Alluvione-Fiumi e strade le priorità Fondi? Ci pensa la Regione

Gli impegni
“Fiumi e strade le priorità Fondi? Ci pensa la Regione”
De Luca torna a Benevento: controlli rigorosi sulle spese

Gigi Di Fiore – INVIATO
BENEVENTO. «Diciamo la verità, questa devastazione ci ha colti alla sprovvista perché ha investito un territorio non considerato ad altissimo ri-schio». È tutta in questa frase del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, la disattenzione informativa che si avverte sul disastro che, in sei giorni, ha messo in ginocchio l’intera provincia di Benevento. Una distrazione nazionale, con pochi riflettori accesi su una provincia fuori dai grossi circuiti dell’informazione nazionale e da clamori.
La gente qui non ama piangersi addosso, o strapparsi i capelli. Non urla, ma ha dimostrato di rimboccarsi le maniche sin dalle prime ore della violenta alluvione. Il governatore De Luca torna per la seconda volta alla prefettura di Benevento e l’accompagnano di nuovo l’assessore alle Attività produttive, Amedeo Lepore, e il vice presidente, Fulvio Bonavitacola.
Nel gran salone della Prefettura, c’è qualche sindaco, il presidente della Provincia, Claudio Ricci, volontari e tecnici della Protezione civile con il direttore dell’ufficio idro¬geologico nazionale, Roberto Oreficini, arrivato da Roma. De Luca è corso a Benevento, partendo in anticipo da Milano dove era ad un impegno programmato all’Expo. Arriva poco dopo le 17,30 e taglia corto con le polemiche sollevate dal Movimento cinque stelle, sui ritardi negli interventi: «Suvvia, per una volta in queste cose, facciamo le persone serie».
Poi, nella riunione a porte chiuse con il prefetto Paola Galeone a fare da padrona di casa, De Luca al microfono chiarisce subito le sue intenzioni: «Siamo qui, e resteremo in maniera costante in contatto con quanto accadrà in questa provincia, per concretizzare le due fasi da affrontare. Va affrontata l’urgenza degli interventi per ripristinare funzionalità alla viabilità, l’elettricità, l’acqua. Poi, c’è l’obiettivo di ottenere dal Consiglio dei ministri lo stato d’emergenza. E, per raggiungerlo, dobbiamo definire il quadro preciso dei danni”.
De Luca ha le idee chiare e mette insieme i danni alle case private con quelli ad un sistema produttivo andato in tilt per l’inondazione di acqua e fango. La presenza, per la seconda volta, dell’assessore Lepore ne è una conferma. Nel salone, c’è il rappresentante dell’azienda di mangimi Minicozzi, che lancia l’allarme: «Da quattro giorni, con i volontari stiamo spalando fango. Ci sono 5000 aziende che lavorano per noi. È bastato un altro acquazzone per vanificare gli interventi dei giorni precedenti. Il fango è tornato. E allora vanno messi in sicurezza soprattutto gli alvei dei fiumi».
È la richiesta degli interventi urgenti, che sembra dividere. I sindaci hanno paura di affrontare spese, con i vincoli della spending review e, soprattutto, nell’assenza di certezze su quanto il governo centrale stanzierà per l’emergenza. Con l’Asi di Benevento, l’Arpac ha risolto il problema dello stoccaggio del fango spalato, considerato rifiuto che non si sapeva dove mettere. Ma è in quest’area, che è a Ponte Valentino a Benevento, che 12 stabilimenti sono danneggiati a tal punto da non poter riprendere la produzione. Sono chiusi e la zona, che ha una estensione di un milione di metri quadri, ne ha 600mila invasi da fango e detriti. Il rappresentante del pastificio Rummo incalza: «Abbiamo 100mila tonnellate di pasta bagnate dall’acqua. Con noi lavorano 300 persone, non possiamo aspettare lo stato di emergenza per intervenire a ripristinare i luoghi danneggiati».
Il governatore De Luca annota, comprende subito il nocciolo della questione, precisa che non si può continuare a elencare ogni dettaglio della situazione, ma bisogna rendere operative le riunioni con obiettivi e soluzioni. Praticità. E dice, rivolto ai sindaci preoccupati: «Vi dico andate avanti con gli interventi. Se i fondi del governo non copriranno tutte le spese, troveremo il modo di farlo noi con i fondi regionali. Naturalmente, devono essere tutte spese rendicontate e giustificate. Il problema della messa in sicurezza dei fiumi, come il Calore, o il ripristino dei collegamenti tra i paesi, è certamente prioritario in questa fase»
Ma c’è anche l’obiettivo dello stato di emergenza da raggiungere. E De Luca ripete, sempre ai sindaci: «Forniteci subito il quadro dei danni da trasmettere a Roma. E’ fondamentale alla procedura amministrativa. Poi verranno i problemi del credito bancario o della fiscalità da affrontare. Ma sono passaggi successivi da discutere. Sugli stati di avanzamento dei lavori già avviati con la pubblica amministrazione,la verifica va fatta per dicembre. Mi raccomando, però, solo interventi utili alla comunità.I soldi sono pochi e il controllo sarà rigoroso. Non vanno sprecati con le clientele, ma vanno utilizzati per il bene della gente».
Non ci sono repliche. Sui rimborsi alle spese di somma urgenza dei Comuni, il direttore Roberto Oreficini precisa: «Non posso assicurare rimborsi a pie’ di lista. Dipende dallo stanziamento governativo». Il governatore De Luca smussa sulle polemiche e anzi, sugli interventi della Protezione civile, dice: «C’è una solidarietà nazionale, con la disponibilità dei ministri che hanno competenza ad occuparsi di questa sciagura. Va un ringraziamento ai volontari accorsi nel Sannio, per aiutare a spalare il fango. Ma dico che, quando tra qualche mese tutta l’attenzione finirà e la sciagura del Sannio verrà dimenticata, la Regione continuerà a seguire tutti gli iter necessari a riprendersi da questa tragedia».
La Regione ha stanziato da venerdì un milione di euro per le somme urgenze, poi ha avviato la richiesta al governo per ottenere lo stato di emergenza nazionale. De Luca va via in serata. A Benevento, quasi sicuramente, tornerà nei prossimi giorni.

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Il Mattino del 21ottobre 2015 Primo Piano pag. 5