Europa: La crisi migratoria raggiunge la Spagna

Europa: La crisi migratoria raggiunge la Spagna
di Soeren Kern 18 agosto 2017

Pezzo in lingua originale inglese: Europe: Migrant Crisis Reaches Spain
Traduzioni di Angelita La Spada

“I più grandi movimenti migratori devono ancora avvenire: la popolazione africana si raddoppierà nei prossini decenni. Un paese come l’Egitto crescerà fino a cento milioni di abitanti e la Nigeria fino a quattrocento milioni. Nella nostra era digitale, con Internet e i telefoni cellulari, tutti sanno della nostra prosperità e conoscono il nostro stile di vita.” – Il ministro tedesco dello Sviluppo Gerd Müller.
“I giovani hanno tutti il cellulare e possono vedere cosa accade in altre parti del mondo e questo agisce come un magnete.” – Michael Møller, direttore generale della sede delle Nazioni Unite a Ginevra.
“Se non riusciremo a risolvere i problemi principali dei paesi africani, dieci, venti o perfino trenta milioni di immigrati arriveranno nell’Unione Europea nei prossimi dieci anni.” – Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo.
La Spagna sta per superare la Grecia, diventando il secondo punto di accesso in Europa per i migranti che arrivano via mare. L’improvviso aumento dei flussi migratori in Spagna è dovuto al giro di vite dato alla tratta di esseri umani lungo la rotta marittima percorsa dai migranti dalle coste libiche a quelle italiane, il principale punto d’ingresso in Europa.
Lo spostamento verso ovest delle rotte migratorie dalla Grecia e l’Italia, implica che la Spagna, che dista appena dieci miglia marine dall’Africa, potrebbe presto trovarsi al centro della crisi europea dei migranti.
Secondo l’Organizzazione internazionale per la Migrazione (Oim), 8.300 migranti irregolari hanno raggiunto le coste spagnole nei primi setti mesi del 2017: il triplo rispetto al 2016.
Migliaia di migranti sono entrati in Spagna via terra, soprattutto nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla, sulla costa settentrionale del Marocco, l’unico territorio dell’UE confinante con l’Africa. Una volta lì, i migranti, vengono alloggiati in rifugi temporanei e poi trasferiti sulla terraferma spagnola, da dove continuano il loro viaggio verso altri paesi europei.
Complessivamente, sono 12mila i migranti arrivati in Spagna finora da inizio anno, rispetto ai 13.246 del 2016. A titolo di confronto, quest’anno in Grecia ne sono giunti finora 14.156.
L’Italia rimane il principale punto d’ingresso in Europa, con circa 97mila arrivi finora da inizio anno, rispetto ai 181.436 del 2016. E lo è diventata dopo che l’Unione Europea ha firmato nel marzo 2016 con la Turchia l’accordo per la gestione dei flussi migratori chiudendo così la rotta dalla Turchia alla Grecia, che costituiva il punto d’ingresso in Europa preferito dai migranti provenienti dall’Asia e dal Medio Oriente. In Italia, negli ultimi quattro anni sono arrivati 600mila migranti.

