Tesori di Napoli: i Parassiti di Achille d’Orsi

Tesori di Napoli: i Parassiti di Achille d’Orsi
gennaio 7, 2017 da restaurars

di Fabio Strazzullo

Conservata nella Galleria dell’800 Privato al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli, l’opera è una statua in gesso patinato a finto bronzo dello scultore Achille d’Orsi (1845-1929). Il gruppo scultoreo fu esposto per la prima volta alla mostra nazionale di Napoli del 1877 e a quella Universale di Parigi del 1878 e rappresenta con estrema veridicità due antichi romani, a grandezza naturale (uno seduto e l’altro sdraiato vicino al compagno) su un triclinio mentre dormono sotto l’effetto dell’alcool: con i lineamenti dei volti rozzi, con le mani grosse e tozze, con le pose poco dignitose questi devono suscitare, secondo gli intenti dell’autore, un senso di ribrezzo per rappresentare emblematicamente la decadenza dell’impero romano, dunque l’opera non aveva uno scopo moraleggiante per il suo modo realistico di trattare la scena e d’Orsi finì per spianare la strada a una nuova idea dell’arte, ovvero l’idea del bello nuovo nella bruttezza reale.

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Tornato nello studio dello scultore, il gruppo de I Parassiti stava per essere mutilato per motivi di spazio se non fosse stato per l’allora presidente dell’Istituto di Belle Arti a Napoli, Filippo Palizzi (1818-1899) che invitò Annibale Sacco (1825-1887) ad acquistarla per la Pinacoteca di Capodimonte. Mentre un modello in bronzo fu fatto realizzare dal re Vittorio Emanuele III (1869-1947) per la Galleria di Arte Moderna di Firenze dove oggi si trova. Ma chi era Annibale Sacco?
Giacomo-Di-Chirico-Ritratto-di-Annibale-Sacco-720x956Sacco era l’ordinatore e direttore del museo di Capodimonte, o meglio della Real Pinacoteca di Capodimonte. Sarà colui che farà acquistare ai Savoia molte opere a Napoli e per questo tra lui e gli artisti ci fu uno stretto legame. Con Filippo Palizzi condivideva l’aspetto più moderno sia di pittura che di scultura napoletana e durante il suo periodo di direzione del museo, creò con l’aiuto degli artisti Domenico Morelli (1823-1901) e Federico Maldarelli (1826-1893) un museo di arte contemporanea napoletana. Quindi con Sacco entrano a Capodimonte molti dipinti e tra le sculture anche i gessi, perché capisce che proprio questi sono gli originali. Di Sacco, abbiamo un ritratto del celebre pittore Giacomo Di Chirico, che fu esposto probabilmente alla promotrice di Torino del 1878 e dal 1958, per donazione degli eredi Sacco, si trova al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli.


Giacomo Di Chirico, Ritratto di Annibale Sacco

BIBLIOGRAFIA CONSULTATA PER LA REDAZIONE DI QUESTO ARTICOLO:
Picone Petrusa, Annibale Sacco e la formazione delle collezioni moderne nel museo di Capodimonte in “Prospettiva”, nn. 57-60, 1989-90, p. 400
Bile, Capodimonte. Dalle collezioni borboniche alla pinacoteca di Annibale Sacco, in “O.N. OttoNovecento. Rivista di Storia dell’Arte”, speciale su L’arte a Napoli nell’800, nn 2-3, 1997, p. 23
Romano d’Orsi, I parassiti, in “Il Bello o il Vero. La scultura napoletana del secondo Ottocento e del primo Novecento”, a cura di I. Valente, 2014, pp. 242-244