L’enclave pontificia di Benevento

L’enclave pontificia di Benevento  

Per lungo tempo Benevento fu un’encalve pontificia. Ce ne parla Galanti nell’opera “Della descrizione eografica e politica delle Sicilie” del 1789.

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Benevento. E’ una città molto antica: si vuole fondata da Diomede re dei Etoli dopo la guerra trojana. Il suo primo nume fu Malevento, e lo cambiò col nome presente tutto contrario, quando nel 488 di Roma divenne colonia de’ Romani. Era una città del Sannio e bisogna dire che era una città molto illustre, poiché prima di una tal epoca un patrizio romano della famiglia de’ Favi, prese in moglie una beneventana figlia di Numerio Otacilio.

Ne’ secoli di mezzo divenne capitale del vasto ducato beneventano. Il suo primo Duca fu Zotone il quale cominciò a regnare nel 571. Benevento divenne centro de’ grandi affari non solo delle nostre regioni, ma anche dell’Italia, e così divenne illustre e ricca. La corte de’ suoi duchi avendo continua comunicazione co’ Grecine prese a poco a poco le maniere, onde si manteneva con un fasto superiore a tutte le altre corti d’Occidente. Noi abbiam osservato quale sorpresa questo fasto produsse negli animi degli ambasciatori di Carlo Magno. Gisulfo II osò cominciare una chiesa ad imitazione della celebre basilica di S. Sofia eretta da Giustiniano in Costantinopoli, e fu terminata da Arechi.

Sono note le vicende della città di Benevento dopo che fu estinto il suo ducato. Poichè il papa obbligò l’invasore del regno Carlo I di Angiò a cedergliela, Giovanna II, nel 1418 la rivendicò e ne investì il suo favorito Sforza. Ritornò di nuovo sotto il dominio della chiesa, ma Alfonso nel 1440 la rivendicò di nuovo, ed Eugenio IV non potendola conservare mostrò di volerla concedere e gliene diede l’investitura nel 1443. Non fu che sotto il Regno di Ferdinando I d’Aragona che Pio II ebbe Benevento: abusando egli dell’influenza che allora avevano le opinioni, non volle accordargli l’investitura del regno senza il sacrifizio di Benevento e di Terracina. Si prese Pontecorvo, e da quel tempo il dominio dei papi non fu interrotto in Benevento ed in Pontecorvo fino al 1768: in quest’anno il nostro sovrano vi prese ambedue queste città ma per motivi politici furono restituiti nel 1774.

Benevento ha perduto così molto del suo lustro, ma è da riguardarsi anche oggi come la principale città della provincia. La sua situazione è vantaggiosissima per il commercio interno e per l’industria: è posta al confluente di due fiume Sabato e Calore, ed è un paese abbondantissimo di viveri, ed acconcissimo a tutte le arti. Si è di sopra avvertito, ch’è da considerarsi come la porta di Terra di Lavoro per un gran tratto di paese che si estende fino alla Valle di Fortore. Una vastissima contrada del regno daBenevento dipende o per la giurisdizione spirituale o per altri rapporti.

Gli abitanti de’ luoghi convicini hanno bisogno di Benevento per lo denaro e per le arti, e vi portano le loro vittovaglie. Da Benevento a Napoli la via è comoda e breve; sopra i suoi fiumi vi sono quei ponti che per l’addietro non si è curato di erigere nelle nostre provincie. Quelli che vi van a comprar grani da Terra di Lavoro vi hanno il comodo di poterli convertire in farina ad un piccolo prezzo. Fa meraviglia che la dogana di benevento siasi fatta importante? Si affitta 16.000 duc. all’anno i quali si pagano tutti da’ regnicoli. Abbiamo prammatiche le quali proibiscono di portar grano alla dogana di Benevento sotto la pena della vita.

Ma ad onta di queste leggi, sempre impotenti quando contrastano colla natura, le dogante di Apice, di Reino e di Grotta Minarda da esse protette, sono state ingoiate da quella di Benevento ch’esse proibivano.

Il re esercita vari dritti in Benevento. La curia dell’arcivescovo è tenuta rimettergli in ogni anno lo stato delle anime del suo contado. Il ferro, ed il sale vi si vendono per conto del re da appaltatori del paese. Il re tiene ancora in benevento le officine del lotto. Si deve avvertire che in Avignone i collegi di educazione, le poste, le dogane, le casse pubbliche, la rendita del sale, del tabacco ecc. non sono del papa, ma del re di Fancia. Nella storia di benevento è da osservarsi che evve i suoi statuti scritti fin dal 1202, che il cardinal Borgia ha pubblicati nel secondo tomo delle sue Memorie di benevento. Quest’antichità è singolare.

