C’‘era una volta il “Cantoniere”.

C’‘era una volta il “Cantoniere”.

Mai come ora ci manca la sua presenza. Basta che piova perché le nostre strade diventino pericolose, al limite della percorribilità.
Ed allora tramandiamo ai più giovani che non lo hanno mai conosciuto, il ricordo di questo lavoratore.
“Cantoniere” deriva da cantone “angolo (della strada)”; operaio cui è affidata la sorveglianza e la minuta manutenzione di un tratto di strada.
Viveva vicino alla sua strada, dentro la casa sulla strada, perché giorno e notte, domeniche comprese, estate ed inverno, doveva intervenire per tenere aperta e sicura quella strada. Si narra di interventi eroici nei quali, mettendo a repentaglio la vita, i cantonieri hanno salvato passeggeri sorpresi da bufere, travolti da frane e da alluvioni.
Ma per fortuna queste erano le eccezioni, la regola invece, praticata con certosina perseveranza, era la manutenzione ordinaria, diremmo oggi preventiva. Armato di ramazza e badile, il cantoniere in divisa allontanava dalla sede stradale gli ingombri , tagliava l’erba lungo le massicciate, rassettava l’asfalto, toglieva le foglie che ostruivano i tombini impedendo il deflusso dell’acqua piovana.
Con il sopraggiungere dei moderni mezzi meccanici, della tecnologia e dell’organizzazione in genere, si sarebbe potuto attendere il miglioramento di questo imprescindibile servizio reso a tutti. Ma non è stato purtroppo così.
Post di Ivonne Cupola

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