Nancy Wake, agente segreto

Nancy Wake, il “topo bianco” più temuto dai nazisti

23 Agosto 2023
Fu la spia britannica più ricercata durante la Seconda Guerra Mondiale, ma riuscì sempre a sfuggire ai nazisti. The White Mouse, come venne chiamata, guidò la Resistenza francese e salvò centinaia di uomini

Francesca Bernasconi

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Giornalista, infermiera e poi agente segreto e spia britannica. Durante la Seconda Guerra Mondiale si schierò in prima linea contro i tedeschi, diventando una risorsa fondamentale per gli Alleati. È la storia di Nancy Wake, soprannominata “White Mouse”, “topo bianco”, per la sua straordinaria capacità di sfuggire alla Gestapo, che non riuscì mai a catturarla. Una donna determinata che non si fermò mai davanti a niente, pur di combattere il nazismo e restituire la libertà ai popoli invasi: “Mentre ero una spia – disse poi – pensavo che non mi sarebbe importato di morire. Senza libertà non c’era motivo di vivere”.

Chi era Nancy Wake?

Nancy, la più piccola di sei figli, nacque il 30 agosto 1912 a Wellington, in Nuova Zelanda. Due anni più tardi, la famiglia si trasferì a Sydney, in Australia, ma poco tempo dopo il padre tornò in Nuova Zelanda, lasciando soli moglie e figli. La Wake lavorò inizialmente come infermiera, dopo aver lasciato la casa della madre a 16 anni e, grazie a una somma ricevuta da una zia all’età di vent’anni, lasciò l’Australia e iniziò a viaggiare. A New York si formò come giornalista, spostandosi poi a vivere a Parigi, lavorando come reporter freelance. In Francia conobbe l’industriale Henri Fiocca, che divenne suo marito e con il quale si stabilì a Marsiglia alla fine degli anni Trenta. In Europa, proprio in quel periodo stavano covando le mire e le tensioni che avrebbero portato allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Nancy Wake assistette all’ascesa del nazismo e alle crescenti violenze cui vennero sottoposte la popolazione ebrea e le altre minoranze. Il New York Times sostenne che la Wake raccontò di aver subito in quel periodo una “metamorfosi personale”, scatenata da una visita a Vienna negli anni Trenta. In quell’occasione infatti, la giornalista vide con i propri occhi le violenze dei nazisti, che malmenavano le persone ebree per le strade. Così promise a sé stessa che avrebbe “fatto tutto il possibile” per combattere l’odio scatenato dai nazisti: “Il mio odio per loro era molto, molto profondo”.

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L’occasione per combattere il potere nazista le si presentò di lì a poco, quando la Germania invase la Francia. Nancy Wake iniziò infatti a collaborare con i gruppi della Resistenza locale, nascondendo chi aveva bisogno di copertura, corrompendo le guardie carcerarie per liberare i prigionieri e trasportando materiale tra gli oppositori. Le fu attribuito il merito di aver salvato centinaia di aviatori alleati abbattuti, scortandoli e facendoli uscire dalla Francia.

Dopo la caduta della Francia ed essendo diventata una seria minaccia per i tedeschi, che la cercavano in tutto il territorio, decise di fuggire in Gran Bretagna. Il marito, che non andò con lei, venne successivamente raggiunto dalla Gestapo, torturato per indurlo a rivelare il nascondiglio della moglie e infine ucciso. Nancy Wake non seppe nulla circa il destino di suo marito fino a dopo la guerra, quando le venne rivelata la sua morte.

Il “topo bianco”

I vari tentativi di cattura da parte della polizia nazista andarono in fumo. La capacità a darsi alla fuga senza farsi arrestare dalla Gestapo le valsero il soprannome di “topo bianco”. In poco tempo Nancy Wake divenne la donna più ricercata dai nazisti, che misero addirittura una taglia sulla sua testa.

Nel frattempo, “The White Mouse” era arrivata in Inghilterra, dove iniziò l’addestramento del British Special Operations Executive (Soe), l’intelligence britannica alleata della Resistenza francese. Nell’aprile del 1944, all’età di 31 anni, Nancy venne paracadutata in Francia, insieme ad altre 38 donne e 430 uomini, che avrebbero aiutato gli Alleati in prospettiva del D-Day, lo Sbarco in Normandia che avrebbe aperto un altro fronte europeo per l’attacco alla Germania nazista. La Wake arrivò in Alvernia, dove aiutò l’esercito britannico a stabilire linee di comunicazione con i maquisard, i locali combattenti partigiani, un’azione che si rivelò fondamentale, perché aveva lo scopo di distrarre e indebolire l’esercito tedesco in Francia, prima dello Sbarco degli Alleati.

L’agente “White Mouse” recuperò munizioni e armi lanciate in notturna con i paracadute, li nascose in depositi al riparo dai nazisti e pronti per l’esercito britannico, stabilì comunicazioni fondamentali con la Gran Bretagna. Una volta dovette affrontare uno scontro con i tedeschi, durante il quale la radio e i codici vennero compromessi e persi. Questo avrebbe significato l’interruzione delle comunicazioni con Londra. Per ripristinare la linea Nancy Wake percorse in bicicletta centinaia di chilometri, attraversando diversi checkpoint tedeschi per informare gli inglesi sulla perdita della comunicazione. Durante la guerra, l’agente britannica guidò una forza di migliaia di uomini della Resistenza francese di Alvernia, che riuscirono a dare del filo da torcere alle truppe tedesche.

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La fine della guerra

Dopo la liberazione della Francia, Nancy Wake seppe della morte del marito: “Mi sono sempre sentita responsabile della sua morte – disse la Wake nel 2002, come riporta The Australian L’hanno torturato. E suo padre gli ha detto: ‘Ti rilasceranno se dirai loro dov’è andata Nancy’. E lui ha detto: ‘Papà, laisse-moi tranquille’ (n.d.r. ‘Papà, lasciami in pace’)”. Poco dopo venne ucciso. Alla spia più ricercata dai nazisti venne attribuito il merito di aver salvato la vita a centinaia di soldati e quando la guerra finì Nancy Wake ricevette molti riconoscimenti da diversi Paesi del Mondo: tra le altre, venne insignita anche della George Medal britannica, della United State Medal of Freedom e tre volte della Croix de Guerre.

“The White Mouse” lavorò come agente segreto per il Ministero britannico dell’Aeronautica, nelle ambasciate di Parigi e di Praga. Nel 1957 sposò un pilota in pensione della Royal Air Force. La spia che tutti i nazisti avrebbero voluto catturare e uccidere non venne mai identificata. Morì a Londra, il 7 agosto del 2011.

 

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