8 Marzo Ricordiamole con un fiore

Tra i fascisti catturati dai partigiani, erano le donne a suscitare i peggiori istinti.

Per la sola colpa di essere mogli, figlie, sorelle o fidanzate di combattenti fascisti, o di aver vestito la camicia nera, erano spesso violentate e uccise da queste belve assetate di sangue e accecate dall’odio ideologico e certe dell’impunità.

I sovietici pagarono un altissimo contributo di sangue per la sconfitta tedesca nel corso della seconda guerra mondiale, ma questo non li assolve per gli stupri di massa contro le donne tedesche. Donne di qualunque età erano sistematicamente violentate e spesso uccise dai soldati sovietici o si tolsero la vita per la vergogna.
Il compito di superare le difese tedesche, che nel Lazio ostacolavano l’avanzata alleata, fu affidato alla soldataglia marocchina inquadrata nell’esercito francese. Il premio fu la libertà di stupro. Neppure le bambine si salvarono da quella che passò alla storia come “marocchinate”.

Gli americani, sfruttando lo stato di estrema povertà della popolazione italiana stremata dalla guerra, pagavano con una tavoletta di cioccolata il corpo di una donna costretta a vendersi per sfamarsi.

L’8 marzo è la festa delle donne, anche loro meritano di essere ricordate con un fiore.

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Nel corso dei conflitti l’uomo tende a perdere la sua dimensione umana per accostarsi a quella animale. Atti eroici e nefandezze si confondono nel vortice degli eventi.
Dei crimini compiuti dagli sconfitti durante la seconda guerra mondiale sappiamo tutto o quasi, ne sono pieni i libri di storia e ci vengono rammentati ad ogni piè sospinto, ma cosa sappiamo delle nefandezze dei vincitori? Delle angherie degli alleati nei confronti dei prigionieri di guerra e delle popolazioni civili sottomesse? E del lato oscuro della resistenza, quello fatto di processi sommari, fosse comune e violenze sulle donne… cosa ci è dato sapere? Praticamente nulla.
Dal libro della storia mancano tante, tantissime pagine. E’ arrivato il momento di scriverle e di sollevare quel velo di omertà e ipocrisia che da oltre settant’anni copre le malefatte dei vincitori. Non per spirito di rivalsa, ma per amore di verità. Perché la storia o la si racconta tutta e per intero, o e meglio tacere.

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