Presentato a Morcone il libro “Campo di grano con ciminiera”

Presentato a Morcone il libro “Campo di grano con ciminiera”

Entrare nella chiesetta di Sant’Onofrio significa entrare in un luogo eterno, incantevole e suggestivo, è come entrare in una dimensione antica dove la vita era fatta di cose semplici, autentiche. Ristrutturata, messa in sicurezza e riportata a nuova vita dalla famiglia Cataldi con il contributo dell’Associazione “Adotta il tuo Paese” nel restauro artistico di alcune tele, la chiesetta è bella nella sua semplicità, essa emana un fascino quasi nascosto, custodito nell’anima del raro dipinto della Madonna Pastore, ma ammaliante, irresistibile: qui ogni cosa irradia un magnetismo dominante. In questo luogo meraviglioso, incasellato tra le case e i vicoli del borgo antico di Morcone che, manco a dirlo su iniziativa dell’Associazione “Adotta il tuo Paese”, è stato presentato il libro “Campo di grano con ciminiera” a cura di Rossella Del Prete, Amerigo Ciervo e Gaetano Cantone. E’ un libro di squadra, un esperimento didattico con il coinvolgimento della scuola in una pratica laboratoriale per avvicinare gli studenti alla ricerca storica, che mostra la trasformazione del Sannio da società agricola a società post-industriale in poco più di un decennio tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. Per questo motivo la coautrice dell’opera Rossella Del Prete ricercatrice di storia economica, definisce il Sannio “Una terra senza industrializzazione” , dove pure è esistita una forza industriale ma che, purtroppo, ha incontrato nel suo breve esistere eventi demolitori. Protagonista del testo è il lavoro declinato nei suoi aspetti che Rossella Del Prete racconta al pubblico presente con esaustive argomentazioni. E’ un libro frutto di una ricerca di fonti documentarie, come dire, fuori dagli schemi, non quella lunga, estenuante, polverosa degli archivi, ma una ricerca dove i ragazzi si sono trasformati in strumenti utili per arrivare casa per casa alla scoperta della verità, dell’identità territoriale del Sannio, attraverso documenti, immagini inediti riportati alla luce dal fondo buio di un cassetto mai aperto. Il libro, che è entrato in un circuito di interessati al tema ma che la Del Prete auspica possa fare breccia anche nelle scuole sannite, diventa ancora più interessante per la diversità dell’approccio disciplinare che evidenzia. La lettura del saggio, dove si intrecciano la storia, l’arte, l’etnomusicologia, l’iconografia, la cinematografia, ci fa incontrare memorie storiche cancellate dal cambiamento repentino, “attraverso la lente d’ingrandimento del lavoro”. Un cambiamento devastante, che produsse in quegli anni un forte esodo che spopolò inesorabilmente il Sannio.

Gabriele Palladino

del-prete