Anche oggi, Domenica delle palme

Anche oggi, Domenica delle palme e dei ramoscelli di ulivo, simboli di pace e di amore, mentre Papa Francesco officiava la messa che precede la Santa Pasqua, in Egitto due chiese Copte venivano prese di mira dall’odio jaidista. Papa Francesco, da Piazza San Pietro, esprimeva al papa copto Tawadrow la sua costernazione per il grave fatto. Pochi sanno che la chiesa Copta è una delle più antiche e umili del mondo. Vive da secoli isolata in territori ostili, in una dignitosa povertà. La storia racconta che il piccolo Maometto, rimasto orfano in tenera età, fu affidato alle cure del nonno e in seguito, giovinetto, di uno zio commerciante che lo portava con sé nei lunghi viaggi nei mercati orientali. Un giorno, per non condurlo con se in un tumultuoso mercato, lo affidò alle cura di un vecchio monaco copto, Bahira, che nelle lunghe giornate di assenza dello zio, gli parlò di Gesù, di Maria, di Dio, degli Angeli e Arcangeli. L’Islam non esisteva ancora, e quando Maometto divenne il Grande Profeta ebbe sempre parole di venerazione per Gesù e Maria, per angeli e arcangeli ai quali, solamente, occorre rivolgersi per chiedere grazie e aiuto. Il Corano, Libro Sacro all’Islam, fu scritto e riscritto due volte dopo la morte di Maometto. I nostri Vangeli ebbero la stessa origine incerta, e alle volte la memoria degli amanuensi e la convenienza sono cattive consigliere. I fatti della domenica non finiscono qui. Mediaset ha proposto una figura di Berlusconi del tutto inedita, il Presidente che allattava (con il biberon) un agnellino, “Fiocco di Neve”, così battezzato dall’ex ministra degli animali Brambilla. È il più piccolo di altre quattro pecorelle, generosamente salvate dall’orgia pasquale dal Presidente. Ora pascolano felici nelle sue proprietà. Fulgido esempio di altruismo e solidarietà “umana”, tema per le future, accalorate tenzoni elettorali rivolte alle sue, più grandi, pecorelle. Un monito per quei pastori sardi che hanno regalato mille pecore, e alcuni agnellini, agli allevatori colpiti dai recenti disastrosi terremoti che distrussero l’economia dell’Italia centrale. Mille pecore destinate allo sfruttamento latteo-caseario e a partorire agnellini sacrificali per l’orgia pasquale, anziché pascolare libere e felici in meravigliosi giardini.
Ma ciò che più colpisce in questi giorni è l’accalorato discorso di Renzi: “… noi non siamo stati abbandonati dagli elettori… sono loro che ci precedono nelle idee e nelle proposte e noi dobbiamo raggiungerli…” In sostanza l’autoritario ex Presidente afferma che la sua sconfitta referendaria fu provocata dalla richiesta di voto su un insieme di provvedimenti già superati, e gli elettori ne erano consci! Se fosse così, in tempi carichi di fosche nubi in campo internazionale e interno, arrivando sempre in ritardo nel proporre soluzioni politiche ai vari problemi impellenti, ci troveremmo soli, in balia di un futuro fosco e insidioso: Putin, Tramp, Xi Jinping e quel pazzo di Kun Jang-Un, promettono poco di buono, Francia, Germania e altri Paesi del Nord si stanno chiudendo a riccio e noi rimarremmo soli… in balia delle nostre indifese frontiere…

Antonio Baudino