Una visione parziale

Una visione parziale

Che i giovani abbiano una visione parziale della realtà è non solo normale, ma è anche un diritto. È giusto che credano in una “parte”, che siano “di parte”, che possano essere artisti senza sentirsi in colpa, che abbiano passioni, che abbiano una sana ingenuità. È giusto che una visione più complessa e complessiva la abbia invece chi sta al governo di organismi più ampi, sovranazionali. Siamo arrivati ad un rovesciamento polare per cui i giovani faticano inutilmente per avere una visione complessa, e si stressano oltre misura (finendo nella droga, nel consumo eccessivo di alcol o psicofarmaci); gli adulti si iper-rilassano, accontentandosi di una visione parziale. Il risultato è che le cose vanno in dispersione, fuori controllo, letteralmente rovinano, poiché gli adulti per pigrizia (o per convenienza) non vogliono controllarle, delegando inconsciamente questo compito ai giovani, che, per motivi semplicemente naturali, fisiologici, anagrafici, non possono svolgerlo appieno, senza sortire danni per sé stessi e per gli altri. Buona abitudine potrebbe essere quella di sforzarsi di avere una comunicazione più fitta, più trasversale tra generazioni diverse e che percepiamo come distanti dalla nostra. Buona abitudine potrebbe essere che ognuno si occupi del proprio ruolo senza cercare di puntare il dito attorno ma riconoscendo le proprie responsabilità.

#lamiabuonabitudine – un piccolo passo ogni giorno per migliorarci

#tornainte – torniamo in noi stessi e siamone consapevoli

Silvio Magnolo

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