Il vescovado di Benevento si vuole eretto fin dall’anno 44 dell’era cristiana, e conta per suo primo vescovo S. Fotino discepolo di S. Pietro. Fu elevato alla dignità arcivescovile intorno all’anno 972 da Giovanni XIII. L’arcivescovo di benevento era tanto considerato che usava il triregno come il papa, e come costui si faceva precedere dall’eucarestia allorché usciva. Paolo II, il quale credeva questo dritto privatio delal dignità papale, venne a viteralo.

Il comune di Benevento si amministra da 24 persone elette da tutti li ceti della città, de’ quali 8 per ogni 8 mesi sono in esercizio: tutti durano nel loro ufficio due anni Hanno l’abito senatorio loro conceduto dal papa nel 1693, ed hanno il nome di consoli. La corte di roma v’invia un prelato ad amministrarvi la giustizia col nome di governatore: questo si elesse dal popolo fino all’anno 1102.

Benevento oggi è un aggregato di monasteri e di fondazioni ecclesiastiche, in parte dotate da Benedetto XIII, che per lungo tempo vi fu arcivescovo. Questo papa faceva in ciò consistere tutta la sua grandezza e tutta la sua gloria. Questa città, la cui popolazione non giunte a 14.000 anime, racchiude oltre al capitolo della cattedrale ed a 2 collegiate, 16 monasteri di frati, 3 di monache ed un conservatorio. Questi tutte le proprietà in Benevento e nel suo contado sono delle chiese.

La chiesa cattedrale di Benevento è costruita con cattivo gusto: è un edifizio lungo, basso con cinque strettissime navi, sostenute a una profusione di colonne antiche. E’ facile il comprendere quanto il suo aspetto riesca brutto e deforme. La facciata di questa chiesa è opera probabilmente del secolo XII. E’ di bronzo, e vi sono 43 quadretti rappresentanti la passione di Cristo in basso rilievo, ed altri 25 rappresentanti i vescovi suffraganei dell’arcivescovo di Benevento, il quale è scolpito in un quaretto più grande nel mezzo.

Si è parlato della basilica di S. Sofia. Questa sul principio fu unita ad un monastero di monache benedettine subordinato al monastero di Monte Casino. Nel secolo X vi furono monarci benedettini, i quali in processo di tempo ebbero abiti proprio con dignità quasi episcopale. Oggi vi son canonici lateranensi i quali vi ebbero principio nel 1595.

Il palazzo del comune è un edifizio terminato da Paolo V e da Giovanni XII nel 170. Oggi serve per metà per carcere, e l’altra metà è destinata per palazzo del governatore. Nel monastero delle monache benedettine, sotto il titolo di S. Pietro, Papa Leone II vi tenne un concilio. La porta detta Aurea è il più bel monumento di benevento per magnificenza e per lavoro. E’ di marmo pario. Dalle iscrizioni che vi sono si rileva, che fu un arco trionfale eretto in onore di Traiano per la strada che fece a sue spese da Roma a Brindisi, conducendola per Benevento. Borgia ha dismostrato, che il soprannome di Aureo è stato dato a tutti gli archi trionfali che hanno di poi servito di porte.

Benevento possiede una biblioteca di 500 volumi de’ secoli XI, XII, XIII e XIV. Era prima più numerosa, come si raccoglie da’ cataloghi di que’ tempi. Le strade di Benevento sono anguste e sono ancora pulite. Nella strada principale, che trascorre tutta la città per lungo, non vi possono tragittare due carrozze. Generalmente gli edifizi sono piccioli e meschini. benevento ha in ogni luogo de’ bei ponti, e quello che ultimamente si è rifatto sul Calore con disegno del vanvitelli è veramente di magnifica struttura. Sul ponte detto maggiore, poco discosto dal ponte di S. Barbara, Onorio II diede a Ruggiero l’investitura del ducato di Puglia.

Questa città provvede i luoghi convicini di vivri e di tutte le arti di necessità e di lusso. Ha tre mercati di viveri e di tutte le arti di necessit e di lusso. Ha tre mercati alla settimana, e cinque fiere all’anno di gran concorso. Il suo territorio è colvitato come quello della Campania Felice. Nel territorio beneventano nel luogo detto oggi piano della Cappella vi era un albore dove i Longobardi idolatri andavano ad offerire i loro voti. S. barbato distrusse quest’albore e vi eresse una chiesa detta S[anta]M[aria] in voto. Quindi ha avuto origine la tanto famosa noce di Benevento.

Fonte foto: Angelo D’Ambra

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