Padre Pio e la tristezza atea…

Padre Pio e la tristezza atea…

tristezza         tristezza – È tutta questione di… tristezza.

Quando si ama una persona la si vuole accanto, si desidera condividere con lei molto tempo della nostra vita. Il quotidiano, anzi, acquista un sapore diverso se ce la vediamo accanto, anche nel silenzio, non importa. Tutto diventa più bello, più importante e diverso, anche se nulla cambia effettivamente attorno a noi. È vero, non cambia proprio nulla.

Ma quello che muta è ciò che si sente dentro, nell’invisibilità di quell’amore che ognuno di noi desidera per tutta la vita, come se la vita stessa fosse solo una questione di amore.

E lo è, carissimi lettori, lo è veramente.

Padre Pio disse un giorno al suo frate confessore, molto più giovane di lui, che il vero peccato verso di Dio è “il tradimento dell’amore” e non “la violazione di una legge”.

Sarà il caso di pensare a queste parole, e comprendere che tutte le polemiche che sono scaturite in questo periodo sono l’espressione atea, triste di coloro che non sanno riconoscere l’amore del popolo verso colui che li ha compresi, nella sua dura fermezza, eppure in quell’ incommensurabile amore che qualsiasi Dio vero, di qualsiasi religione, esprime.

E lo esprime sempre, da sempre e per sempre. In questa dimensione atemporale, che usiamo definire eternità, risiede il rapporto che ogni amante stabilisce con il proprio amato, e non vi è bisogno di interpellare Dante per comprenderne la portata evolutiva.

Ognuno di noi, in cuore suo lo sa bene, che ciò di cui abbiamo bisogno, un bisogno estremo e totale è solo amore. Ognuno di noi, che crede di esserne portatore nella propria quotidianità, si rammarica (lamenta) perché pensa di non riceverne la quota adeguata a quella donata.

Ecco, questa è la mia riposta all’acredine degli atei, che non riescono a comprendere che la fede non si spiega, perché Dio non si trova nella ragione, ma nell’esistenza quotidiana.

Dio accade… quando non Gli si può sfuggire.

Certo, posso allontanarmi, con tutti i mezzi a disposizione (e ce ne sono a bizzeffe…), per tutta la vita da questa occasione, e questo è ciò che caratterizza lo stile di vita ateo.

Eppure, anche per gli atei, nonostante tale convinzione, può accadere di incontrarlo, loro malgrado, nolenti. In quel caso tutto cambia.

A me è successo, immeritatamente

 

aleAlessandro Bertirotti, antropologo della mente, è nato nel 1964. Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È Vice Segretario Generale dell’Organizzazione Internazionale della Carta dell’Educazione CCLP Worldwide dell’UNESCO, membro del Comitato Scientifico Internazionale del CCLP e Membro della Missione Diplomatica, per l’Italia, Città del Vaticano, Repubblica di San Marino e Malta, del CCLP Worldwide presso l’Unione Europea. È docente di Psicologia Generale presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Genova.

 

Il suo sito è www.alessandrobertirotti.it