Non abbiamo (ancora) idea del mondo che stiamo costruendo
Siamo di fronte a un’era nuova, come quando è nata l’arte e la scrittura, cioè la civiltà
Francesco Alberoni – Dom, 26/01/2020 – 17:00
Come ha scritto Cristina Cattaneo, l’esperienza fondamentale di questa epoca, un’idea mai apparsa prima, è che come singoli individui siamo liberi di fare qualsiasi cosa.
Questo senso di libertà è il frutto di sconvolgenti scoperte scientifiche come il controllo delle nascite, il Dna, Internet e l’intelligenza artificiale, a cui è seguita la mondializzazione economica e comunicazionale.
Noi immaginiamo di agire in uno sterminato campo vuoto, e lo facciamo senza che ci sia qualcuno che ce lo ordina, che ci dà regole. Il fatto che poche migliaia di uomini abbiano la metà della ricchezza del mondo paradossalmente non diminuisce ma aumenta questo senso di libertà. Se è riuscito lui, posso riuscire anch’io. È l’idea dell’uomo fatto da sé che viene portata alle estreme conseguenze.
In realtà buona parte di questa libertà è una illusione. Il mondo si è complicato e burocratizzato. Nei Big Data sanno cosa hai fatto, cosa hai comprato, cosa guardi, cosa leggi, cosa scrivi, cosa fotografi, qualunque cosa tu domandi su Google o Wikipedia. Quando fai un acquisto ti mandano informazioni selezionate per te. Se sei di sinistra informazioni di sinistra, se di destra di destra. Poi, collegata all’idea di libertà, c’è l’idea che la vita sia tutta come una pianura senza il tempo, senza l’invecchiamento, senza memoria e tu ti senti libero di pretendere ciò che non ti piace, di cacciare le persone sgradevoli e di ricominciare da capo. Questa sensazione di libertà la provano in particolare le donne, che non devono più dipendere ed essere continuamente controllate da un maschio. Per la prima volta nella storia del mondo maschi e femmine si separano e stabiliscono fra di loro nuovi rapporti. La famiglia patriarcale è andata in pezzi e non è stata sostituita da nessun modello.
Noi spesso diciamo che siamo di fronte ad una trasformazione epocale come quella fra medioevo ed epoca moderna ma io ho piuttosto l’impressione di un cambiamento di era, come dal paleolitico al neolitico, quando è nata l’agricoltura e con essa le città, la scrittura, le arti, in sostanza la civiltà. E non abbiamo una idea del nuovo mondo che stiamo costruendo.