In ricordo di Ida Magli

Ida Magli

• Roma 1925 – Roma 21 febbraio 2016. Antropologa. Scrittrice. «La migliore vecchia pazza dopo Oriana Fallaci» (Camillo Langone).
• «Ecumenicamente appassionata di musica – era diplomata in pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia – quanto di scienze umane, era transitata dalla laurea in Filosofia alla specializzazione in Psicologia per approdare all’Antropologia culturale che lungamente ha insegnato alla Sapienza di Roma allevando schiere di alunni e alunne devoti e affascinati. Si era ritagliata una posizione forte nel panorama dell’antropologia mondiale con l’intuizione di applicare il metodo musicale alla scienza e con quell’idea forte di non studiare, come tutti gli antropologi, le culture altre, diverse, ma di applicarsi alla storia della nostra cultura e allo studio dei suoi simboli» (Maria Luisa Agnese) [Cds 22/2/2016].
• «Un atto violento, che sconvolge, lo so, quello di analizzare noi stessi come altro. Ma anche l’attacco della Nona di Beethoven mi ha sempre sconvolto, per la sua forza di ribaltare i criteri, di partire dalla fine e non dal principio» (da un’intervista a Radio2 del 1987).
• «A vederla non l’avresti mai detta capace di tanta durezza, nel suo sistema logico forte e lucido come l’acciaio. Minuta, bionda, sempre perfettamente pettinata, gli occhi celeste madonna, dalla sua vocina risuonavano asprezze di giudizio che mai avresti potuto immaginare in un simile essere. Suonava il pianoforte, nella sua piccola casa lindissima su una collina romana. E coltivava rose in terrazza. Erano i suoi soli svaghi. Ida si svegliava all’alba e andava a letto tardi, per poter studiare e scrivere di più, anche a 90 anni passati. (…) Nel 1996 pubblicò un libro che ai più sembrò visionario, fanatico o – nel caso migliore – esagerato. Si chiamava e si chiama Per una rivoluzione italiana (Baldini & Castoldi): parla di politica, scuola, islamizzazione, Unione europea, mass media, sistema sanitario, Costituzione. Pone delle domande apparentemente banali, come sempre appaiono le grandi questioni: viviamo davvero in una democrazia? I politici ci rappresentano davvero? Lo Stato pensa davvero al bene dei cittadini? La risposta di Ida Magli è sempre “no”, il cittadino non possiede, in realtà, nessun potere: per cui occorre ribaltare molti luoghi comuni che sono alla base della nostra vita sociale. Soprattutto, preannunziava uno scontro mortale con il mondo islamico. All’epoca quasi nessuno sapeva cosa fosse Al Qaida, l’attentato alle Torri gemelle era al di là di ogni immaginazione, per non parlare dell’Isis. Dunque i passaggi sull’islamismo apparvero, ai più, come una forma di arretratezza culturale, di chiusura mentale, se non addirittura di razzismo. Il volume venne del tutto ignorato, ucciso con la tecnica del silenzio, e non è più stato ristampato. Ma lei sapeva, tutt’altro che umiliata, che un giorno sarebbero state riconosciute le sue ragioni» (Giordano Bruno Guerri) [Grn 22/2/2016].
• «Le sue parole risuonano da anni come profezie, come visioni che la collocano in uno spazio a sé» (Barbara Palombelli).
• Negli ultimi anni ha scritto ripetutamente che l’Islam è un pericolo: «Dobbiamo limitare l’ingresso in Italia ai musulmani, oppure l’Italia sarà perduta. Dobbiamo difendere la nostra libertà di pensiero, le conquiste delle donne, dobbiamo ricordare la fatica che abbiamo fatto per difendere i nostri diritti: ma come, abbiamo appena cominciato ad emanciparci dai nostri veli, dalle nostre velette, e ammettiamo che si torni indietro di secoli?».
• Nemica anche dell’Unione Europea: «L’Italia è perduta, l’Europa, con tutta la sua storia, la sua cultura, il suo pensiero, i suoi poeti, i suoi scrittori, la sua arte, la sua musica, i suoi figli, è perduta. Sono perdute perché questa era la meta che si erano prefissi coloro che hanno progettato l’Unione europea. Distruggere l’Occidente (la cultura occidentale è quella dell’Europa d’Occidente) affinché si realizzasse sulla nostra terra lo scontro, e la vittoria (vittoria sicurissima) dell’Oriente musulmano contro l’America» (editoriale su ItalianiLiberi, 20 giugno 2006).
• «Queste sue opinioni, teorizzate in libri come Difendere l’Italia, Dopo l’Occidente, La dittatura europea e Contro l’Europa, l’avevano resa un personaggio scomodo. Provocatorio, disallineato, sghembo. Anche per questo era diventata celebre. Sin dall’inizio della sua carriera. Quando era professore di antropologia culturale alla Sapienza e cominciò a scrivere per Repubblica, su invito di Eugenio Scalfari e di Rosellina Balbi. Erano gli anni Ottanta. E gli articoli di Ida Magli, taglienti come rasoi, rappresentarono un contributo importante a un’analisi antropologica del nostro paese che, partendo da fatti quotidiani approdava a grandi questioni come la disuguaglianza tra i generi, la crisi del patriarcato, l’evoluzione-involuzione dell’istituto famigliare, le ragioni della violenza calcistica. Ad esempio il 30 maggio 1985, all’indomani della tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles, scrisse un bellissimo articolo in cui smontava i sociologismi sul calcio come ritualizzazione della guerra, mostrando che al contrario negli stadi si combatteva ormai una vera e propria guerra guerreggiata, coperta da interessi colossali. Ma soprattutto denunciava la spaventosa miseria culturale degli ultras, una massa che si nutre solo di calcio ed è drogata di agonismo» (Marino Niola) [Rep 22/2/2016].
• Tra i suoi libri: Gesù di Nazareth, Santa Teresa di Lisieux, La fine dell’uomo. Da ultimo, Figli dell’uomo. Duemila anni di mito dell’infanzia, uscito a novembre 2015 nella Bur. Negli ultimi anni scriveva sul Giornale.
scheda aggiornata al 22 febbraio 2016

