Pontelandolfo “L’arte della Memoria”

Giovedì è stato presentato l’ultimo libro di Gigi Di Fiore, “Rappresaglia italiana.Pontelandolfo e Casalduni 14 agosto 1861”.
gigi
9788831379489_0_0_626_75
La presentazione è avvenuta all’interno dell’evento “L’arte della Memoria” in occasione dei 160 anni dell’unità d’Italia, all’evento hanno partecipato, oltre a Gigi Di Fiore, autore del libro; anche i Sindaci di Pontelandolfo, Dott. Gianfranco Rinaldi e Casalduni, Pasquale Iacovella; l’assessore al turismo della regione Campania Prof. Felice Casucci e il Prof. Renato Rinaldi, studioso dei fatti del 1861.
1
All’evento doveva prendere parte anche Riccardo Fortuna, autore di alcune opere su Pontelandolfo e Casalduni, che per imprevisti non ha potuto partecipare.
4
5
Ringraziamo tutto il tavolo dei relatori e tutti i cittadini che, interessati, hanno partecipato.

I saluti di Riccardo Fortuna letti da Fiorella De Michele di “Pontelandlfo Città Martire”

Cari amici di Pontelandolfo, mi scuso di non essere con voi, ci tenevo moltissimo.

Per prima cosa vorrei ringraziare le amministrazioni comunali di Pontelandolfo e Casalduni per il sostegno e l’affetto di cui mi onorano nelle mie iniziative legate al vostro territorio e ringrazio altrettanto il Prof. Rinaldi per l’aiuto e le competenze che generosamente fornisce.

Avrei voluto essere con voi, godermi gli interventi dei relatori presenti e la presentazione del dott. Di Fiore, che per me è appassionante da ascoltare come lo è da leggere.

La ricerca minuziosa e appassionata che svolge non mi pare abbia molti paragoni in questi anni e per questo credo vada ringraziato.

Non solo i contenuti che fornisce sono preziosi, ma il suo modo di scrivere e di esporre mi piace moltissimo. Credo che una penna come quella di Di fiore la leggerei con passione anche se scrivesse trattati di termodinamica o di ingegneria idraulica… Per fortuna invece dedica una grande parte della sua attenzione e della sua fatica alla ricerca e alla divulgazione storica e ad una necessaria contro-narrazione del processo di unificazione nazionale.

La mattanza e il collasso che ha accompagnato la conquista del Sud Italia da parte della corona piemontese, tre il 1861 e il 1870, è la ragione principale su cui fonda la cosiddetta Questione meridionale, cioè la questione dis-unità che di fatto segna il tessuto sociale e nazionale italiano.

Aldilà di fattori storici più antichi e profondi, chi prese con la forza e con l’inganno la sovranità sull’Italia merdionale assunse con ciò anche la responsabilità storica, politica e morale delle sorti di quelle terre e di quei popoli.

Conoscere l’incredibile disastro culturale, economico e sociale causato della conquista savoiarda del Meridione d’Italia, analizzarne le cause, comprenderne gli esisti è un presupposto necessario oggi, per noi tutti, al fine di gettare le basi di una effettiva Unità d’Italia che sia sostanziale e non solo formale.

Un’Unità nazionale, la nostra, mai davvero realizzata e che oggi risulta più che urgente nella tempesta globale in cui la nostra piccola Italia si trova navigare.

Il dilagare di leghismi, identitarismi e localismi vari, le proposte di gabbie salariali differenziate per regioni (Confidustria ne parla a cadenza regolare), il diseguale peso degli investimenti, la diseguale presenza dello Stato, gli indicatori di reddito e di tenore di vita della popolazione… tutte queste cose e molto altro, stanno lì a dimostrare che l’Unità d’Italia la dobbiamo ancora in buona parte realizzare e temo che dobbiamo pure sbrigarci a farlo visti i tempi che si avvicinano.

Nell’orizzonte di chi ancora vuol battersi per l’effettiva unità nazionale, la vicenda di Pontelandolfo e Casalduni assume un rilievo centrale.

In futuro credo che le vostre comunità si vedranno progressivamente sempre più al centro di un dibattito storico, di un interesse esterno e penso che ciò porterà degli effetti positivi per queste zone, anche con qualche gettito economico collegato e non trascurabile.

Io personalmente credo fortemente nelle speranze e nelle possibilità del nostro Meridione e in particolare nelle potenzialità delle zone che sono rimaste realmente rurali.

Credo nel futuro di tutte quelle terre che il falso progresso produttivista e capitalista non ha ancora trasformato in discariche a cielo aperto e distese di capannoni.

Credo negli agricoltori che non vanno nel campo come si va in al bancomat, inserendo veleni e ritirando cash, ma che conoscono, amano e rispettano la terra, traendone prodotti anche di eccellenza e ineguagliati nel mondo.

Credo che in un pianeta che affonda letteralmente nei rifiuti e nel degrado, tutte quelle zone fin qui definite ‘arretrate’ perchè prive di industria, oggi possono invece ambire ad essere avanguardie del buon vivere.

Credo che i nostri Appennini, il nostro meridione, malgrado i danni inferti in questi anni, possano ancora diventare il giardino d’Europa e la sua perla più preziosa.

Credo che l’unità e la solidarietà tra lavoratori, tra concittadini di ogni colore e origine, sia la prima linea per difenderci dalla mano distruttrice del falso progresso di cui tutti al mondo siamo ostaggio.

Credo nella vostra creatività, nella vostra umanità e nel vostro coraggio.

Cari concittadini di Pontelandolfo e Casalduni, credo in voi, credo in noi.

Il futuro è ancora nostro e la comprensione del passato è una delle chiavi per determinarlo.

Grazie a tutti e a presto.

Riccardo Fortuna