Le Riflessioni di Maria Pia

Dirò di “Rinascita”, di Classicismo, di Della Casa, di Castiglione, di Accetta e della simulazione e della dissimulazione (onesta).

Dirò anche di stare attenti, di guardare negli occhi le persone, di non solo ascoltare, ma di “sentire”. Insegnerò loro a non raccogliere le offese, ma farne una forza, a non fidarsi mai di chi ripete “io”, di chi sbandiera legalità e giustizia pur sapendo di essere raccomandato, di avere pena per chi perseguita, forse è stato perseguitato; insegnerò loro a perdere e a vincere con dignità, ad aiutare i deboli, a isolare i cattivi, anche se è difficile, di non essere invidiosi, l’invidia macera chi la prova. Insegnerò loro il piacere di toccare il petalo di un fiore, di guardare il tramonto e non solo per fotografarlo, l’importanza di un amico sincero, il senso della lealtà e il coraggio di rialzarsi anche se ti gettano pietre. L’importanza della memoria, la bellezza di un sorriso, di una carezza, dell’ascolto, del perdono. Dirò di fragilità, che diventa forza attraverso la perseveranza e l’amore che dobbiamo a noi stessi. E poi diremo di quella pizza “Professoré, prima che finisce l’anno…”. Dirò… (vado, ma poi torno…).

Maria Pia

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