Le Riflessioni di Maria Pia

Anche quest’anno alle prese con gli esami di maturità tra ansie, scelte e scartoffie.

Anche quest’anno, abbiamo “nutrito” il programma con i “grandi” nomi (Leopardi, Manzoni, Carducci, Pascoli, la letteratura meridionalista, D’Annunzio, Pirandello), insomma, grassa la scelta. Ebbene…ogni anno che Dio comanda, su cosa si orientano, quasi in massa, i ragazzi? Italo Svevo o se preferite: Aron Hector Schmitz. Autore scansato dalla critica del tempo, che ha avuto bisogno di “raccomandazioni” per emergere, che ha aspramente criticato e svilito l’uomo “borghese” e le sue frustrazioni; uno scrittore a cui si dedica meno tempo, scolasticamente parlando, eppure scelto in una coralità quasi totale, dai ragazzi. Un mistero che si ripete ciclicamente.
Sarà quello “Stream of consciousness”, eccellenza del modernismo nella letteratura del primo Novecento, oppure affascina la consapevolezza e la genuinità dello scavare, sondare, sorridere dei propri limiti, o potrebbe anche intenerire la superficialità dei critici dell’epoca, la fatica di riconoscere un grande scrittore, che aveva il coraggio di “vomitare” nei sudari borghesi.
Zeno è un bugiardone ed è un “inetto”. Quando va dallo psicanalista sa benissimo che questo psicanalista non lo guarirà mai. Di quello che racconta, metà, tre quarti sono bugie e lo può fare perché lo psicanalista è un quarantenne mondano, esperto fino a un certo punto. Zeno Cosini è fragile, emotivo, nevrotico, impegnato in una costante ricerca di una tranquillità che non vuole.

Opta per la libertà, evitando di scegliere tra fumo e disintossicazione, tra salute e malattia, tra moglie e amante, si concede e si sdoppia, fugge se impaurito, insomma sceglie di non scegliere, dà incarico all’ inettitudine di salvarlo. Si dichiara sano di mente dal momento stesso in cui si rende conto che tutti gli esseri umani sono inesorabilmente malati. Alla fine, afferma che solo una catastrofe inaudita potrà guarire l’uomo, facendolo scomparire dalla faccia della Terra.

Credo sia la genuina irrazionalità dei giovani, ancora non completamente contaminati dalla forma, a orientare le scelte. In fondo, chi non ha mai pensato che noi umani siamo pazzi e che solo una bomba possa salvarci? Chi non l’ha mai pensato almeno una volta nella vita? Sono le 7,34, mi accendo una sigaretta…

MP

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