Charlie Hebdo, la vignetta sul terremoto in Italia

Gli organi di informazione hanno oggi diffuso  le vignette di Charlie Hebdo apparse sul  numero uscito il 31 agosto con il titolo”Sisma all’italiana”.

I disegni, firmato dal vignettista Felix, vorrebbe interpretare in salsa “ironica” il dramma che ha colpito il Paese, con quasi 300 morti, interi paesi rasi al suolo e migliaia di sfollati. Un ferito insanguinato con la didascalia “Penne al pomodoro”, un’altra con quella “Penne gratinate”, i corpi sepolti con la scritta “Lasagne”.

Tutto è lecito in una società liberale. Si può parlare e scherzare su tutto. Nessuna vignetta, neppure quelle che possono essere giudicate di cattivo gusto, giustificano attentati come quello del 7 gennaio 2015. Ma sorge spontanea una domanda davanti al fumetto degli italiani morti: fino a dove può spingersi la satira?

charlie


Tra le reazioni postate sui social ci ha particolarmente colpita quella dell’Artista Riccardo Fortuna che sottoscriviamo (di seguito trascritta)  così come hanno fatto decine e decine di utenti.


Non mi indignavo per le vignette di cattivo gusto su Maometto, non mi indigno di questa.
Trovo curioso e schizzato, che invece di indignarci per lo schifo che facciamo (ed è notevole come tutti sappiamo), reagiamo piuttosto con la retorica del ‘composto dolore’, del ‘tutti uniti senza polemiche’ e soprattutto del ‘non disturbare il manovratore’. Non bisogna disturbare neanche se mette alla guida della protezione civile gente già condannata per i fatti de L’Aquila, o se fa commissario uno che ha mentito alla magistratura sui finanziamenti indebiti erogati a suo fratello. Stiamo tutti zitti in attesa delle prossime magagne e dei prossimi morti, ma poi ci incazziamo con un vignettista che ci ritrae (senza riguardo) per quel che noi italiani siamo: vite a perdere. Non è il vignettista a trattare le vite e i corpi degli italiani come lasagne, ma sono gli italiani stessi a farlo e a strafarlo senza ritegno e senza rendersene pienamente conto. Siamo disposti a tutto pur di non fare i conti con la nostra feroce passività, a negarla, a rimuoverla. La verità a noi italiani non piace proprio, meno che mai se ci viene sbattuta in faccia in modo crudo. Ma questa vignetta non manca di riguardo ai morti (o ai vivi), semplicemente rappresenta la nostra patologica, enorme e folle superficialità e passività, che produce e riproduce morti con la leggerezza con cui si sfornano teglie di lasagne. Questa nostra connotazione esiste, è palese e fa continuamente morti, in mille modi e in tutti i settori del vivere ‘civile’. Non vogliamo assolutamente vedere, questo è certo, giriamo gli occhi, e ci incazziamo se qualcuno ci rimanda la nostra bruttezza attraverso un gioco di specchi. Ma il re è nudo e laido anche se guardiamo dall’altra parte. Agli indignati chiedo una cosa: se non debbono essere neanche gli artisti a gettare uno sguardo sulla verità da angolazioni scomode e sgradevoli, beh chi sarà a farlo? Saranno le masse di italiani ciechi, muti e sordi? Perché questa strana sconosciuta bestia che chiamiamo verità, o la esamini da angolazioni sempre nuove, oppure è meglio che lasci perdere prima di iniziare. Nel dubbio, comunque, incazziamoci col vignettista e ordiniamoci tutti la nostra brava lasagna, domani è un altro giorno nella terra dei cachi.