“Il Castello di Apice, dall’acquisizione al recupero”

Comunicato stampa  del 5 settembre 2017

Sabato 9 settembre – Ore 18.00
Le Edizioni Realtà Sannita presentano il libro
“Il Castello di Apice, dall’acquisizione al recupero”
di Gennaro Giangregorio

Le complesse vicende del recupero architettonico del Castello Normanno dell’Ettore, nel Centro Storico di Apice

Le Edizioni Realtà Sannita hanno dato alle stampe il libro “Il Castello di Apice, dall’acquisizione al recupero” scritto dall’architetto Gennaro Giangregorio, prefazione di Salvatore Buonomo, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento.

La presentazione ufficiale al pubblico e alla stampa si terrà sabato 9 settembre 2017, alle ore 18.00, presso il Castello Normanno dell’Ettore, nel Centro Storico di Apice.

Sempre sabato 9, nella ricorrenza del decimo anniversario della morte del compianto Luigi Bocchino (deceduto il 7 settembre 2007, all’età di 86 anni), sindaco di Apice per 48 anni consecutivi (dal 1956 al 2004), si terrà una cerimonia di commemorazione.

Interverranno: Ida Antonietta Albanese, sindaco di Apice; Mario Pepe, sindaco di San Giorgio del Sannio; Mario Pedicini, giornalista, già provveditore agli studi; Zaccaria Spina, sindaco di Ginestra degli Schiavoni; Gennaro Giangregorio, autore del libro.
Coordinerà Giovanni Fuccio, direttore di Realtà Sannita.

La cerimonia sarà preceduta dalla celebrazione di una Santa Messa alle ore 17.00 nel cortile del Castello officiata da S.E. mons. Orazio Soricelli, arcivescovo di Amalfi – Cava de’ Tirreni.


PREFAZIONE
COPERTINA IL CASTELLO DI APICE
Salvatore Buonomo*

Un esempio di interazione istituzionale

L’aver restituito alla piena fruibilità il Castello di Apice, organismo architettonico simbolo di una comunità (non solo per le sue imponenti dimensioni), è motivo di soddisfazione per le Amministrazioni che si occupano di tutela e conservazione.
In occasione dei primi lavori, l’immobile presentava evidenti segni di degrado e versava in uno stato di sottoutilizzo tale da richiedere una imprescindibile ed incisiva azione sinergica di collaborazione tra i vari soggetti coinvolti nel processo di recupero del bene.
A far da promotore alle attività avviate ed interessanti il castello, è stato sicuramente il dottor Luigi Bocchino che, come sindaco della cittadina beneventana, ha saputo sostenere, con ammirevole continuità, un’azione politico-amministrativa divenuta in corso d’opera fondamentale per l’obiettivo da conseguire.

L’iniziativa ha raccolto l’immediato sostegno della Soprintendenza di Caserta (allora diretta dall’architetto Gian Marco Jacobitti), chiamata ad esercitare le competenze assegnate all’Amministrazione Statale dalle vigenti norme di tutela, sin dalla prima autorizzazione richiesta nell’anno 1993; ai lavori, volti a recuperare il bene culturale, è stato assegnato il decisivo ruolo di esempio, sicuro punto di riferimento per tutti gli episodi architettonici caratterizzanti l’insieme del costruito, rappresentando così, l’anima e lo spirito dell’insediamento più antico.
Un vasto ed articolato programma laddove ogni componente istituzionale ha offerto il proprio contributo per affinare previsioni e decisioni alle quali la Soprintendenza ha saputo cogliere ogni favorevole opportunità offerta dal cantiere sapientemente diretto dai professionisti incaricati dello Studio Giangregorio Architetti Associati, ai quali va riconosciuto il merito di aver correttamente interpretato le esigenze e le difficoltà di un progetto così delicato.
Un restauro da intendere quale significativo tassello per una meritoria attività di recupero del patrimonio culturale del territorio sannita, laddove la Soprintendenza non poteva far mancare il suo apporto e la sua presenza come attestano i numerosi provvedimenti di autorizzazione ai lavori (l’ultimo datato agosto 2015), che hanno interessato, nelle fasi conclusive, il lato Nord del complesso rendendo possibile la liberazione delle antiche mura con la definitiva percezione di scorci e testimonianze materiali occultate da improvvidi interventi, sottratti per secoli ad una corretta e completa lettura del monumento.
L’onore per chi scrive è certamente quello di aver preso parte all’avvio dell’intervento ed alla parziale esecuzione dei lavori per assistere in seguito, come soprintendente, ad una conclusione di cui il presente lavoro costituisce una sorta di sigillo ed auspicio per ulteriori studi ed approfondimenti riguardanti l’inesauribile patrimonio di un territorio ricco e pregevole. È con le preoccupazioni di quegli anni che oggi ricordiamo le ansie prodotte dalle difficili decisioni da assumere per liberare le strutture del dongione normanno in buona parte celate; ciò è stato possibile coniugando esigenze conservative delle più significative fasi costruttive con la necessità di individuare con esattezza ciò che rappresentava una dannosa incongruenza, motivo di alterazione dell’originario organismo.
Tutto il lavoro, supportato peraltro da continue indagini archeologiche estese a più punti della fabbrica, ha portato ad ampliare le conoscenze del vasto panorama culturale del nostro Paese e della nostra Regione in particolare. All’ Amministrazione comunale, attualmente retta dalla dottoressa Albanese, che ha completato il recupero del bene con coerenza e capacità, avviandolo al concreto utilizzo, rivolgo il mio personale compiacimento, per un lavoro di cui la comunità Apicese può essere orgogliosa, nella certezza che la stessa, da questa esperienza, tragga i necessari stimoli per una sempre più estesa attività di tutela e conservazione del patrimonio culturale.
*Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
per le province di Caserta e Benevento