 

 
figli
I figli dell’uomo Duemila anni di mito dell’infanzia

L’intento di questo libro è quello di raccontare la realtà della storia del bambino: metteremo a confronto le analogie e le differenze tra i costumi e i comportamenti dei vari popoli che nei tempi passati coinvolgevano, o ancora oggi coinvolgono, la vita dei bambini, il ‘valore’ religioso, sociale, economico che è stato loro attribuito e da cui è dipeso il più delle volte il loro destino.” In un saggio rivoluzionario che ribalta convinzioni e stereotipi sul mondo dell’infanzia, la grande antropologa Ida Magli passa in rassegna i modi in cui i bambini sono stati trattati nel corso della storia per mostrare perché i nostri “cuccioli” non sono sempre stati considerati esseri innocenti e indifesi di cui occuparsi. Per molto tempo, e spesso ancora oggi, i figli sono stati trattati come una proprietà, sacrificabile e sacrificata. Un viaggio sconcertante di scoperta, nel quale impariamo che l’infanzia non è (quasi) mai stata un momento magico per gli uomini.

difendere
Difendere l’Italia

Mentre gli scandali quotidiani e la frattura tra cittadini e istituzioni rendono sempre più evidente la disgregazione del sistema politico italiano ed europeo, Ida Magli mette in luce il mutamento epocale che la nostra democrazia sta vivendo: la rappresentanza è morta, e ciò significa la fine dei vecchi partiti che con il loro deserto di idee hanno fatto sprofondare l’Italia nella corruzione e l’hanno resa schiava della spietata contabilità dei banchieri di Bruxelles. Di fronte a questo sfascio, tuttavia, non è possibile restare indifferenti: è necessario reagire a un sistema ormai esausto, e rifondare le basi culturali e sociali della nazione. In questo saggio senza sconti a nessuno, Ida Magli spinge gli italiani a ritrovare il proprio orgoglio, e lavorare per una rinascita italiana degna di questo nome: un programma politico e intellettuale per riappropriarci delle decisioni fondamentali per la nostra vita e salvare il nostro Paese.

 

dopo
Dopo l’Occidente

“Aprirai un conto corrente. È questo l’Undicesimo Comandamento; non avrai altro Dio all’infuori di me… Andrai nella tua banca ogni mattina, che è la tua chiesa, e quei pochi soldini li verserai lì, così che il governo possa controllare se davvero li adoperi soltanto per mangiare.” Ida Magli lancia un caustico grido di allarme contro l’attuale indirizzo politico e il nuovo apparato di governo, denunciando quello che per molti rappresenta un importante passo avanti dell’Italia verso l’acquisizione di una piena dimensione “europea” e che, ci dice la grande antropologa, costituisce invece un’ulteriore tappa verso il definitivo declino della nostra cultura, l’accettazione passiva di falsi valori che, dietro il culto della forma e dei numeri, nasconde l’incapacità di immaginare un vero futuro. Un j’accuse che non risparmia nemmeno il Vaticano, la Chiesa e il suo clero, colpevoli di non saper difendere la storia, l’arte e la tradizione – le ricchezze autentiche delle nazioni – dalla progressiva desertificazione della civiltà e di non saper controbattere efficacemente alla tecnocratica religione del profitto, fondata sul dogma della crescita perenne, che terrorizza agitando l’ingannevole spauracchio del default. Perché nessun popolo “fallisce”, e una cultura è viva finché continua a credere in se stessa e nella propria storia.
dittatura La dittatura europea
Mentre l’Unione mostra la sua inutilità, la politica tace. La più irriducibile avversaria di Maastricht racconta le storie, i dati, le testimonianze, di come il sogno comunitario ci stia togliendo la libertà.
L’Europa doveva abolire la storia. La storia ha abolito l’Europa. Lucio Caracciolo L’Unione Europea, proposta più di cinquant’anni fa come un grande passo verso il futuro, nel 2007 ci è stata imposta come un processo giusto e inesorabile. Oggi, i risultati sono davanti agli occhi di tutti, eppure in molti faticano a vederli, perché ormai la macchina degli interessi politici ed economici che l’ha messa in moto ha censurato le coscienze anche degli italiani, che accettano l’Unione come un dato di fatto, e con essa la perdita dell’identità nazionale, così come diversi diritti personali. In questo personalissimo e forte pamphlet, Ida Magli, tra le prime e più autorevoli oppositrici dell’Unione, risale all’origine di questo disastro, andando a cercare, nella storia e nei suoi incontri, i principali colpevoli, senza sconti a nessuno, dalla cattiva politica alla Chiesa, dagli intellettuali pavidi ai banchieri pronti a imporre su tutti la loro legge. Il risultato è la storia di come un progetto nato solo sulle carte geografiche ha contribuito a renderci più poveri, meno sicuri, e certamente meno liberi. Mentre l’unione mostra la sua inutilità, la politica tace. La più irriducibile avversaria di Maastricht racconta le storie, i dati, le testimonianze, di come il sogno comunitario ci stia togliendo la libertà.Il Mulino di Ofelia

