Il grande ingegno di Alfonso Sellaroli

Il grande ingegno di Alfonso Sellaroli
24 Giugno 2020

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Esposizione di Parigi 1900 – Ingresso principale dell’ Esposizione

E’risaputo che il nostro territorio ha dato negli anni i natali a tantissimi personaggi che hanno contribuito in maniera significativa alla storia del nostro paese. Ciò che, per contro, non ritengo normale è la scarsa conoscenza che abbiamo di quegli uomini che pure sono riusciti a riscuotere onore e meriti in terre lontane.

In un recente passato il prof. Enrico Garofano aveva già espresso l’auspicio che l’Amministrazione locale si facesse carico di integrare l’attuale toponomastica con i nomi di illustri guardiesi proponendo proprio il nome di Alfonso Sellaroli. Ad oggi, oltre al libro “I miei rintocchi” del professore, nulla è stato fatto.
Allo scopo di rimediare al tempo perduto, proporrei di organizzare un ciclo di convegni specifici ad iniziare dalle Scuole – come da qualche anno si sta facendo per i riti settennali – suscitando così l’attenzione degli studenti e renderli consapevoli che i discendenti del popolo sannita sono stati sempre orgogliosi del loro passato. Sono tanti i personaggi di cui si potrebbe parlare ed il cui ricordo andrebbe certamente “rinfrescato”! Forse anche oggetto di tesi di laurea?

Lo scopo di queste righe non vuole essere quello di ripetere ciò che altri, a pieno titolo, hanno scritto su Alfonso Sellaroli, ma è soltanto la testimonianza di un lavoro di recupero intrapreso su alcuni manufatti di questo costruttore, di cui fino a qualche anno fa conservavo solo un vago ricordo trasmesso dai nostri insegnanti.
Per chiarezza, da qualche anno, Angelo – mio cognato – ha portato a termine il lavoro di recupero dell’orologio del campanile dell’Ave Grazia Plena restituendolo alla Comunità guardiese, mantenendo fede ad una promessa fatta dal compianto caro amico Valentino Romano scomparso prematuramente. Incoraggiato da questa esperienza, attualmente sta cercando di completare il recupero dell’orologio del campanile della chiesa di S. Giovanni Battista di San Lupo, sempre opera dello stesso costruttore; il lavoro sarà arricchito da un modello in scala, da usare eventualmente per scopi didattici.

Io mi sono lasciato coinvolgere, seppure parzialmente, in questa operazione ed inevitabilmente – da vecchio perito industriale, come Angelo – ho iniziato ad avere contezza di quanta genialità dovesse essere dotato questo artigiano. D’altra parte i riconoscimenti tributatigli, non solo in Italia ed in Europa, rappresentano la giusta e tangibile dimostrazione di tanto merito.

E’ doveroso qualche cenno sul personaggio Sellaroli. Nasce a Guardia il 26.11.1855, frequenta un corso di studi di orologeria meccanica – per i quali dimostra di essere particolarmente portato – presso la scuola “Galilei” di Firenze, ritorna al proprio paese e, ancora giovanissimo, apre nel 1875 la sua prima officina in via Dietro gli Orti, a poca distanza dal torrente Ratello, da cui ricava l’energia necessaria al funzionamento delle sue macchine. Contrae matrimonio nel 1880 con Maria Elena Maiorani e crea una famiglia di sette figli: 1881 Maria Luigia Teresa, 1883 Matilde Alfonsina Margherita, 1888 Innocenzo Pietro Maria Diodato, 1891 Alessio Roberto, 1893 Teresa Angela Carmela,1896 Laura Amalia Maria, 1902 Ermelinda Emilia Antonietta Flora Fortunata. Il suo amore per la famiglia non è mai stato secondo alla passione per la sua professione!
La sua attività di costruttore di orologi – unica a Guardia – è frenetica e ricca di risultati encomiabili; costruisce, migliora, perfeziona, studia, realizza opportune modifiche e diventa in poco tempo un artigiano capace di competere con costruttori affermati del tempo. Il suo ingegno viene presto riconosciuto da numerose e prestigiose commesse; suscita l’interesse della stampa e delle massime autorità scientifiche napoletane e straniere. Nel 1887 realizza un orologio per il Municipio di Santa Maria Capua Vetere, esposto e premiato dall’Istituto d’Incoraggiamento di Napoli. Qui alcuni studiosi incaricati dall’Istituto, dopo un attento esame, redigono un dettagliatissimo rapporto proponendo di premiare il Sellaroli con medaglia d’argento. Il Corriere di Napoli del 18.01.1888 dà grande risalto all’evento con un articolo sulla premiazione del nostro compaesano.

Nel 1894, all’esposizione di Anversa, con l’unica medaglia d’oro conquistata dagli espositori italiani, viene premiato per un orologio monumentale a scappamento ridotto a forza costante. Sempre il Corriere di Napoli del 08.11.1894 riporta il fatto con grande enfasi (l’articolo si può leggere nel libro di Enrico Garofano). Questa macchina viene comprata in seguito dal Comune di Lucito (CB) per conto dell’Amministrazione di quel paese.

Per brevità, cerco di riassumere i premi più prestigiosi ricevuti da questo emerito guardiese:

– n° 5 brevetti di “Privativa”;
– 1884, medaglia d’oro all’Esposizione Generale Internazionale di ANVERSA;
– 1894, medaglia d’oro e diploma di Membro dell’Accademia delle scienze di Bruxelles;
– 1895, medaglia d’oro ad Amsterdam;
– 1896, medaglia d’oro dall’Istituto Regio di Napoli;
– 1898, medaglia d’oro all’Esposizione Generale Internazionale di Torino;
– 1900, medaglia d’oro all’Esposizione Generale Internazionale di Parigi;

per non parlare di tantissimi altri riconoscimenti elencati dettagliatamente dal professore Garofano.

