“Il pane perduto” di Edith Bruck

“Il pane perduto”
di Edith Bruck

La testimonianza dolorosa di una superstite dei campi di sterminio nazista. Ebrea ungherese deportata insieme ai suoi familiari, ancora bambina, sopravvive insieme alla sorella agli stenti, le violenze perpetrati nei lager. Attorno a lei tutto è morte, distruzione, dolore per la perdita dei genitori e per una condizione di vita disumana. Nei campi l’abbrutimento è totale. La guerra finisce e lei insieme ai pochi sopravvissuti ridotti a larve umane deve ricostruire il suo mondo, ricominciare a vivere. Lungo e faticoso il viaggio di ritorno in patria. Una patria che le è ostile, viaggerà per trovate il suo posto nel mondo e dopo tanta fatica e umiliazioni troverà in Italia quel calore umano che aveva anelato. Una vita piena di sacrifici, rinunce, popolata dai fantasmi del passato e poi l’incontro con colui che sarebbe diventato il suo compagno di vita. La scrittura compagna di viaggio, che finalmente può permettersi, le luci i riflettori si accendono sul suo talento. Il ricordo di un passato che teme possa ritornare e il bisogno di esserne testimone la spingono a scrivere pane perduto. Dove il pane è metafora di famiglia, casa, affetto. Una perdita che la segnerà per sempre.

Una storia scritta bene che porta il lettore ad immergersi in una pagina di storia che disonora l’intera umanità. Un monito perché la storia non si ripeta lanciato da una testimone vivente di quel che è stato

 

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#edithbruck

NOI

Per noi sopravvissuti
è un miracolo ogni giorno
se amiamo, noi amiamo duro
come se la persona amata
potesse scomparire da un momento all’altro e noi pure.

Per noi sopravvissuti il cielo o è molto bello o é molto brutto, le mezze misure le sfumature sono proibite.

Con noi sopravvissuti
bisogna andare cauti
perché un semplice sguardo storto
quello quotidiano
va ad aggiungersi ad altri tremendi
e ogni sofferenza
fa parte di una UNICA
che pulsa nel nostro sangue.

Noi non siamo gente normale
noi siamo sopravvissuti
per gli altri
al posto di altri.
La vita che viviamo per ricordare
e ricordiamo per vivere
non é solo nostra.
Lasciateci….
Noi non siamo soli.

Edith Bruck
Da Monologo, Ed. Garzanti