Il dl Semplificazioni è legge

Il dl Semplificazioni è legge: ecco tutte le principali novità

Il presidente della Repubblica ha firmato il dl semplificazioni. Conte esulta, ma il centrodestra frena sui facili entusiasmi
Giuseppe Aloisi – Ven, 17/07/2020 

L’attesa per il dl Semplificazioni è finita. L’annuncio è stato anticipato dalle parole del premier Giuseppe Conte, che nel tardo pomeriggio di ieri ha detto di avere volontà di “correre”, ma sono passati dieci giorni da quando l’esecutivo ha dato l’ok al testo del decreto.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato in serata.

A far notare la sussistenza di ritardi è stata l’onorevole Mara Carfagna su Twitter. “Ma ci prende in giro o dice sul serio?”, ha aggiunto la parlamentare di Forza Italia, riferendosi al fatto che il presidente del Consiglio dice di “correre”. La questione è insomma stata più lunga e tortuosa del previsto, con il governo impegnato a trovare la quadra interna, nonostante i toni trionfalistici degli annunci. Il centrodestra è estremamente critico sui punti del decreto. E adesso il rischio è di trovarsi una sorta di “scatola vuota” sui pesano i clamorosi ritardi e le incertezze.

Il premier Giuseppe Conte, annunciando l’imminenza del provvedimento, aveva dichiarato quanto segue: “Non è questo il tempo dei rinvii, ma delle decisioni. L’Italia deve correre. Il ‘decreto rilanciò è stato definitivamente convertito dal Parlamento ed è legge dello Stato. Questa sera il “decreto semplificazioni” sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale”. Ecco poi arrivare l’elencazione dei risultati raggiunti: “In queste settimane abbiamo definito i dossier su Banca popolare di Bari, Alitalia, Autostrade e stiamo per chiudere quello sull’Ilva di Taranto”. E ancora: “Adesso è la volta di Bruxelles: sono in partenza e tra qualche ora incontrerò il Presidente Macron per preparare il Consiglio europeo di domattina”. I giallorossi sono insomma entusiasti. Il tergiversare non è stato giustificato dai giallorossi. Ma ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale c’è, dunque conviene soffermarsi pure sui contenuti.
Le principali novità

Quello che sappiamo è che il testo è molto lungo: 411 erano le pagine da cui era costituita la bozza. Non si può che presumere che anche il definitivo sia così complesso. Il governo si è vantato del carattere riformista del dl, ma sino a questo momento non sono emerse grosse novità rispetto alle norme già esistenti. Dalla nomina dei commissari straordinari per le opere pubbliche alle novità sulla fattispecie che riguarda il reato d’abuso d’ufficio: la natura di questa disposizione non sembra così epica come presentata.

Al centro del dibattito – anche di quello governativo – ha dimorato la questione legata agli appalti. Era stata pure annunciata la ratio della novità: “consentendo alle stazioni appaltanti di affidare i contratti in modo più semplice e rapido per un periodo transitorio”, avevano detto dall’esecutivo. Quello che dovrebbe essere stato modificato, in realtà, è relativo alla venuta meno di gare d’appalto, che non sarebbero più previste in alcune circostanze. Snellire la burocrazia, per i giallorossi, passa da misure di questa tipologia.
La questione dei certificati

Poi c’è la questione dei certificati antimafia: la volontà espressa dal governo era quella di far ottenere quei documenti specifici in maniera più rapida. Possibile, però, che siano state applicate sanzioni più incisive. Si vedrà. Qualcosa del decreto dovrebbe riguardare pure altri certificati, come quello ambientale. E la digitalizzazione? Di sicuro il governo ha previsto qualcosa anche in merito allo snellimento della pubblica amministrazione. Il punto è che per ora, stando agli annunci fatti, non sembra lecito parlare di una vera e propria riforma strutturale, anzi.
Autostrade ed Alitalia

Le polemiche di questi giorni hanno soprattutto interessato l’eventuale partecipazione di Benetton alla gestione del nuovo ponte di Genova. Il dl semplificazioni dovrebbe invece regolare l’inoltro di fondi destinati alla sicurezza stradale, alla manutenzione delle autostrade. Ma, più in generale, le linee di collegamento, comprese quelle ferroviarie, dovrebbero poter beneficiare di canali più rapidi per quel che concerne i fondi. Un capitolo a parte lo merita Alitalia, per cui il governo retto da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle ed Italia Viva dovrebbe aver stanziato 400 milioni di euro.