Fatti non foste a viver come ’mbuti

Fatti non foste a viver come ’mbuti

di Massimo Gramellini | 21 maggio 2020

Avrei voluto spezzare una lancia, o almeno un imbuto, a favore della ministra della Distruzione Pubblica, schernita sui social (e dalla frase di Osho che dà il titolo al Caffè) per avere affermato che gli studenti «non sono imbuti da riempire di conoscenze». A parte che, per far arrivare le conoscenze a studenti barricati in casa da mesi, più che gli imbuti oggi servirebbero le catapulte. Ma mi era sembrato un esercizio di gratuita ferocia demonizzarla per un lapsus. Non posso entrare nel cervello della mia ministra preferita (per lei ho tradito Toninelli), anche perché mi trovo momentaneamente sprovvisto di imbuto, ma immagino che persino Di Maio sappia che gli imbuti servono a travasare i liquidi e non a trattenerli. Senonché ieri la Azzolina ha voluto tornarci su. E, invece di correggere il lapsus, lo ha fieramente ribadito, sostenendo di essersi riferita a un imbuto specifico, quello di Norimberga, e invitando i critici a consultare un motore di ricerca.

Una ministra dell’Istruzione che cita Google invece della Treccani dev’essere sicuramente all’avanguardia, ma il guaio è che proprio sul motore di ricerca si scopre che l’imbuto di Norimberga prende il nome da un’incisione settecentesca in cui l’insegnante versa il sapere dentro la testa dell’allievo «con» un imbuto. Quindi gli allievi non sono imbuti neanche a Norimberga. Se fossi la ministra, tornerei a scuola per un ripasso. Peccato che qualcuno l’abbia chiusa.

Una tazzina di parole ogni giorno sul Corriere della Sera.

21 maggio 2020, 07:12 – modifica il 21 maggio 2020 | 11:40

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