Diario di Carlo Perugini 2018- in Uffico XIII

Vita di ufficio.
Arrivo, in ritardo, al mo.mo.mi. Che è la riunione solita del Lunedi mattina.
Sono già tutti in sala riunioni. Entro e saluto tutti, poi mi accorgo che l’unica sedia libera è alla destra del presidente.
Mi siedo la, considerando che gli infingardi miei colleghi si sono tenuti a debita distanza dal presidente.
Il presidente è molto incazzato. Ha passato il sabato e la domenica in ufficio e il suo umore è ai minimi storici. Ha preso di mira il responsabile della qualità, come al solito, e lo sta facendo nero.
Tutti sono in silenzio e annuiscono . Il caffè si sta facendo facendo freddo nella brocca al centro del tavolo, ma nessuno osa allungare la mano per prenderne un poco. Il presidente continua ad inveire, in coreano stretto, e questo vuol dire che non è rivolto a me. Buon Segno. Non riesco a fare a meno di notare che il coreano così dolce e pieno di armoniche pari quando vogliono essere gentili, diventa gutturale e pieno di consonanti dure quando sono arrabbiati. Al centro del tavolo ci sono, oltre al caffè, bottigline di succhi di diversi colori e qualità.
In particolare, stamattina, mi attira una bottiglia colore verdastro che dalla foto sull’etichetta sembra essere succo di Papaya.
Non mi è mai piaciuta la Papaya, ma stamattina esercita su di me, un fascino particolare. Irresistibile.
Il Presidente continua a inveire contro il responsabile della qualità, il quale annichilito sulla propria sedia, si limita ad annuire ormai terrorizzato.
Approfitto di un attimo in cui il Presidente si è voltato verso la parete alle sue spalle dove scorrono le immagini di saldature sbagliate e altri difetti, e mi verso velocemente il succo di Papaya nel bicchiere.
Quando il Presidente si volta, faccio l’indifferente.
Annuisco compiaciuto.
Poi, mentre il cazziatone riprende. Un collega mi porge un raccoglitore e io, distratto, colpisco con questo, inavvertitamente il bicchiere con il succo di Papaya che non ho ancora assaggiato e il liquido si spande per tutto il tavolo, fino a lambire i documenti del presidente.
La pozzanghera verdastra è oscena sul tavolo e il silenzio di tutti è tragico.
Non ride nessuno, nessuno sdrammatizza.
Aspetto la mia condanna a morte a fronte alta.
Vi faccio vedere io come muore un italiano, penso.
E il succo di Papaya neanche mi piace

Carlo Perugini

papaya