Maccaroni e scandali omosessuali nel Settecento inglese

Maccaroni e scandali omosessuali nel Settecento inglese
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L’omosessualità nel Settecento inglese ha uno stretto legame col Regno di Napoli.
I giovani che erano stati in Italia col Gran Tour avevano sviluppato il gusto per il cibo italiano, ed in particolare per i maccheroni poco conosciuti altrove. Le delizie della cucina locale li avevano decisamente conquistati, così essi finirono con l’usare il termine “maccaroni” per indicare qualsiasi cosa di incredibilmente buono, gustoso e bello.
Questi giovani inglesi, ossessionati dai vestiti e dalle buone maniere, mescolavano i loro costumi nazionali agli altri europei, soprattutto quelli conosciuti nei viaggi nel Regno di Napoli. Tornavano in patria e qui sfoderavano l’eccentrico mix con capelli lungi ed occhialini, abiti lussuosi e spesso effeminati, il tutto accompagnato da uno stile di vita segnato da eccessivo consumo d’alcol e dipendenza dal gioco d’azzardo. Spesso intrattenevano apertamente rapporti sessuali con persone del loro stesso sesso generando scandali nelle famiglie aristocratiche londinesi.

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E mentre, nello stesso periodo storico, proprio a Napoli il termine “maccaroni” iniziava a significare “sciocco”, in Inghilterra finì per indicare ogni eccesso e stravaganza e persino l’omosessualità manifesta. Si può ben capire come nel Settecento uomini di personalità ultrafemminile e con una profonda passione per la moda maturata nei loro viaggi, facessero scalpore a Londra. Per alcuni è da qui che trae origine la prima manifestazione del Dandi inglese: molti studiosi hanno osservato le grandi affinità tra le stravaganze dei “maccaroni” ed il dandismo.
Anche il loro modo di parlare risultava stravagante perchè mescolava inglese ed italiano o addirittura latino. Col tempo, il termine “maccaroni” finì con l’assumere un contenuto negativo perchè giunse ad indicare chi aveva ormai superato i limiti ordinari del buon gusto e si lasciava andare in vezzi incontrollati, stravaganza, eccessivo manierismo e sodomia.

Articolo: Angelo D’Ambra
Fonte foto: dalla rete