Tappeti umani

Tappeti umani

Migranti_00-150x150È tutta questione di… insensibilità.

Direi che questa notizia ( L’hotspot sull’isola -Lampedusa, hotspot da sfollare: «Stanze inagibili, letti all’aperto, a rischio la salute di ospiti e personale» Il rapporto di Cristoforo Pomara, il capo ispettore di Giusi Fasano Lampedusa, hotspot da sfollare: «Stanze inagibili, letti all’aperto, a rischio la salute di ospiti e personale» L’ispezione all’hotspot di Lampedusa (Protezione civile) «Sono scioccato». «Io faccio il medico legale, ne ho viste di situazioni forti, diciamo così. Ma quello che sto vedendo in questi giorni mi colpisce umanamente, oltre che come medico. Se pensiamo di tenere assieme migliaia di persone come facciamo a Lampedusa e chiamare questo “accoglienza” allora abbiamo già fallito».)https://www.corriere.it/cronache/20_settembre_02/a-lampedusa-situazione-choc-sfollare-subito-centro-migranti-156cb16e-ed57-11ea-b7a7-558c0458760a.shtml     è tanto interessante, quanto sconfortante e penosa. Nel titolo, in effetti, annuncia che di pena si tratta.

Se leggete attentamente, troverete un’analisi precisa, chiara ed inequivocabile di ciò che si dovrebbe intendere, in un’Europa normale, civile e illuminata (come ci vogliono far credere alcuni para-politici) per accoglienza.

E vi sono, persino, molti italiani che, pur non sapendo assolutamente nulla di come si vive (meglio dire si muore lentamente…) in questi Centri di Accoglienza, continuano ad affermare che stiamo aiutando queste persone.

hotspot-migranti-lampedusa-sicili-150x150 oraMa, ne siamo proprio sicuri? Possiamo ancora credere che la nostra accoglienza sia davvero un gesto umanitario, oppure vogliamo fare qualche cosa di realisticamente concreto e civile per migliorare la vita di questi individui? A questo punto, non mi interessa nemmeno sapere che cosa si vuole fare nei loro Paesi di origine, oppure su Marte, o ancora da parte della signora Merkel, ma sembra essere sempre più urgente fare qualche cosa di concreto ed efficace e soprattutto di vero.

Al di là delle decisioni governative, che sono sempre espressione della tristezza e dello sconforto nei quali si trova l’intera nazione italiana, siamo in presenza di Ong, di trafficanti di esseri umani, di dittatori africani “posizionati” dall’Occidente nelle diverse nazioni del loro continente, per ridurre i popoli in un normale stato di schiavitù quotidiano. E, cosa nefasta più di ogni altra, è che nessuno vuole veramente migliorare la vita di questi popoli. Non è vantaggioso economicamente, come lo è, invece, fare credere agli elettori (specialmente italiani, che si trovano in una fossa cognitiva abissale…) che accogliere significa realizzare tappeti umani. Eh, sì… perché vi sono alcuni elettori che continueranno a votare i fautori dell’accoglienza, che se ne staranno comodamente (fino a quando non interverrà il volere divino…) nelle loro poltrone vitalizie. Senza contare, che per alcuni italiani – finti accoglienti, in finte cooperative – gli immigrati disperati sono fonte di guadagno quasi inesauribile. E conosco esempi esaltanti.

Ora, in questo ambiente politico-culturale ed antropologico italiano, noi cittadini, che sempre di più non contiamo nulla, come dimostrano ampiamente gli esponenti del governicchio e la fine (Deo gratias!) del Movimento CinqueStalle, cosa possiamo fare?

Andare a votare, cercando di favorire l’allontanamento semi-definitivo di questi furbetti nullatenenti e nulla facenti. Oppure, non andare a votare affatto, cercando di organizzare ciò che rimane di un futuro a pezzi, altrove, in qualche territorio del nostro globo, che ci possa accogliere davvero, sino alla nostra morte.

Tutto il resto è pena (non noia…).

 

alessandro_bertirotti3Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).

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