denaro in casa, sotto il materasso.

Secondo l’analisi di Unimpresa i vincoli alla circolazione delle banconote non porteranno a un controllo sul “nero” nel caso dei piccoli acquisti e il gettito fiscale non subirà vantaggi particolari. Anzi, per Unimpresa, c’è il rischio di una stretta sui consumi. “Questo è il momento peggiore per introdurre tetti. Ora sarebbe necessario favorire e stimolare i consumi”, ha dichiarato recentemente il presidente Giovanna Ferrara.

Alla luce delle nuove misure, e non solo, prestare soldi ai propri figli potrebbe insomma costare caro. Così, quella che un tempo era una pratica di uso comune, cioè donare un piccolo capitale al figlio o al nipote, oggi può facilmente diventare indice di evasione. Capita spesso che il figlio o la figlia riceva un premio in denaro dai genitori e parenti per il compleanno, matrimonio o laurea che sia. In questi casi, se non si presta bene attenzione a come si regalano i soldi, si rischia di dover pagare multe.

Affinché sul passaggio di denaro non venga imposta la tassa sulle donazioni (con relative sanzioni), è necessario rispettare alcuni piccoli accorgimenti. Il passaggio di denaro deve avvenire, innanzitutto, come prestito infruttifero. Si tratta di un finanziamento tra privati. È, insomma, un modo per aiutare un figlio in maniera semplice ma, soprattutto, regolare.

La regola è che, per non avere problemi con il fisco, tutto deve avvenire in forma occasionale. Il che significa che una persona non può concedere del denaro in forma abituale al beneficiario altrimenti decadrebbero i presupposti e diventerebbe un finanziamento che solo le banche e gli operatori abilitati possono fare. Qualcosa che fa storcere il naso a chi non crede in questa norma. Il prestito deve essere poi corredato da una scrittura privata fra le parti in modo tale che l’Agenzia delle entrate possa sapere con certezza da dove proviene il denaro, dove va a finire e per quale scopo.

L’ideale è che la scrittura privata venga registrata presso le Entrate, qualora la somma prestata sia cospicua, in modo tale da informare preventivamente il fisco e ottenere il suo consenso. Occorrerà quindi pagare 16 euro di marca da bollo e versare a mezzo modello F24 il 3% della somma che si intende prestare. Qualcosa che ha dell’incredibile: lo Stato tassa anche i regali. Per cifre irrisorie è sufficiente che il passaggio di denaro avvenga tramite bonifico e che riporti nella causale “prestito infruttifero”. In questo modo, chi presta e chi riceve il denaro è chiaramente individuabile. Tutte misure che, secondo molti, limitano la libertà di azione degli individui. Regole che mettono a rischio anche il più banale dei presenti: una somma di denaro donata al più onesto dei figli.