Poveri piccoli

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È tutta questione di… cattiveria.

Sarà il caso di rivedere il nostro concetto giuridico di minorenne. E dunque, rivedere anche quello di maggiorenne.
(Baby rom massacra donna in metro e dopo una settimana torna a rubare-Sfigurata da una baby rom sulla linea A della metro di Roma, oggi, la signora Maria Assunta Devoti ha scoperto che la sua aguzzina è di nuovo a piede libero -Elena Barlozzari – Mer, 19/07/2017 -È passata una settimana, una soltanto da quando la signora Maria Assunta Devoti è stata massacrata a colpi di cellulare e calci da una rom di appena nove anni.)

Se da parte della Legge è legittimo il trattamento differenziato in base all’età, mi sembra giusto ragionare sul fatto che si possa differenziare il dolore e la deturpazione nel corpo e nella mente della vittima. La forza di un minore aggressivo di oggi, è meno distruttiva di quella di un maggiorenne che tratta nello stesso modo? Inoltre, qui non si tratta di forza isolata, singolare, perché questi individui “minori” si spostano spesso assieme a “maggiori”, e realizzano il loro piacere violento in gruppo, in massa, protetti dal consueto andazzo italiano dell’impunità.

I minorenni di oggi non sono certamente quelli di qualche anno fa, e potrebbero, senza che noi se ne possa avvertire la differenza, andare perfettamente a rappresentare le istanze dei cittadini italiani in Parlamento. Chissà che con questa alternativa, si riesca a mandare a casa i para-maggiorenni politici che ci ritroviamo oggi. Potrebbe essere una buona idea. Ci danno lezioni tutti, in Europa e le risposte del nostro Premier attuale sono totalmente ignorate, proprio in nome del valore “maggiorenne” di tali risposte. Ho l’impressione che i bambini veri stiano in altri luoghi, mentre quelli che la legge definisce tali stiano surclassando gli adulti, tanto nell’intelligenza, quanto nella perversa violenza. Ricordiamo i fatti di stupro di massa, definiti da qualcuno come bambinate!

La mente umana è in continua evoluzione, anche quando non ne vediamo ancora i risultati. La maturazione relativa alla gestione e l’espressione della violenza è oggi molto più precoce rispetto al passato, perché la libertà individuale nella quale sono lasciati i nostri giovani è eccessiva: spesso non conoscono barriere nè frontiere. Se non riusciamo noi adulti a sentirci responsabili delle conseguenze delle nostre scelte, figuriamoci i nostri minorenni, più veloci e consapevoli di questo, che sanno benissimo di potersi permettere quasi tutto! Le conseguenze le subisce solo la vittima. E noi. Loro, ritornano a comportarsi come prima, e con l’approvazione, nemmeno troppo recondita, di una certa magistratura.

E dire che non ci mancano le leggi, visto che siamo la patria della giurisprudenza! Forse aveva ragione Tacito quando diceva:“Corruptissima respublica plurimae leges”.

 

 

untitledAlessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È stato docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).

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