La vera fine dei Giochi Olimpici

LA VERA FINE DEI GIOCHI OLIMPICI

Probabilmente quando Teodosio I abolì i giochi olimpici nell’anno 393, i Greci non accettarono l’editto dell’imperatore barbaro e lo considerarono nullo. Tanto la legittimazione del regime cristiano di Costantinopoli, frutto di una nuova aristocrazia di origine periferica estranea alla cultura greca e romana, veniva in quel momento attivamente contestata alla capitale storica dell’impero, dal movimento pagano di Flaviano e del Senato.

Ma le cose stavano per precipitarsi in maniera drammatica, dopo la sconfitta alla battaglia del fiume Frigido nel 394. La vittoria definitiva di Costantinopoli su Roma, cioè l’imposizione della nuova artistocrazia cristiana di origine periferica e barbara sul mondo greco-romano, venne seguita dalla devastazione totale della Grecia già nel 395, e poi di Roma e dell’Italia nel 410, dalle orde gotiche cristiane di Alarico, in collaborazione con il regime anti-greco e anti-romano di Costantinopoli.

Quel edito lo applicarono quindi in effeti i Goti, con incendi nella stessa Olimpia, come giustamente scrisse il seppur controverso storico Bavarese Ph. J. Fallmerayer nel 1830.

Seguono due estratti del mio libro sulla devastazione del mondo greco e romano (Sotirios Fotios Drokalos, «Cristianesimo Sanguinario», Edizioni Yume, Torino, 2014). Non vi propongo di comprare questo libro, anzi vi suggerirei di non comprarlo, perché negli anni successivi ne ho fatto ben due edizioni aggiornate in greco, completando e correggendo vari punti ed errori, e aggiungendone molti capitoli nuovi (pazienza, avevo 29 anni quando ho scritto la prima bozza). L’edizione italiana del 2014 ha solo 152 pagine, quella definitiva greca del 2021 ne ha addirittura 520 – intitolata “Come e perché prevalse il cristianesimo” (v. sito). Quindi sarebbe meglio aspettare per una nuova edizione italiana, o ancora meglio portarmi se possibile in contatto con editori coraggiosi, che non abbiano paura di libri lunghi, pesanti ed “eretici”.

«L’altare di Zeus a Olimpia era stato fatto nel corso dei secoli dai sacerdoti di Zeus Olimpio e aveva in quegli anni un’altezza di sei metri e mezzo. Essi prendevano periodicamente la cenere proveniente della fiamma sacra e servendosi dell’acqua del fiume Alfeo creavano l’argilla che poi aggiungevano piamente all’altare facendolo diventare sempre più grosso e alto, come in un rito secolare di delicatezza e creazione che rappresenta benissimo l’approccio di questa religione al mondo naturale. Fu distrutto in pochi minuti da ululanti monaci cristiani, i quali non si accontentarono ma proseguirono con l’estirpazione dell’albero sacro del grande dio, che esisteva in quel posto da molti secoli essendo cresciuto insieme all’altare». (p. 96)

«Le metropoli greche che una volta erano piene di terme, palestre, teatri, corti, parlamenti, scuole filosofiche e retoriche, templi splendenti e bellissime statue colorate, furono ridotte in paesini malconci pieni di rovine abitati da miserabili analfabeti. Il cristianesimo aveva raggiunto il suo scopo. Per secoli quelli che chiamiamo “studi classici” saranno completamente assenti e il nome dei greci sarà sinonimo di tutti i mali e del diabolico». (p. 129)

 

Sotirios F. Drokalos  www.sotiriosdrokalos.com