La Torre di Pontelandolfo -vintage-

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NOTA INTRODUTTIVA
Correva l’anno 1878 quando l’illustre avvocato Daniele Perugini tramandava alle generazioni future la
sua Monografia di Pontelandolfo, unica testimonianza letteraria, che oggi ci consente di rileggere la quotidianità dei nostri avi.
Il 15 novembre dello stesso anno, nell’ambito di una continuità fatalmente programmata, un nuovo prezioso tassello veniva collocato ad arte nel perfetto mosaico raffigurante gli uomini di immenso spessore culturale, di nobili sentimenti civici, di generosa idealità. Tra le mura di pietre immortali della sua abitazione in via Portacastello, come risulta dagli atti dello Stato Civile, nasceva, dalla felice unione in matrimonio del proprietario benestante Vincenzo e dalla tessitrice Rossi Maria Grazia, il piccolo Egildo Gentile, destinato a rappresenta¬re, ancora oggi, e per sempre, uno dei figli migliori di Pontelandolfo.

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Penetrando la surreale penombra dei vicoli, fittamente raccolti come il labirinto di Creta attraverso l’ordito delicatamente tratteggiato dall’architettura perfetta di quelle case antiche come il mondo da qualche decennio rimesse in piedi, dopo l’ennesima e non meno grave distruzione subita ad opera delle truppe savoiarde, il giovane Egildo generava e coltivava nell’intimo più remoto del suo animo quell’incommensurabile amore per il Castello e la Terra di Pontelandolfo più volte nei secoli teatro di battaglie e di conquiste, a cui egli, più tardi, nel 1905, intese dedicare questo scritto in segno di gratitudine. Amore alimentato da passione infinita che non ebbe mai nessun momento di flessione, anche quando, per motivi professionali, il veliero della sua vita approdava nelle acque bizzarre del capoluogo Campano, perché le sue radici erano ormai saldamente avvinghiate alle inamovibili rocce adagiate nelle viscere misteriose della maestosa torre feudale, immortale mito pontelandolfese.
Non impiegò molto ad elevarsi a figura imponente nel campo delle attività di

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ricercatore, di critico, di pubblicista, nonché di docente della Scuola di Paleografia Diplomatica ed Archivistica di Napoli, culminata, poi, nel 1941 con la promozione a Direttore dell’importante Archivio di Stato di Palermo.

La sua costante attività di infaticabile studioso e scrittore di considerevole livello ha determinato, in maniera significativa, la crescita sociale e civile di questa comunità. Ha rappresentato un sicuro baluardo, punto di riferimento ineccepibile per quegli uomini di onestà intellettuale che, oggi, fortemente impegnati per
una concreta rinascita e per un energico rilancio in termini di sana promozione dell’immagine di Pontelandolfo nello scenario nazionale, attraverso l’adozione della delibera di Giunta Comunale n.203 del 5 novembre 2002, hanno spinto i loro sentimenti più nobili sulle tracce profonde ed incancellabili segnate dal fiero cammino di questo figlio mai dimenti¬cato, che una pur travagliata terra sannita ha saputo concepire.
Dopo aver prodotto e proposto per decenni un notevole patrimonio culturale, pose fine ai suoi giorni alla veneranda età di 83 anni, quando, il 18 gennaio 1961, mestamente veniva divulgata la notizia della sua morte. Lascerà una voragine in termini di affetto che mai Pontelandolfo potrà colmare. Ma le sue parole pregnanti di saggezza, i suoi scritti indagatori dei fatti più remoti, indiscutibile ricchezza bibliografica, che custodiscono e ci fanno rivivere in ogni occasione quel passato ricco di storia millenaria, che è linfa vitale per il nostro paese, albergheranno in eterno, scolpiti nei cuori palpitanti degli uomini veri che pulsano il suo stesso sangue.
L’arte poetica di un uomo, secondo un consolidato luogo comune, viene sancita allorquando, nel corso del suo fugace passaggio terre¬no, egli ha saputo scavare, facendo uso dell’attrezzo della intelligen-za, un solco indelebile nella considerazione dei posteri. E l’opera di Egildo Gentile, autentico figlio di quel Sud che non ha mai perso la speranza, continuerà a condurci per mano nei secoli che seguiranno.

Ringrazio e plaudo con entusiasmo, e non è retorica di circostan¬za, il sindaco Rocco Flavio Palladino, il vice sindaco Emilio Griffini, gli amministratori Giuseppe De Michele, Rocco Iannicelli, Antonio Orsini, Nicola Diglio, Adolfo Colesanti, Giuseppe Testa, Marco Romanelli, Raffaele Rinaldi.Donato Addona, Anselmo Calabrese, il Segretario Comunale dottoressa Myriam Feleppa, la nobildonna Gentile Colesanti Maria, il. funzionario dello Stato Civile Michelina Polletta, che hanno determinato e contribuito in maniera decisiva alla ristampa e alla divulgazione ,di un’opera di irripetibili contenuti storico-culturali, significando la integrale etica di una Pontelandolfo, che, sotto una rinnovata. spinta emotiva, propone prepotentemente la sua candidatura a comune protagonista del terzomillennio. .

Gabriele Palladino