Medici in guerra al Pronto Soccorso!

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Medici in guerra al Pronto SoccorsoÈ tutta questione di… educazione permanente.
Leggere questa notizia ed ascoltare questa intervista(Troppi sanitari aggrediti. Lorenzin apra un tavolo nazionale anti violenza al ministero della Salute) ci fa comprendere in quale stato di malessere si trova il Paese.

Quando si apprende che in alcuni casi ci scappa anche il morto, sarà forse il caso di prestare una maggiore attenzione a questo problema, altrimenti, secondo una perfetta abitudine italiana, ci lamenteremo dopo il fattaccio, quando inizieranno le interminabili indagini della Magistratura per dare un nome al colpevole.

In realtà, come in molte situazioni analoghe a questa, i colpevoli siamo tutti noi. La nostra cattiva abitudine aggressiva, specie di fronte a tutto ciò che è pubblico, peraltro tipica della specie Homo sapiens sapiens, emerge con tutta la sua imponenza proprio quando si perde la fiducia verso gli altri. Viviamo in un mondo in cui riteniamo che qualsiasi problema sia frutto di volontà individuale, mentre molto spesso gli operatori statali, quando lavorano sul serio, sono loro stessi vittime di una burocrazia, di una lentezza davvero annichilente. In questa situazione, l’aggressività, frutto di indubbi problemi esistenziali e psichici, di alcune persone è espressione di un disagio anche quotidiano, verso il quale lo Stato non riesce ad intervenire adeguatamente e in tempi ragionevoli.

Inoltre, in questo caso specifico, i medici (e mi riferisco ai medici consapevoli del loro ruolo, non certo agli arroganti… che pure esistono) non si sono ancora abituati a pretendere il rispetto effettivo verso il proprio lavoro, specialmente quando è di tipo emergenziale. E in questa situazione si trovano anche gli infermieri, come ci ricorda la dott.ssa Giuseppina Fera, che durante il triage rischiano spesso di essere malmenati da impazienti pazienti, e forse anche da qualche famigliare.

Insomma, dovremmo tutti recuperare, sebbene in molti settori dello Stato le cose vadano davvero male, un maggiore senso di rispetto verso le istituzioni, che si esprimono attraverso i loro operatori. E’ giusto denunciare quando questi operatori si comportano male, ed io lo faccio in questo blog, ma è altrettanto giusto segnalare anche i comportamenti negativi, aggressivi e violenti di coloro che usufruiscono di servizi statali.

 

 

alessandro_bertirotti2Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura. Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).

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