ILMULINO
Il Mulino di Ofelia

La morte, la trascendenza, la paura. Il contatto con l’al di là, la conoscenza, il potere. Il vuoto, la solitudine, la speranza. Una linea sottile collega tutte le religioni, racconta perché sono nate e perché continuano a esistere. L’uomo ha creato la religione per non rimanere solo con il nulla che lo circonda.Ho voluto spiegare le religioni con estrema semplicità e assoluto rigore nel livello dei concetti, partendo dalla constatazione che, a prescindere dalle differenze fra l’una e l’altra, esse sono una creazione del pensiero umano e rispondono a due bisogni fondamentali strettamente connessi. Il primo: fornire una spiegazione della morte; il secondo: mettere in atto un potere che la domini. Il bisogno del potere è diventato subito primario in tutte le società, dalle più antiche alle contemporanee. E i detentori del potere si sono serviti del timore della morte e del controllo-dominio sulla morte per organizzare la vita del gruppo. Nelle religioni si nasconde la storia che sta sotto alla storia dell’uomo; i passi incerti, pieni di angoscia e di speranza che gli uomini hanno via via compiuto per poter vivere malgrado la morte; per venire a patti con le forze soverchianti da cui erano e sono circondati. Raccontarle significa raccontare la solitudine, accompagnare gli uomini di ogni epoca nei loro innumerevoli tentativi per uscirne.
Ida Magli

-MagliGESU
Gesù di Nazaret

L’Occidente è nato dalla fi gura di Gesù, per cui riformare la lettura di Gesù vuol dire riformare la lettura che l’Occidente fa (o ha già fatto) di se stesso paragonandola alle proprie origini.
Gianni Baget Bozzo

Si può chiamare quella di Gesù una religione dell’umanità dell’uomo?
È difficile definirla “religione” perché si dovrebbe concepirne la possibilità senza le strutture fondamentali del sacro, ossia senza strutture di potere.
L’analisi compiuta in questo libro tende a dimostrare che Gesù ha eliminato il fondamento della cultura ebraica scalzando i legami di sangue come unità di essenza, il tempo come attesa della salvezza, i tabù e i rituali di purificazione. Viceversa il cristianesimo, costituendosi fin dalle prime azioni di Pietro e di Paolo con tutte le strutture normali del sacro, non ha messo in atto quello che Gesù aveva proposto. Si tratta di un’operazione impossibile? A giudicare da quello che è avvenuto nei duemila anni trascorsi e da quello che sta avvenendo oggi, con il riavvicinamento della Chiesa wojtyliana all’ebraismo e al musulmanesimo, sembrerebbe di sì. Tuttavia la proposta di Gesù si presenta come l’unica veramente degna dell’uomo contemporaneo, l’unica capace di salvarlo. Gesù, contrariamente a tutti gli uomini, non ha vissuto in modo inconsapevole e ovvio i valori sui quali si fondava la sua cultura, ma ne ha preso le radici, profondamente nascoste, e le ha capovolte, dichiarando che esse erano ormai inutili.
Tutti sono stati contro di lui.
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Contro l’europa

Contro l’Europa. Tutto quello che non vi hanno detto di Maastricht: La rinuncia alla sovranità nazionale, alla libertà e alla democrazia è alla base del Progetto-Europa. Di questi problemi in Italia non si è mai discusso a causa dell’assoluta censura instaurata intorno all’Unione Europea. Di fatto si dà per scontato che gli italiani, seguendo il destino della loro storia, debbano diventare succubi di un potere straniero. Questo libro, in forma di sintetico e aggressivo pamphlet, è il personalissimo tentativo di un antropologo per convincere gli italiani a riflettere su quello che il Trattato di Maastricht comporta: la possibile perdita di qualsiasi libertà e il rischio della frammentazione dello Stato… Nuova edizione aggiornata.