Germania: Le ronde cecene della sharia terrorizzano Berlino

Germania: Le ronde cecene della sharia terrorizzano Berlino
di Soeren Kern – 18 luglio 2017

Pezzo in lingua originale inglese: Germany: Chechen Sharia Police Terrorize Berlin
Traduzioni di Angelita La Spada

Le minacce di violenza contro le donne “erranti” sono considerate “atti di patriottismo”.
“Arrivano in Germania perché vogliono vivere nel paese, ma cercano di trasformarlo in Cecenia importando usi e costumi medievali.” – Un’assistente sociale intervistata da Meduza.
“L’attenzione di tutti è fissata sui siriani, ma i ceceni sono il gruppo più pericoloso. Non stiamo prestando sufficiente attenzione a questo.” – La polizia di Francoforte (sull’Oder).
Un centinaio di islamisti sta applicando apertamente la legge della sharia nelle strade di Berlino, secondo la polizia locale che indaga su una recente serie di assalti violenti nella capitale tedesca.
L’autoproclamata polizia della morale è costituita da salafiti provenienti dalla Cecenia, una regione della Russia dove la maggioranza della popolazione è musulmana sunnita. Queste ronde ricorrono alle minacce e alla violenza per scoraggiare i migranti ceceni a integrarsi nella società tedesca; promuovono anche la creazione di un sistema giuridico islamico parallelo in Germania. E le autorità tedesche sembrano incapaci di fermarle.
Le pattuglie della sharia sono venute alla ribalta lo scorso maggio, quando i salafiti ceceni hanno diffuso un video che avvertiva gli altri ceceni presenti in Germania che chi non rispetta la legge islamica e l’adat, un tradizionale codice di condotta ceceno, sarà ucciso. L’esistenza del video è stata segnalata da Meduza, una testata giornalistica indipendente, in lingua russa, con sede in Lettonia. Il filmato, che è stato diffuso attraverso WhatsApp, un servizio di messaggistica online, mostra un uomo incappucciato che punta una pistola alla telecamera e parlando in ceceno dice:
“Fratelli e sorelle musulmani, qui in Europa si vedono donne e uomini ceceni che fanno cose indicibili. Lo sapete voi. Lo so io. Lo sanno tutti. Per ora sono circa l’80 per cento di noi. E più persone sono disposte a unirsi a loro. A quanti hanno perso la loro identità nazionale; alle donne cecene che flirtano con uomini di altri gruppi etnici e li sposano, a quelle che hanno scelto di intraprendere la strada sbagliata e a quelle creature che si chiamano uomini ceceni, noi daremo una chance, li metteremo sulla retta via. Avendo giurato sul Corano, usciremo fuori nelle strade. Questa è la nostra dichiarazione d’intenti. Poi, non dite che non siete stati avvertiti. Non dite di non sapere. Che Allah ci conceda la pace e metta i nostri piedi sulla via della giustizia”.
Secondo Meduza, la dichiarazione è stata letta da un rappresentante di una banda di Berlino composta da un centinaio di componenti, capeggiata dagli ex scagnozzi di Dzhokhar Dudayev, il defunto leader separatista ceceno. Tutti i berlinesi di origine cecena che sono stati intervistati da Meduza hanno detto di essere a conoscenza dell’esistenza della gang.
