Sto pensando a San Francesco

Sto pensando a San Francesco, Patrono d’Italia, sulle cui spalle ricadono le preoccupazioni di un popolo sfiduciato e di una classe politica…
PRIMA PARTE:
Il Cantico delle Creature di “Santo Francesco d’Assisi è riconosciuto come il primo componimento poetico della letteratura italiana (secolo XIII) Probabilmente è il primo e più antico documento sfruttato dai politici (politicae auctoritatis) il cui scopo finale (proximus finis est) imbrogliare gli uomini (fallere homines)…
Iniziamo dall’acqua…
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta…
“aqua”… 1931, acqua in abbondanza, perforando pochi metri trovavi la “vena” giusta e “pescavi” acqua pura e talvolta ferrugginosa, squisita. Non esisteva la “ferrarelle”, ma con pochi spiccioli acquistavi le “Polveri Aberani”, le “Brioschi” o l’Idrolitina MA del cavalier Gazzoni. Poi venne la guerra. Finalmente la pace, la ricostruzione, le autostrade… migliaia di enormi buche che, presto, si riempivano d’acqua. L’acqua iniziò a sparire, comprese le buche… riempite d’ogni genere di residui pericolosi… La ripresa economica, le concerie, le officine di zincatura, industrie d’ogni tipo scaricavano impunemente residui tossici su fiumi e torrenti… e iniziò il disastro attuale, cui si aggiunge la tragica siccità d’oggi.
… perché non sfruttare l’acqua per incantare l’elettore! …e i politici disonesti ingannarono i cittadini “et improbus politicos vanabantur cives” … l’acqua è bene assoluto… dicevano sinistra, destra, sindacati e mestatori di periferia… e il popolobue, senza riflettere, abbracciò le tesi dei capipopolo… molti cittadini si convinsero che dalle sorgenti scaturissero direttamente bottiglie di plastica piene del pezioso liquido! Ma l’acqua in bottiglia… è rimasta imbottigliata da tropi interessi, e ai cittadini non è stata detta la verità.
L’affare lo hanno fatto i soliti noti: le aziende pubbliche che gestiscono l’acqua e quelle a cui viene concessa la manutenzione del disastratissimo sistema di distribuzione, decine di migliaia di chilometri di condotte, tubazioni d’ogni diametro e materiale, vasche, invasi, dighe… Sembra che alla vicina Francia, in caso di riparazione alle tubature, a parità d’intervento il costo sia inferiore di sei volte!
Nel 1913, in un mio libro ( Da Garibaldi a…) analizzavo la situazione idrica di alcune regioni dopo il referendum del 2011. Econe una:
Centinaia di miliardi delle vecchie lire, ottenuti dalla Comunità Europea, rimasti inutilizzati. La situazione idrica è ancor più tragica: 42 enti gestori delle risorse, 32 dighe costruite in luoghi dove non cade una goccia d’acqua e altri finanziamenti della Comunità Europea impiegati sconsideratamente in posti con le stesse caratteristiche di siccità. La rete di distribuzione dell’acqua potabile è un colabrodo, con perdite che vanno dal 30 al 90%. La manutenzione delle condotte, troppo costosa per il denaro pubblico, non è eseguita. La vittoria del referendum sul divieto della privatizzazione dell’acqua ha bloccato qualunque possibilità di ricercare una soluzione alternativa a un problema ora insolubile. La demagogia non paga!
Il 20 marzo 2014 il Corriere della Sera / Ambiente intitola: “Disattesi i risultati del voto popolare. Con le eccezioni di Napoli e del Lazio. Nessun accenno alla situazione disastrosa della distribuzione dell’acqua,e dei costi enormi per risanare il settore. Sono tutti d’accordo di non informare l’opinione pubblica…

Antonio Baudino