Il lago di Canterno detto “Lago Fantasma”

Il lago di Canterno detto “Lago Fantasma” della Ciociaria. Ecco perché.
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I segreti del Lago di Canterno, il “lago fantasma” della Ciociaria.

Il grande fascino del Lago di Canterno non è dato solo dalla sua bellezza, ma saperlo è dato ai pochi.
Lo specchio d’acqua della Ciociaria che tocca cinque comuni (Fiuggi, Ferentino, Fumone, Trivigliano e Torre Cajetani), appartato e silenzioso, lontano dal turismo di Fiuggi, appena prossimo al traffico della strada provinciale, è stato per molto tempo al centro della curiosità delle tante popolazioni che su di esso si affacciano.
Questa è la storia di Canterno, il fantasma degli Ernici.
Bacino carsico di discrete dimensioni, con una profondità compresa tra i 13 e i 25 metri dall’atmosfera struggente e malinconica. L’epoca della formazione è poco chiara, benché se ne faccia menzione in documenti risalenti al secolo XVIII. La sua formazione è comunque fatta risalire ai primi decenni dell’Ottocento, quando le conche fertili della zona, su cui esso oggi giace, prima occupate da campi coltivati e grano, furono inondate a causa di un abisso che, nel 1821, ostruendosi completamente, diede il via al processo di riempimento della valletta che si compì nell’arco di pochi giorni con grande pena di molti coltivatori e con grande soddisfazione di altri che presero al volo l’occasione di diventare pescatori.
Un nuovo lago, certo. Ma il meccanismo che aveva portato all’inondazione si rivelò presto come la causa diretta di una caratteristica davvero insolita del bacino, che gli fece meritare l’appellativo di “lago fantasma”. Il lago divenne infatti protagonista di un singolare fenomeno di “instabilità”, legato al periodico svuotamento e riempimento del “Pertuso”, causati rispettivamente dalla disgregazione o dall’accumulo di materiale ligneo e detritico all’imbocco dell’abisso.
A intervalli irregolari, il lago si seccava parzialmente o per intero, per poi riapparire, spesso improvvisamente, nella sua primitiva ampiezza, e la fase di prosciugamento non si presentava sempre con lo stesso effetto: essa poteva durare vari mesi (1913 e 1914), qualche giorno (1882 e 1894) o addirittura molti anni (dal 1894 al 1943).
Il fenomeno della periodicità del lago si protrasse fino al 1945, quando cioè l’inghiottitoio venne ostruito artificialmente per la creazione di una piccola centrale idroelettrica, dando, dunque, stabilità all’intero bacino.
Nel 1943, però, si era data vita all’esplorazione dell’inghiottitoio e si era potuto scoprire che esso comunicava con una grotta sotterranea, che era anche il luogo in cui i pesci si rifugiavano durante i periodi di abbandono delle acque.
Del tutto stabile? Ma nemmeno per sogno. Sebbene oggi si cerchi di regolare il volume del bacino, la sua naturale peculiarità di essere instabile non è scomparsa del tutto. Si manifesta anzi anche più costantemente, benché in maniera senza dubbio meno scenografica rispetto al passato.
Il lago di Canterno continua oggi ad avere repentini mutamenti di livello delle acque, osservabili anche nel giro di pochi anni. Testimone assai suggestivo di questi cambiamenti è un alberello solitario che si erge delle acque ad una quarantina di metri dalla costa rivolta a Fiuggi, presso l’imbocco del Fosso del Diluvio: nei periodi di piena esso appare quasi sommerso dalle acque e viceversa in quelle di secca ne fuoriesce interamente, situazione osservabile fino a nemmeno un anno fa. Ma a ben vedere, l’attrazione esercitata dal lago sul viaggiatore dai gusti romantici non si esaurisce in questa sua curiosa prerogativa. Pochi luoghi come Canterno sanno regalare pure sensazioni d’incanto. Meraviglioso ed indimenticabile è in particolare l’affaccio ad Est verso i Monti Ernici, con in primo piano le due nobili vette rocciose della Monna e della Rotonaria, che in inverno si specchiano innevate sulle acque azzurre del lago, mostrandosi al tramonto tinte di rosso, porpora o viola. Anche l’ambiente circostante, contraddistinto da prati verdissimi e colline ora brulle ora boscose, fa di questo “lago fantasma” uno scorcio magico di Ciociaria, che, per l’effetto coreografico complessivo, è stato paragonato ai ben più celebri laghi scozzesi, come quello di Lochness. E, dall’alto di un colle, dominano poi questo paesaggio d’epica bellezza le tetre rovine medievali di Porciano Vecchio, testimonianza del glorioso passato di queste lande.

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Fonte: Lazio Nascosto.
Foto: ViviCiociaria – Itinarrando