Concetta Biondi: simbolo del martirio

Concetta Biondi: simbolo del martirio

La magnifica avventura che a più di un lustro da oggi, portarono a conseguire il riconoscimento da parte dello Stato Italiano, di Città Martire per il nostro paesello, con la presenza dell’allora Presidente del Comitato del 150°esimo dell’Unità, il prof. Giuliano Amato, a Pontelandolfo. Il gesto che volle fare a simbolo delle vicende storiche, fu quello di dedicare una lapide che intronasse Concetta Biondi elevata a simbolo di tutte le donne vittime del processo unitario, portò il prof. Sottile, come lo chiamava Eugenio Scalfari, a ricordare l’episodio della morte innocente di quella donna pontelandolfese, richiamandosi al racconto che ne fece Nicolina Vallillo sulla Rivista Storica del Sannio nel 1919.

“La giovinetta fu massacrata nella sua casa, tra le botti tenute in cantina col suo sangue che si miscelava con il rosso del vino.”

Questo episodio ci ha fatto eleggere la compianta concittadina ad eroina della nostra storia.

L’incontro dello scorso 11 agosto, organizzato egregiamente dalle appartenenti al Club del Libro di Pontelandolfo, col patrocinio del Comune e tenutosi presso la Biblioteca Comunale ha ridisegnato con accuratezza e precisione documentale, la breve vita della nostra eroina.

Il mito della nostra Concetta ha vacillato sulle picconate che la genealogia ha tirato, incosapevolmente ma scientemente, sulla nostra memoria.

A questo punto non sappiamo più quanto l’idealizzazione di quel fatto specifico sia ancora tanto carica di eccezionale e diffusa partecipazione fantastica o di religiosa sacralità, alla luce delle scoperte che sono state fatte.

Non sappiamo più di quanto possa essere capace di polarizzare le aspirazioni della nostra comunità, elevandosi a simbolo privilegiato e trascendente della nostra memoria.

Tant’è!La scienza è il risultato delle operazioni del pensiero e scava e scava, alla fine la codificazione teorica di un avvenimento trova la sua applicazione sul piano pratico.

Le prestazioni offerte dal nostro amato concittadino e ricercatore di storia locale Antimo Albini che gestice, conserva e divulga il patrimonio della nostra Biblioteca Ecclesiastica “E.Matarazzo G.Casilli” grazie al placet del parroco Don Giuseppe Girardi, è encomiabile. La sua passione per la nostra storia è nota ai più, ma chi scrive ha avuto prova in passato della sua dedizione ed immensa competenza. Accanto ha avuto la prestazione di un altrettanto passionale ricercatore, di genealogia questa volta, il dr. Domenico Carriero.

Abbiamo assistito ad un excursus affascinante e tanti misteri alla fine sono stati svelati, senza privare però, dell’attrattività il personaggio, che nonostante il disvelamento di certe “imprecisioni” storiche, non smette di esercitare il suo fascino patrio.

I nostri conduttori, sono partiti dall’atto che riporta la morte di Donna Concetta Biondi:
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Libro dei defunti

Estrapoliamo l’annotazione n.16106 per il giorno 14 agosto 1861:

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Si legge che nel giorno 14 agosto 1861 Donna Concetta Biondi di anni 18 figlia di Modestino e Giuseppa Boccaccino “muore accisa nella propria casa nel giorno del incendio e seppellita nella chiesa della S.S. Annunziata”.

L’annotazione viente scritta da Michelangelo Caterini. Non poteva essere diversamente,in quanto per i noti avvenimenti, il parroco di quel tempo, Don Epifanio De Gregorio non era presente perché era fuggito,per poi essere arrestato come fomentatore degli avvenimenti pre-eccidio, in quanto filo-borbonico. Infatti restò in carcere per due anni per poi essere liberato e prosciolto da ogni accusa. Non volle far ritorno alla sua canonica, preferendo un soggiorno a Napoli. Fatto sta che prolungò la sua assenza dal 1861 a tutto il 1867, facendo ritorno solo nel 1868.

Uno strano destino incrocia il Don in parola con la nostra eroina come vedremo più avanti nel nostro racconto.

L’atto dei defunti ci consegna il ceppo familiare di Donna Concetta Biondi. I genitori della nostra eroina erano Modestino Biondi e Maria Giuseppa Boccaccino.

I ricercatori trovano conferma per loro tramite l’atto di matrimonio che contrassero il 15 gennaio del 1825. Sia il papà che la madre all’epoca era ritenuti minori, in quanto la maggiore età, all’epoca, si raggiungeva al compimento del 21°anno. Infatti, Modestino viene annotato correttamente di anni 20,in quanto nato il 11/09/1804, mentre Maria Giuseppa di anni 18, in realtà ne aveva 17, essendo nata il 02/06/1808.La professione del padre viene identificata in Proprietario, il che poteva significare che fosse benestante. Mentre per la madre, l’atto sembra riportare la professione di Tessitrice. Ma ciò che più conta in questo atto sono i nomi dei nonni di Concetta: quelli paterni sono Biondi Francesco Saverio del 1764, merciaio e Boccaccino Mariantonia del 1777; mentre quelli  materni sono Boccacino Giovanni e Bilotta Maria.

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La curiosità di questo atto sta nell’orario dell’annotazione del matrimonio: alle Venti, ad oggi non sarebbe possibile nemmeno nelle giornate dei rientri settimanali. Il che indica anche la solerzia dei funzionari comunali dell’epoca.

La famiglia di Concetta abitava la Via Sant’Angelo nei pressi dell’attuale sede municipale, dopo l’Arco di Sant’Angelo ed era di 4 figli: Angelarosa nata nel 1830, Francesco del 1834, Lorenzo del 1836 e Concetta che è l’ultima? Ce lo dice l’atto di nascita che è un’altra coincidenza del destino. Al n°43 dell’anno 1839, il giorno 8 marzo troviamo l’atto di nascita di Concetta Filomena Biondi. Oltre al doppio nome, puntualmente separato, la ragazza nacque in una giornata destinata ad essere celebrata come Festa della Donna in un futuro prossimo , si dà la circostanza che all’epoca dei fatti del 1861 era già maggiorenne avendo raggiunto i 22 anni di età e non i 18 erroneamente attribuitigli nell’atto di morte.Inoltre un’altra coincidenza storica sta nel fatto che nacque nell’anno nel quale venne nominato Parroco di Pontelandolfo, il Don Epifanio De Gregorio. Infatti la sua nomina partì dal 01 novembre di quell’anno.

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Andando a ritroso scopriamo che il bisnonno di Concetta, Modestino del 1728 di professione Mastro proveniva da Cerreto Sannita ed aveva sposato Iacobelli Angela Rosa del 1727. L’arrivo della famiglia a Pontelandolfo è del 1765.

I Biondi venivano identificati e ancor’oggi, proprio come quelli “r’C’rrit”(Di Cerreto).

Una conclusione sorprendente ma appagante, non c’è che dire! Complimenti agli estensori ed agli organizzatori di questa bella cavalcata nella storia. Ringraziando le Associazioni “Molise Noblesse” e “Un Mondo di Italiani” per l’organizzazione del prossimo Corso di Genealogia che si terrà nel mese di Settembre presso la Biblioteca Comunale a cura del Club del Libro, perché siamo non solo curiosi ma anche affascinati per questo Viaggio nella Memoria.”La storia nostra è storia della nostra anima”-Benedetto Croce.                      

NICOLA DE MICHELE

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