Scelte da Renato

“Abbi infinita cura di te”: la bellissima poesia di Gianluigi Gherzi

Quando ti prende il male
della vita storta
abbi infinita cura di te
della tua capacità
di andare piano.
Rallenta il fiato
fino al momento in cui
dentro ogni respiro
verrà a trovarti un profumo.
Dai un nome
a ogni tuo passo
fuori dagli inciampi mortali
della fretta.
Lascia che un fiore ti racconti
osserva
dietro ogni filo d’erba
un paesaggio
dietro ogni spigolo
un mondo.
Lascia che il rosso
della facciata di una casa
ti sia d’augurio
per tutto il giorno
e che il primo volto
incontrato per strada
sia per te un romanzo
di domande.
Quando ti prende il male
della vita storta
retrocedi.
lascia al tuo sguardo
un’altra possibilità
regala al tuo cuore
un mistero più profondo,
alle labbra
la parola preziosa
che
nomina le cose.

Gianluigi Gherzi


“Grazie di esistere”: la bellissima poesia di Alejandro Jodorowsky dedicata alle donne

Ti chiameranno “pazza” perché lo sei,
perché sei nata con il dono di vedere
le cose in un altro modo.
E questo li spaventa.

Ti chiameranno ′′intensa′′ perché lo sei,
perché sei nata con il valore ben indossato
per permetterti di sentire tutto pienamente.
E questo li intimidisce.

Ti chiameranno ′′egoista′′ perché è così,
perché hai scoperto di essere la cosa
più importante della tua vita.
E questo non gli conviene.

Ti chiameranno in molti modi,
con molti giudizi, per molto tempo,
ma resta ferma in te e in quello che vuoi,
e ti prometto che un giorno
ti chiameranno per dirti:
′′Grazie di esistere”.

Alejandro Jodorowsky


 

“È la vita”: la splendida poesia di Erri De Luca dedicata ai genitori che non ci sono più

Non ho madre né padre.
Pare ci sia un tempo regolamentare,
poi a un figlio non spettano più.
Lo chiamano È la vita.
Come spiegazione non mi basta.
Sono rimasto figlio, il padre di nessuno.
Da figlio vorrei qualche volta fare visita,
una telefonata, portare un regalo.
I loro compleanni
sono i giorni che guardo le fotografie.
Mi piacciono quelle con loro due giovani
e io neanche un’ipotesi.
Mi piace la loro vita prima del 1950.
Hanno una serietà ironia che non ho ricevuto.
Mi pento di avere dato via le loro scarpe.
Se tornano mi chiederanno conto
di non custodire la forma dei piedi,
la suola dei passi.
Quando li sogno non stanno più insieme,
vengono a turno in visita,
non parlano, si lasciano abbracciare.
Il tempo non mi abitua,
pure oggi è il giorno dopo
della separazione da quei due.
Solo quando mi succede un guaio
dico meglio così,
che non l’hanno saputo.

Erri De Luca