La Francia e i suoi schiavi immigrati

Nave-Diciotti-150x150La Francia e i suoi schiavi immigrati
È tutta questione di… miseria.

So che per alcuni di voi potrà risultare faticoso questo link,(https://www.youtube.com/watch?v=zsL2NoR2BY0&feature=youtu.be) perché si tratta di un’intervista un po’ lunga. Però, penso anche che, se vogliamo davvero conoscere la situazione africana e il perché siamo in questa condizione generale, riferendomi all’immigrazione in Italia, e quindi in Europa, si debba ascoltare questo signore.

Qui, scopriremo una verità ben conosciuta a livello mondiale, accettata, voluta e perseguita dalla grande Francia illuminista, quella della fraternità, libertà e legalità. Certo, solo a parole. Perché la Francia, forse da sempre, è piena di parole e poverissima di fatti, specialmente nelle sue colonie storiche, nel suo rapporto con gli africani, pur presentandosi al mondo come esempio di civiltà e progresso.

La Francia sfrutta, sottomette e utilizza, senza nessuna remora civile, senza qualsiasi forma di rispetto per le persone, da secoli il continente africano e lo fa impunemente. Continua a farlo, e la Libia degli ultimi anni è il frutto della sua politica, alla quale è asservita, per giochi elettorali ed economici, questa fasulla Europa.

Come al solito, i soldi sono l’origine di tutto, e anche la fine di tutto. Alimentano presidenti africani asserviti ai colonialisti, e promettono al popolo la resurrezione in qualche Paese europeo, mentre l’importante è mantenere soggiogati economicamente gli africani, impoverendoli sempre più, e arricchirsi grazie alle loro materie prime. Questa è la realtà, e lo sanno tutti i governi, i quali, in misura diversa, sono tutti responsabili di questa situazione. Lo sa l’Onu e lo sa l’Unione Europea, come gli Stati Uniti e la Cina. Tutti, senza nessuna esclusione, e con la compiacenza di un livello di corruzione della politica africana inimmaginabile.

In tutto questo, ecco che si manifesta la “deficienza cognitiva” della nostra pseudo-sinistra italiana ed europea: una sorta di finti liberatori di quella schiavitù che alimentano economicamente da sempre, anche loro, come tutti noi, del resto e purtroppo. Allora, c’è chi prende i gommoni e conduce spedizioni liberatorie ridicole e patetiche; chi si va a fare il proprio funerale sotto forma di défilé in qualche nave della guardia costiera; chi pontifica da qualche finestra, dimenticando di regimentare le spese dei propri cardinali (alcuni di loro arrivano a 25.000 Euro il mese…); chi attacca un Ministro degli Interni che sequestra le persone che fuggono dal sequestro programmato e storicamente condotto dai potenti del mondo.

Insomma, la fiera dell’ipocrisia, della mistificazione, dello scandaloso che diventa regime politico e sociale.

Ecco, penso che dovremmo tutti tacere e fare davvero qualcosa per rispettare i nostri fratelli africani, secondo un principio antropologico-mentale di base, biologicamente determinato: ogni popolo ha il diritto sacrosanto di autodeterminarsi nel territorio in cui nasce e si sviluppa. Nessun popolo desidera allontanarsi dalla propria terra, specialmente quando è ricca.

L’Africa è soggiogata, sottomessa e resa in schiavitù da sempre, e da tutto l’Occidente. E che i nostri “sinistrati” vadano in Africa, facciano politica lì, senza fare i finti missionari altrove, in qualche cooperativa con le magliette tinte di quel poco di rosso sbiadito che rimane nella loro impoverita coscienza sociale, sarebbe cosa opportuna.

Magari, potrebbero anche rimanerci, a torso nudo, senza magliette colorate.
alessandro_bertirotti3Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura e Visiting Professor ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).

Scrivi una mail a Alessandro Bertirotti