Il video è spuntato dopo che le foto di una 20enne cecena nuda, residente a Berlino, erano state inviate dal telefono rubato alla ragazza a tutti i contatti della sua rubrica. Nel giro di un’ora, uno zio della giovane ha chiesto di parlare con i suoi genitori. Secondo Meduza, i familiari avevano deciso di “risolvere la questione” rispedendo la poverina in Cecenia, dove sarebbe stata uccisa per ripristinare l’onore della famiglia. La polizia tedesca è intervenuta poche ore prima che la ragazza fosse costretta a prendere un aereo diretto in Russia.
Dopo che la polizia aveva provveduto a mettere la giovane donna sotto protezione, quanto accaduto è diventato un problema non più prettamente familiare, ma che coinvolgeva l’intera comunità. Secondo Meduza, è adesso dovere di qualsiasi uomo ceceno, indipendentemente dai legami di sangue con la ragazza, trovarla e punirla. “Non sono affari loro, ma è un codice di condotta”, ha asserito la giovane, che da allora ha tagliato i capelli e ora indossa lenti a contatto colorate, nel tentativo di nascondere la sua identità. Ora intende anche cambiare nome e sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica. “Se non cambierò il mio nome e il volto, mi daranno la caccia e mi uccideranno”, ha spiegato. Sebbene la ragazza abbia conseguito un diploma di scuola superiore in Germania, non lascia quasi mai l’appartamento in cui vive perché è troppo pericoloso. “Non voglio più essere cecena”, ha detto.
Secono Meduza, almeno metà delle ragazze cecene nubili residenti in Germania hanno abbastanza informazioni compromettenti nei loro telefoni per essere considerate colpevoli di violazione dell’adat:
“Socializzare con uomini di altre nazionalità, fumare, bere alcolici, frequentare narghilè bar, discoteche o anche piscine pubbliche può provocare l’ira della comunità. Una sola foto fatta girare in una chat di gruppo su WhatsApp può emarginare un’intera famiglia e il resto della comunità sarebbe obbligata a interrompere ogni comunicazione con loro. Se tutte sono sospettate e chiunque è responsabile degli altri, le ragazze cecene dicono che a volte vengono avvicinate per strada da sconosciuti che le rimproverano per il loro aspetto, anche per un rossetto brillante. Il furto di un cellulare e la successiva diffusione di materiale compromettente è un duro colpo perché la persona disonorata non ha nessuno a cui rivolgersi e chi è in possesso delle foto della vittima non rischia nulla”.
Secondo i ceceni intervistati da Meduza, la condotta auspicata tra i migranti ceceni in Germania è più rigida e rigorosa di quella tenuta nella stessa Cecenia. Questa situazione è stata descritta come “una competizione per la rettitudine” fra i ceceni che vivono all’estero e quelli residenti in Cecenia che sono fedeli al leader ceceno Ramzan Kadyrov, pertanto, ogni parte cerca di dimostrare di essere costituita dai ceceni migliori e le minacce di violenza contro le donne “erranti” – dal comportamento riprovevole – sono considerate “atti di patriottismo”.

