Polemiche sulla statua dedicata alla “spigolatrice di Sapri”

“GIOVANI E FORTI”? EROISMO O EROTISMO?LA VERA STORIA DI PISACANE, DI UNA STATUA “AMBIGUA” E DI UN PROGETTO FALLITO. I NEOBORBONICI DONANO A SAPRI UN MONUMENTO PER RICORDARE L’EMIGRAZIONE E LE QUESTIONI MERIDIONALI.
In questi giorni molte polemiche hanno accompagnato l’inaugurazione di una statua dedicata alla “spigolatrice di Sapri”. In evidenza le “fattezze” del soggetto femminile tra accuse di “erotismo” e “sessismo” che poco si legano all’episodio storico.

La statua prende spunto, tra l’altro, da una invenzione di una retorica poesia di Luigi Mercantini con il famoso verso dei “trecento giovani e forti” morti per combattere i Borbone nel 1857.
In realtà, al di là dei racconti risorgimentalisti e al di là del fatto che in tanti parlano di storia e di Borbone solo ricordando quella poesia, si trattò di una sorta di tentativo di sovvertimento di un legittimo governo, con diverse centinaia di “galeotti” liberati dalle prigioni locali tra saccheggi delle casse comunali e vari omicidi.
Partito da Genova con 26 uomini e con il solito aiuto del soliti finanziatori (il banchiere e massone Lemmi) e dei soliti macchinisti inglesi (protagonisti anche dei fatti del 1860), imbarcò a Ponza molte persone tutt’altro che mosse da sacri ideali.

Pur nel cristiano rispetto di tutte le vittime, gli arterfici di quel tentativo fallito per l’intervento delle popolazioni locali, del resto, furono definiti “scellerati e infami cospiratori” da alcuni protagonisti dello stesso Risorgimento come Cavour e Settembrini.

Al di là dei meriti o dei demeriti artistici e del fallimento o meno dell’iniziativa, per evitare ulteriori polemiche, il Movimento Neoborbonico si è dichiarato disponibile a donare al Comune di Sapri un monumento dedicato all’emigrazione con una semplice valigia in bronzo.
L’obiettivo è quello di ricordare le conseguenze del Risorgimento a Sapri e nel resto del Sud, tra massacri indiscriminati dei cosiddetti “briganti”, l’inizio della tragedia ancora in corso dell’emigrazione e di questioni meridionali prima sconosciute e tuttora drammatiche e irrisolte.

MOVIMENTO NEOBORBONICO

Nella foto le autorità (mani sul petto e inni in sottofondo) all’inaugurazione.

Gennaro de Crescenzo