Fronte Sannita per la difesa della Montagna

Comunicato stampa del 19 agosto 2018

Sul costruendo impianto eolico in località Montagna Fasana, in territorio di Morcone, succedono cose strane. Pare che  la E.ON si sia appropriata di tutta la montagna e la vigilanza intima, a chi si appresta nei pressi, con fare minaccioso,  di allontanarsi.

Io personalmente ho subito cinque tentativi di intimidazioni tutti andati, per loro,  a vuoto.

In alcuni casi mi è stato intimato di non scattare foto.

Ci giungono quotidianamente notizie che la vigilanza in servizio sul costruendo impianto eolico non appena scorge persone estranee o semplici escursionisti avvicinarsi all’impianto li intercettano e gli “intimano” di allontanarsi. Tra il 15 ed il 18 agosto due amici con rispettive famiglie sono stati allontanati con al minaccia di essere denunciate.

E’ evidente che la società E.ON non vuole occhi indiscreti che possano vedere o documentare  con foto e video  quello che in realtà stanno facendo:  occupazione di aree non autorizzate, scavi senza alcuna precauzione e i 37 cantieri aperti, nella stragrande maggioranza dei casi, senza la prescritta cartellonistica e recinzione che delimiti i cantieri.

Loro NON hanno il diritto di allontanare le persone che si trovano nei pressi dei cantieri!

La montagna è territorio pubblico per altro  gravata da usi civici quindi di effettiva proprietà dei cittadini.

L’autorizzazione a costruire un impianto industriale eolico non  gli da il dirittodi appropriarsi di tutta la montagna!
La E.ON è obbligata a recintare tutte le aree di cantiere e predisporre e segnalare appositi “passaggi protetti”   al fine di poter dare la possibilità a persone ed animali al pascolo di attraversare il cantiere in tutta sicurezza.
Il cantiere non è una dogana ne una proprietà privata e non si può limitare la libertà individuale di circolazioe in  aree pubbliche.
Vi possono intimare di allontanarvi solo se avete scavalcato la recinzione e vi trovate all’interno della stessa.

E se per caso entrare in un’area non opportunamente recintata e prendere una storta o vi fate male la responsabilità giuridica, penale e risarcitoria  ricade sulla ditta, sul direttore dei lavori e sul Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione che sono penalmente e civilmente perseguibili.

Alla sicurezza dei cantieri sono dedicati gli artt. 108 e 109 del Capo II (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota) del Titolo IV (Cantieri temporanei o mobili) del Decreto legislativo 81/2008:

 

SEZIONE II – DISPOSIZIONI DI CARATTERE GENERALE

Articolo 108 – Viabilità nei cantieri

  1. Fermo restando quanto previsto al punto 1 dell’allegato XVIII, durante i lavori deve essere assicurata nei cantieri la viabilità delle persone e dei veicoli.

Se non rispettata queste sono le sanzioni per il direttore dei lavori e per il resoponsabile del Servizio Prevenzioen eProtezioneSanzioni Penali Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti •  Art. 108 : arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.096,00 a 5.260,80 euro [ Art. 159, co. 2, lett. b)]

Articolo 109 – Recinzione del cantiere

  1. Il cantiere, in relazione al tipo di lavori effettuati, deve essere dotato di recinzione avente

caratteristiche idonee  ad impedire l’accesso agli estranei alle lavorazioni.

Sanzioni Penali Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti •  Art. 109, co. 1 : arresto sino a due mesi o ammenda da 548,00 a 2.192,00 euro [ Art. 159, co. 2, lett. c)]

 

Quindi se andate a fare una passeggiata ai “Tre Cantoni” e qualcuno arriva e vi intima di allontanarvi da un’area non recintata, chiamate la forza pubblica e denunciate sia la persona che vi intima di andare via (gli addetti alla vigilanza privata non sono pubblici ufficiali) sia la società che non ha predisposto le opportune recinzioni e predisposto, segnalandole,  le aree obbligatorie di attraversamento del cantiere poiché in nessun caso è previsto che si possa limitare la libera circolazione su aree pubbliche.

 

18/09/2018                                                                                                    Il Presidente
Giuseppe Fappiano