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In un altro caso, una ragazza cecena è stata ripresa in un video mentre camminava in una strada di Berlino e chiacchierava con un uomo che non era suo connazionale. Quella stessa sera, decine di sconosciuti ceceni si sono recati a casa della giovane, nella zona nord della città, e hanno picchiato brutalmente l’uomo che era in sua compagnia, rompendogli quasi tutti i denti. La ragazza è riuscita a nascondersi.
Il 4 luglio, il quotidiano berlinese Tagesspiegel ha riportato la notizia che nelle ultime settimane molti altri uomini e donne hanno subito aggressioni per mano della banda della sharia, e che l’Ufficio della polizia criminale di Berlino ha avviato un’indagine. Secondo un portavoce della polizia, le indagini sono ostacolate dal fatto che finora nessuna delle vittime ha osato pubblicamente presentare accuse formali contro la banda. Pare che le vittime abbiano tutte paura di ritorsioni.
Secondo Tagesspiegel, alcuni componenti della banda, che consta un centinaio di uomini, sono armati e potrebbero aver combattuto nelle guerre cecene con la Russia. I membri della gang, che provengono anche dal Daghestan e dall’Inguscezia, aggrediscono musulmani e non, compresi i richiedenti asilo cristiani ospiti delle strutture di accoglienza di Berlino.
La banda è legata a diverse moschee salafite della capitale tedesca, tra cui Fussilet 33, che un tempo era la sede del califfato a Berlino. La moschea è stata chiusa dalle autorità tedesche nel febbraio scorso, dopo che era emerso che Anis Amri, il jihadista tunisino autore dell’attacco suicida al mercatino di Natale di Berlino, aveva trovato riparo lì.
Secondo le statistiche ufficiali, sono circa 60mila i ceceni che vivono in Germania, sebbene si ritenga che il numero effettivo sia molto più alto. Quasi 40mila ceceni hanno chiesto asilo in Germania negli ultimi cinque anni e sono molti quelli arrivati attraversando illegalmente il confine con la Polonia.
Un documento interno prodotto dalla Corte federale dei conti (Bundesrechnungshofes) ha rivelato che “la maggioranza delle persone non autorizzate in Germania sono cittadini russi di etnia cecena, alcuni dei quali sono legati all’ambiente terroristico islamico”.
La comunità cecena in Germania ha sede principalmente nel Brandeburgo e a Berlino, dove i membri sono trincerati in una società parallela. Un’assistenza sociale intervistata da Meduza ha detto che il principale ostacolo all’integrazione cecena è l’adat, il loro codice di condotta ultraconservatore:
“Arrivano in Germania perché vogliono vivere nel paese, ma cercano di trasformarlo in Cecenia importando usi e costumi medievali. Questa incapacità e riluttanza ad integrarsi sono assai frustranti e tipiche di tutti i migranti, non solo ceceni. L’unica differenza sta nel fatto che la maggior parte degli altri migranti arriva dal XX secolo e non dai tempi del feudalesimo”.
In un’intervista a Radio Berlin-Brandenburg, Maciej Falkowski, un politologo polacco esperto di Caucaso, ha detto che molti giovani membri della diaspora cecena stanno abbracciando l’Islam radicale:
“I ceceni sono un popolo molto chiuso e omogeneo. Risolvono tutti i problemi tra di loro. È difficile, ad esempio, trovare un ceceno che si rivolga a un tribunale tedesco. Anche la religione, ovviamente, svolge un ruolo importante nella generazione più giovane. Inoltre, i ceceni non hanno avuto un loro paese per centinaia di anni e pertanto non hanno familiarizzato con il nostro concetto di Stato di diritto (Rechtsstaat).
“Stiamo assistendo sempre più a un conflitto generazionale tra i ceceni. Gli anziani sono più diffidenti del salafismo e dell’Islam radicale, mentre le persone più giovani lo abbracciano e credono che il salafismo offra risposte riguardo alla loro identità. In esso, trovano comunità e leader carismatici. Il salafismo ora è la loro corrente dominante”.
Heiko Homburg, funzionario del Ministero dell’Interno del Brandeburgo, lo stato federale tedesco che circonda Berlino, ha detto che la maggior parte degli estremisti islamici conosciuti sono ceceni:
“Il nostro problema a Brandeburgo è che l’Emirato del Caucaso [un’organizzazione jihadista attiva nella Russia sudoccidentale], al quale molti ceceni si sentono legati, si è sottomesso allo Stato islamico. Pertanto, volenti o nolenti, abbiamo di fatto strutture dell’Isis qui in Brandeburgo”.
Secondo le autorità per la sicurezza tedesche sono tra i 1.500 e i 2mila i ceceni che attualmente stanno combattendo in Iraq e in Siria. Con l’avvicinarsi della fine dello Stato islamico, si teme che molti di questi combattenti si sposteranno in Europa, attraverso l’Ucraina e la Polonia con l’aiuto delle relazioni paneuropee dei clan ceceni.
A Francoforte (sull’Oder), una città tedesca al confine con la Polonia, la polizia avverte che la migrazione cecena è una bomba a orologeria:
“Abbiamo un problema grave e crescente con i ceceni radicali che continuano ad attraversare il confine tedesco-polacco. Le loro famiglie stanno costruendo ampie strutture in Europa che utilizzano per finanziare lo Stato islamico con i proventi del crimine organizzato. L’attenzione di tutti è fissata sui siriani, ma i ceceni sono il gruppo più pericoloso. Non stiamo prestando sufficiente attenzione a questo”.

Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York.