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A maggio, l’Italia ha firmato un accordo con la Libia, il Ciad e il Niger per arginare il flusso di migranti che attraversano il Mediterraneo, migliorando i controlli delle frontiere. A luglio, l’Italia ha inoltre raggiunto un accordo con Francia e Germania per stabilire regole chiare per le navi delle Ong impegnate in attività di soccorso dei migranti nel Mediterraneo e aumentare le risorse destinate alla guardia costiera libica.
Da allora, la guardia costiera libica ha impedito a migliaia di migranti di lasciare le coste libiche per raggiungere l’Italia. Ma queste misure restrittive hanno indotto i potenziali migranti a cercare una rotta alternative per solcare il Mediterraneo. Ciò sembra spiegare l’aumento degli immigrati che sbarcano in Spagna.
Il 14 agosto, Frontex, l’agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli stati membri dell’Unione Europea, ha reso noto che il numero degli immigrati africani arrivati a luglio in Italia dalla Libia è stato più che dimezzato rispetto a giugno. Nello stesso periodo, in Spagna è stato registrato un brusco aumento di arrivi di migranti.
Secondo Frontex, sono 10.160 i migranti sbarcati in Italia a luglio, il 57 per cento in meno rispetto a giugno, il dato più basso fatto registrare per il mese di luglio dal 2014. In Spagna, invece, a luglio sono arrivati 2.300 migranti, oltre quattro volte il dato dell’anno scorso. La maggior parte degli immigrati che arrivano in Italia e Spagna sarebbero migranti economici in cerca di una vita migliore in Europa e non profughi in fuga dalle zone di guerra.
“La grande maggioranza di migranti che partendo dalla Libia raggiungono le coste italiane provengono da Senegal, Gambia, Guinea e da altri paesi africani”, ha detto Joel Millman, portavoce dell’Oim, in un’intervista al Financial Times. “Visto il giro di vite dato ai flussi migratori dalla Libia, è normale che molti rinuncino al pericoloso dessert [sic] dirigendosi verso la Libia e preferiscono passare dal Marocco”.
Julio Andrade, un consigliere comunale di Malaga, una città portuale della Spagna meridionale, lo ha definito “l’effetto palloncino”. In un’intervista all’Irish Times, Andrade ha dichiarato: “Se si comprime una zona, l’aria va altrove. Se c’è molta pressione da parte della polizia e si bloccano le mafie dietro le rotte mediterranee che portano in Grecia e Italia, ad esempio, allora le mafie cercheranno altre rotte”.
Secondo le autorità spagnole, si registra un aumento dei tentativi da parte dei migranti di attraversare il confine terrestre di Ceuta scalando recinzioni e reticolati alti fino a sei metri, con filo spinato in cima. Il ministro dell’Interno spagnolo Juan Ignacio Zoido ha detto che nei primi sette mesi del 2017 ci sono stati 2.266 tentativi di scavalcare la recinzione perimetrale a Ceuta, a fronte di 3.472 tentativi compiuti nel 2016.
Il 7 agosto, più di 300 africani per lo più provenienti dalla zona subsahariana hanno teso un’imboscata alle forze di sicurezza del Marocco, e hanno preso d’assalto la frontiera attraversando il valico di Tarajal; altri 186 migranti hanno fatto lo stesso sul suolo spagnolo. L’8 agosto, più di un migliaio di migranti armati di sassi e bastoni hanno tentato di sfondare la stessa linea di confine. Il 9 agosto, le autorità spagnole hanno chiuso per una settimana il valico di Ceuta Tarajal. Il 10 agosto, circa 700 migranti hanno tentato di forzare la frontiera di Ceuta, 200 assalitori sono stati arrestati.
Nel frattempo, il 9 agosto, viene diffuso un video in cui si vede un gommone carico di migranti che sbarca su una spiaggia di Cadice piena di turisti. José Maraver, responsabile di un centro di soccorso di Tarifa, ha detto al Telegraph che una seconda imbarcazione aveva raggiunto un’altra spiaggia della zona e che quella scena è oramai un problema ricorrente. “Ogni giorno ci sono barche, ogni giorno c’è immigrazione”, egli ha affermato. “La situazione sta diventando molto complicata”.
I migranti usano anche altri mezzi per raggiungere la Spagna. Il 6 agosto, ad esempio, quattro marocchini sono approdati sulla costa di Malaga a bordo di moto d’acqua. Fra luglio e agosto la polizia ha intercettato almeno due dozzine di migranti che sono ricorsi agli acquascooter per raggiungere la Spagna. Il 10 agosto, la polizia, grazie a sensori termici e di movimento ha trovato 56 migranti, di cui 14 bambini, nascosti all’interno di camion diretti da Ceuta al principale porto di traghetti di Algeciras.
In un editoriale del 9 agosto, il quotidiano El Pais ha scritto che è “evidente che la pressione migratoria si è spostata nel Mediterraneo e non vi è alcuna indicazione che questa situazione cambierà nel prossimo futuro”. E ha aggiunto:
“La pressione migratoria che la Spagna ha vissuto nel corso delle ultime settimane è un aumento di tali dimensioni che va oltre tutte le misure di vigilanza e controllo. L’ingresso massiccio di africani subsahariani dalla frontiera di Ceuta, che scavalcano la recinzione o attraversano il valico di Tarajal, riflette le enormi difficoltà di bloccare l’arrivo di coloro che fuggono dalla guerra, dalla fame o dalle difficoltà economiche…
“La gestione dei flussi migratori richiede una forte politica europea e risorse economiche sufficienti. La Spagna non può restare sola, come custode dell’Europa meridionale.
Il ministro tedesco dello Sviluppo Gerd Müller di recente ha avvertito che l’Europa deve prepararsi all’arrivo di milioni di migranti dall’Africa:
“I più grandi movimenti migratori devono ancora avvenire: la popolazione africana si raddoppierà nei prossini decenni. Un paese come l’Egitto crescerà fino a cento milioni di abitanti e la Nigeria fino a quattrocento milioni. Nella nostra era digitale, con Internet e i telefoni cellulari, tutti sanno della nostra prosperità e conoscono il nostro stile di vita”.
Anche Michael Møller, direttore generale della sede delle Nazioni Unite a Ginevra, ha espresso questi timori:
“Quello a cui stiamo assistendo è una delle più grandi migrazioni umane della storia e subirà un’accelerazione. I giovani hanno tutti il cellulare e possono vedere cosa accade in altre parti del mondo e questo agisce come un magnete”.
Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, ha detto che per arrestare il flusso di migranti provenienti dall’Africa, l’Unione Europea deve investire miliardi e sviluppare una strategia a lungo termine per stabilizzare il continente: “Se non riusciremo a risolvere i problemi principali dei paesi africani, dieci, venti o perfino trenta milioni di immigrati arriveranno nell’Unione Europea nei prossimi dieci anni”.
Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York.