Gli orologi costruiti dal Sellaroli sono innumerevoli ed ancora oggi non si ha notizia di tutta la produzione della sua officina. Provo ad elencare soltanto alcuni Comuni che si servirono della sua opera oltre a quello già menzionato di Santa Maria C.V., San Lupo, Vitulano, Cusano Mutri, Civitella Licinio, Gioia Sannitica, Celenza Valfortore, S: Angelo dei Lombardi, S. Gregorio, Palma Campania, Liveri, Villamaina, Ripalimosani, Riccia, Galatina, Lucito, Turi, Cassano Murge, Gerusalemme (campanile di S.Salvatore), Pompei (donato e collocato, dall’autore nella portineria del Santuario) e tanti altri ancora. Nel nostro paese fornì un orologio al campanile dell’A.G.P. – oggi esposto nella stessa chiesa dopo i lavori di recupero -, l’orologio del campanile di San Sebastiano e l’orologio idraulico della Fontana del Popolo – smontato e conservato nei locali del Municipio – .
Non è mia intenzione dilungarmi, sia perché non voglio annoiare, sia perché non ho le qualità necessarie per sostituirmi a quanti hanno già scritto in merito. Mi preme soltanto esprimere qualche considerazione finalizzata a richiamare l’attenzione di tutti, ma soprattutto degli Amministratori locali, sulla necessità di onorare la memoria di uno dei tanti grandi personaggi che con il loro contributo hanno dato prestigio a tutto il nostro territorio. Per un attimo, invito a riflettere sulle difficoltà che all’epoca il Sellaroli ha dovuto superare: l’assenza di energia elettrica, le scarse e malconce vie di comunicazione che separavano i nostri paesi dai grandi centri urbani, le poche possibilità di mantenersi in contatto ed aggiornarsi sulle innovazioni tecnologiche, lo svantaggio di essere lontani dalle università e dai centri di ricerca…

Eppure riuscì a conquistare meriti e fama in Paesi molto lontani, ad affermarsi in un campo in cui i concorrenti erano di ben più alti livelli, in un artigianato che in zona risultava ancora sconosciuto.

Il grande intuito e le indiscutibili qualità di cui era dotato furono i principali propulsori della sua laboriosa attività.

Nonostante le difficoltà, egli anticipò i tempi non solo per le tecniche adottate, ma anche per i materiali impiegati. Provo a citarne solo uno: utilizzò una lega metallica speciale – composta da ferro, nichel, cromo e carbonio – sviluppata solo alcuni anni dopo dal fisico svizzero Guillaume ed al quale procurò il premio Nobel nel 1920 -.

Questo materiale, all’epoca ancora sconosciuto, applicato da Sellaroli all’asta del pendolo, gli consentì di ridurre al minimo le dilatazioni dovute alle variazioni di temperatura. Come facesse ad avere queste conoscenze, non è dato sapere. Già, perché non si è mai riusciti a reperire alcuno scritto o disegno o qualsivoglia appunto riferito alle sue macchine, pur sempre diverse l’una dall’altra.

Personaggio molto particolare anche per la facilità con cui impiegò l’energia elettrica nel suo campo, prevalentemente meccanico, apportando innovazioni per quei tempi all’avanguardia. Si pensi con quanta disinvoltura egli abbia inventato e costruito congegni elettrici, sia a corrente continua che alternata, applicati ai suoi orologi per realizzare macchine più snelle, ma soprattutto più precise e capaci di trasmettere le ore su più quadranti anche collocati a distanza. Dimostrò grandi qualità anche nel campo dell’illuminazione pubblica: la prima realizzata con un motore diesel per l’illuminazione di Cerreto Sannita. Nel 1900, a bordo dello yacht “Tartarin”, di proprietà del direttore del Mattino Edoardo Scarfoglio, montò un impianto di orologi elettrici con più quadranti, di grande pregio e precisione.

Costruì anche sismografi, telefoni e tachimetri per l’aeronautica (all’epoca agli esordi) precedentemente acquistati all’estero.

Si potrebbe proseguire ancora per molto. Anche gli Svizzeri, gelosi della loro superiorità in questo campo, ne apprezzarono il valore.

Nonostante tutti i successi conseguiti, va detto che non si è mai arricchito, non ha mai ricercato notorietà e benessere; modesto qual era, ha vissuto dignitosamente dedicandosi con giusto equilibrio e passione alla famiglia ed al lavoro e procurando tanto onore al suo nome ed al suo paese.

Ritengo pertanto doveroso richiamare l’attenzione di tutti noi per divulgare nel migliore dei modi la memoria di un così illustre guardiese, il cui valore è stato apprezzato e riconosciuto soprattutto in terra straniera. I titoli ed i premi ricevuti da questo concittadino meriterebbero il giusto posto d’onore nel tabellone della memoria che ogni generazione ha il dovere di custodire gelosamente e l’obbligo di tramandare con la meritata attenzione. Penso che sia nostro il compito di pretendere che i giovani, oltre ad avere una buona preparazione culturale, debbano anche avere consapevolezza della propria storia e soprattutto delle personalità che l’hanno scritta con l’onesto e proficuo lavoro di una vita.

Collocare nella giusta dimensione coloro che, come il Sellaroli, hanno dato lustro a tutto il territorio, oltre a costituire un validissimo esempio per tutti coloro che abbiano l’intento di realizzare i propri progetti, consentirebbe ancora una volta di riscattare la nostra negativa fama di popolo di beoni e di briganti.

Silvio Falato

enrico garofano

 

Enrico Garofano