“La donna che allatta”, la statua della discordia

“La donna che allatta”, a Milano la statua della discordia bocciata dalla Commissione di esperti

L’opera di Vera Omodeo doveva essere collocata in un luogo pubblico ma la Commissione di esperti chiede che venga donata a un istituto religioso. Il motivo? “Valori non condivisibili da tutti”

 

foto da Facebook

La Commissione di esperti del Comune di Milano che ha il compito di valutare la posa di opere d’arte di spazi pubblici ha dato parere negativo alla collocazione in piazza Duse, nella zona di Porta Venezia, di una statua in bronzo che rappresenta la maternità, con una donna che allatta il suo bambino, perché “non rappresenterebbe valori condivisibili da tutti i cittadini e cittadine”.

“Dal latte materno veniamo” è il titolo dell’opera in bronzo, divenuta della discordia, che la famiglia dell’artista Vera Omodeo avrebbe voluto donare alla città perché venisse esposta in una piazza, in particolare in quella dedicata a un’altra donna, Eleonora Duse.

 Polemiche bipartisan

La Commissione invece, ha suggerito alla famiglia di donarla a “un istituto privato, ad esempio un ospedale o un istituto religioso, all’interno del quale sia maggiormente valorizzato il tema della maternità, qui espresso con delle sfumature squisitamente religiose”.

 

Parole che scatenano polemiche bipartisan da parte del centrodestra, ma anche del Pd che rappresenta la maggioranza in Consiglio comunale. Il sindaco Giuseppe Sala è sorpreso dalla decisione e promette che chiederà “alla Commissione stessa di riesaminare la questione, perlomeno ascoltando il mio giudizio perché io non penso che urti alcuna sensibilità. Mi sembra un po’ una forzatura sostenere che non risponde a una sensibilità universale”. E con lui è d’accordo anche l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi secondo cui la statua “non offende nessuno e valuteremo di darle una collocazione”. Quelle della commissione comunale “sono motivazioni surreali” spiega la figlia dell’artista, Serena Omodeo che voleva rendere omaggio alla madre e a tutte le donne donando l’opera, con la collaborazione dell’associazione Toponomastica femminile.

Parla la figlia dell’artista

“Non ci interessa rinchiuderla, in città ci sono solo due statue dedicate a donne e questa è anche stata realizzata da un’artista donna. Inoltre una donna parzialmente nuda non mi sembra affatto un soggetto religioso. Grazie al sindaco e all’assessore se riusciranno a trovare una collocazione all’opera”. La politica però attacca, a destra e a sinistra, con Silvia Sardone, eurodeputata della Lega che spiega come “una mamma che stringe al petto un bambino non può offendere nessuno che sia dotato di un briciolo di cervello”. Mentre il Pd con i consiglieri Alice Arienta e Luca Costamagna sottolinea come “la maternità come scelta di amore e libertà è un bene da tutelare e valorizzare. Non è cancellando la figura della maternità che si aiutano le donne”.

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