Il viaggio degli innamorati

Il viaggio degli innamorati

l’abbraccio è solo l’aspetto esterno di ciò che avviene dentro due vite
Francesco Alberoni – Dom, 10/06/2018
Quando pensiamo all’innamoramento pensiamo per prima cosa all’aspetto esterno, ai comportamenti dei due innamorati, ai loro abbracci, al loro fremente erotismo.

Ma di solito non teniamo conto e ancor meno approfondiamo l’aspetto interno del loro amore: la rivoluzione che avviene nella loro psiche nei loro sentimenti, nel loro modo di vedere il mondo, la propria vita, il proprio passato, il confronto talvolta difficile, talvolta doloroso fra i loro due mondi, le loro due vite. L’abbraccio esterno è solo l’aspetto più superficiale dell’abbraccio interno in cui si incontrano due esseri diversi, due monadi, e due universi differenti che devono diventare uno solo.

Perché noi siamo unici, inconfondibili, abbiamo avuto vite diverse, abbiamo affrontato prove che l’altro non conosce, dolori che l’altro non sente, amori, angosce, speranze e delusioni che l’altro non ha provato e non prova. L’incontro fra i due innamorati è perciò un viaggio che ciascuno compie nella propria vita e nella vita dell’altro un processo di comunicazione via via più difficile più passano gli anni perché dobbiamo dirci verità tenute nascoste anche a noi stessi, perché dobbiamo ammettere di avere voluto noi dei rapporti che poi sono diventati dolorosi, talvolta per paura, talvolta per orgoglio oppure perché ci davano un piacere a cui non sapevamo rinunciare. La verità dell’innamoramento profondo è un viaggio nella nostra anima e in quella del nostro amato, un viaggio difficile, felice o doloroso, fatto di risa e di pianto. Questo viaggio viene poi spesso dimenticato e non viene comunque mai raccontato nelle descrizioni amorose oleografiche.

Ed è per questo che le storie d’amore ci appaiono spesso stucchevoli, zuccherose o ci sono presentate sotto forma di orgia erotica, mentre la loro profonda verità è il cammino di due vite che si cercano, si esplorano, si sforzano di comprendersi sempre timorose di fronte al timore di perdersi, all’abisso del tutto o del nulla perché l’amore non ha gradazioni, o c’è tutto o non c’è. E per uno sbaglio, per un errore superficiale, talvolta per una frase sbagliata, puoi sentirti disperato. O invece, se hai detto la parola giusta, felice.