Ricominciare dall’amore, la nostra salvezza

𝐑𝐢𝐜𝐨𝐦𝐢𝐧𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞, 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐬𝐚𝐥𝐯𝐞𝐳𝐳𝐚
Da dove viene fuori il mio nuovo saggio dedicato a L’amore necessario, che esce oggi da Marsilio in libreria? Dov’è finito il critico del presente, il polemista? Potrei rispondere che non da oggi mi occupo di temi esistenziali che incrociano la vita col pensiero, i rapporti tra gli uomini e il vasto campo dei sentimenti, dei miti e delle passioni.

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Ricominciare dall’amore, la nostra salvezza
di Marcello Veneziani
31 Gennaio 2024

Da dove viene fuori il mio nuovo saggio dedicato a L’amore necessario, che esce oggi da Marsilio in libreria? Dov’è finito il critico del presente, il polemista? Potrei rispondere che non da oggi mi occupo di temi esistenziali che incrociano la vita col pensiero, i rapporti tra gli uomini e il vasto campo dei sentimenti, dei miti e delle passioni. E da tempo, come qualcuno si sarà accorto, cresce il distacco e il disincanto verso i territori della politica, della storia e della cultura civile, l’avanzata del trash e le sue meschine furbizie.

Il saggio sull’amore è tutt’altro che una fuga nel privato, una ritirata nell’intimità o una conversione tardiva a romanticismi sdolcinati. Perché l’amore è inteso come la forza che muove il mondo, l’energia primaria che anima la vita, sorregge i legami e ci sporge fuori di noi, oltre noi stessi. Dunque l’amore ci apre al mondo, fa sorgere le comunità, non ci rinchiude in noi stessi o in una gabbia domestica a due.

L’unica antitesi alla presente società del disamore, fondata sull’odio e sull’indifferenza, sul narcisismo e sull’utilitarismo, è ricominciare dall’amore, forza originaria che ci spinge a vivere, a connetterci agli altri, a conoscere e a realizzare, a cercare tracce e a lasciare impronte. Senza l’energia dell’amore non fondiamo nulla, non ci dedichiamo a niente e a nessuno, viviamo nell’apatia o nell’automatismo. Predisporsi all’amore è decisivo per stare al mondo e tentare di capirlo, modificarlo, abbracciarlo. Se il mondo collassa, se cresce la filiera degli amori perduti, è un bisogno vitale prioritario ripartire dall’amore, cercare una rifondazione amorosa del mondo e dei nostri rapporti.

Ne L’amore necessario tratto dei nove gradi dell’amore: dall’amore per la vita, necessario per vivere e non solo tirare a campare, quell’amore come appetito di vita che mette incinta la giornata e ci sposa con il mondo all’amor di coppia, o della persona amata, che resta l’amore per definizione ma è “solo” un grado nella scalata dell’amore; dall’amore per la famiglia, fondamento del nostro vivere e di ogni società, luogo originario in cui nasce il primo amore che non finisce mai, ovvero l’amore materno all’amore per gli assenti, i lontani, gli invisibili. Poi l’amor patrio, fondato sul principio naturale della predilezione per la propria terra, la propria lingua, la propria civiltà e tradizione, il proprio popolo. Per allargarsi all’amore filosofo, sulle ali di Platone e dei suoi miti, nelle varie forme amorose. Poi si affronta l’amore verso il mondo: giacché l’amore, come dice Dante a conclusione della Divina Commedia, “move il sole e l’altre stelle”; e nei nostri anni, Franco Battiato ha cantato “Tutto l’universo ubbidisce all’amore”. La fisica conferma che il principio amoroso dell’attrazione regge l’universo e lo collega in tutte le sue parti. E infine, i gradi più alti dell’amore: l’amore del destino, della verità, l’amor di Dio. Amare è oltrepassare l’io e non finire con lui. L’amore è sempre amore per l’essere, è impossibile l’amore per il nulla o per il non essere. L’amore è necessario nel lavoro, nelle amicizie e nella curiosità di conoscere il mondo.

Insomma, un viaggio su vari piani, in tutte le stazioni dell’amore: carnali, mentali, affettive e sociali. Il filo d’Arianna è una concezione agli antipodi del libero amore o dell’amore come solo desiderio o mera scelta soggettiva. L’amore è visto come necessario perché attiene all’essere prima che al volere, è naturale prima che libero, investe il destino e non solo il desiderio volubile del momento; l’amore per i famigliari, ad esempio, è un amore biologico, sanguigno, oltre che affettivo e spirituale, fondato su un legame naturale e indelebile, irrevocabile. Io non scelgo i miei genitori, i miei figli e i miei fratelli; ma questo non rende inferiori, labili o deteriori quei legami, semmai li rafforza, li carica di necessità e destino, legami per sempre, non revocabili, se passa il desiderio di stare insieme.

L’amore è necessario come argine e risposta all’intelligenza artificiale che si allarga ad ambiti sempre più vasti e ci espropria di attitudini e mansioni; ma non può generare amore e ha bisogno di una spinta originaria, un conato, un inizio, per avviare ogni sua attività. E quella spinta viene dall’amore.

L’amore necessario è connessione e predilezione. Non riusciamo infatti ad amare dello stesso amore l’intera umanità, o lo straniero sconosciuto rispetto alle persone a noi più care; è naturale e salutare che si ami secondo il principio di prossimità, a partire da chi è o avverti più vicino. Questo vale nell’amor di coppia, come nell’amore per i propri famigliari, dei propri amici e compatrioti. Chi trasforma quegli amori in odio o in violenza per fame di possesso tradisce quegli amori; ma la catena degli abusi non può rinnegare la sostanza positiva dell’amore. E non è onesto attribuire ai fantasmi della passata società patriarcale le violenze nate dal disamore diffuso nella presente società egoista e nella sua disgregazione dei tessuti comunitari.

L’antitesi dell’amore non è l’odio, che è una passione triste, un amore capovolto e traviato, ma l’indifferenza che è l’assenza di ogni movente. Si ama per cerchi concentrici, dal più vicino al più lontano; e avversa coloro che impediscono, aggrediscono, mortificano l’amore. Non odia, semmai difende gli amori.

Con questo nuovo saggio sull’amore necessario si compie un viaggio a cui avevo dedicato tre tappe precedenti: la disperazione come punto di partenza anziché punto d’arrivo fu la chiave di Dispera bene, per mettere a frutto il nostro malessere. Poi venne la Cappa che incombe sulla nostra società e soffoca la libertà, la differenza, la dignità e l’intelligenza. Quindi lo sguardo si spostò dall’emisfero di sopra all’emisfero di sotto, in cui vivono i sudditi sotto la Cappa, ossia gli Scontenti, a cui questo mondo non piace. E che scadono a volte nell’odio perché sono scontenti di sé stessi e del mondo in cui vivono.

Dopo la critica radicale del presente, il viaggio approda ora a un orizzonte positivo e propositivo, per un cammino di pensiero e di vita all’insegna della nascita e della rinascita, della scoperta e della fondazione, del fare e del sapere. Qui sorge l’idea dell’amore necessario, fonte della vita e progetto a cui dedicarla. Quando insorge la tentazione della critica e della sfiducia, ricerchiamo le possibilità positive per oltrepassare quest’epoca e il disamore che la pervade; non fermiamoci a deprecare le rovine e contare le perdite. L’amore è la più grande potenza del bene e il primo motore della conoscenza. L’amore necessario anima la vita, connette al mondo, cura l’essere e trascende il mutare.

La Verità – 30 gennaio 2024