Sto pensando al Presidente dell’INPS Tito Boeri…

Sto pensando al Presidente dell’INPS Tito Boeri…
Caro Presidente… a tutti noi, vecchi pensionati INPS, hai precisato che i lavoratori “extracomunitari” che lavorano attualmente in Italia versano annualmente alle casse dell’INPS 7 miliardi di Euro. Di questi sette miliardi solamente due ritornano, in varie forme di sussidio, a quei lavoratori, 5 miliardi vanno a rimpinguare l’esauste casse dell’INPS. Ci stai dicendo che l’apporto contributivo di questi lavoratori è importantissimo…. per le casse da te amministrate. Il mio ragionamento è molto semplice e non riguarda unicamente gli oneri dell’INPS che ricadono, o ricadranno in futuro, su tutti gli italiani, ma tutti gli oneri, diretti e indiretti, che ci colpiscono. Le migliaia di profughi che sbarcano giornalmente sui nostri porti, le decine di migliaia di profughi che stanziano da anni sul suolo patrio non lavorano e, grazie all’imprevidenza dei nostri governi, costano all’erario decine di miliardi. Provocano truffe a go go, migliaia di lavoratori neri… in nero… che nessuno vede o vuol vedere, aziende fantasma, incontrollate che sfornano prodotti taroccati, venditori ambulanti organizzati da cosche mafiose. Tutti oneri e mancati introiti che ricadono, e ricadranno, sulle nostre tasche. Lo “straniero” ci costa assai più di quei 5 miliardi! Io proporrei che l’INPS organizzi, autonomamente, un settore specializzato nel controllo del territorio nazionale, per contrastare l’enorme speculazione ed evasione fiscale che riguarda il settore “lavoro”, considerando l’assoluta inefficienza degli uffici e autorità attualmente delegati ai controlli sul lavoro. Ovviamente, senza un preventivo inasprimento sostanzioso della contraffazione ed evasione, tutto sarebbe inutile… Ricordo sempre, nei primi anni di lavoro, un viaggio charter negli USA organizzato dal Banco di Santo Spirito. Ricevuti dal giovane Vice Presidente della First National City Banck di NY un collega si lamentò della facilità degli italiani di non onorare i loro impegni (assegni, cambiali)… Questo fatto di andare all’estero, e auto criticarci come popolo di imbroglioni, mi dette fastidio. Allora feci una domanda al vice presidente; ” Scusi, qui da voi se uno non onora un debito, un assegno… cosa succede?” La risposta fu secca: “La galera!” Allora rivolgendomi al collega: “Vede come si ottiene l’onestà? Da noi c’è il “Librone dei protesti”, e tutto finisce li”. Al rientro in albergo, all’uscita dalla metropolitana quel collega gettò a terra il biglietto. Un poliziotto in borghese si avvicinò e gli disse: “O raccogli il biglietto o sono dieci dollari di multa…” Fu una seconda lezione di educazione civica… che da noi manca…

Antonio Baudino