Preferisco studiare

Preferisco studiare

È tutta questione di… prendersi in giro.

Studiare_01-768x279È molto tempo che non dedico le mie attenzioni a qualche dichiarazione, oppure intervista, che abbia a che fare con l’attuale politica italiana.

Le ragioni sono molteplici, anche se possono essere sintetizzate in una frase: preferisco studiare.

Affinché questa mia affermazione possa essere meglio compresa, invito tutti voi a leggere questo articolo-intervista, perché, sempre secondo me, mette in luce chiaramente il livello in cui versa il dibattito interno di uno dei partiti che un tempo ebbero un certo ruolo all’interno della Repubblica italiana. Mi riferisco al PD

Possiamo leggervi alcuni concetti che non solo sono ambigui e vuoti, ma persino ridicoli, dal punto di vista scientifico. Elenchiamone alcuni.

Si parla di un “nuovo PD” che ha a cuore l’identità di ciascuno dei propri adepti, secondo una visione inclusiva, mentre sappiamo perfettamente che questo nuovo corso sarà ostacolato proprio da coloro che hanno una precisa e storica identità: quella legata al potere e al suo esercizio a tutti i costi, indipendentemente da qualsiasi convinzione di benessere sociale. Mi sembra, peraltro, che i candidati alla Segreteria, se giovani, siano appoggiati da vecchie volpi marpione, e quando sono meno giovani rappresentano invece la “soffitta delle idee“.

Studiare_00-768x576Inoltre, si parla di “affidare i ruoli decisionali alle persone giuste, quelle più capaci e con la giusta sensibilità”. Se non ci fosse da ridere, sicuramente potremmo piangere! Voglio proprio vedere come potranno fare questi giovani a gestire i rapporti di potere precostituiti da decenni, tra banche e banchieri e lobby. E mi sembra che l’Europa, con il suo meraviglioso Eurogate, stia ampiamente dimostrando a tutti che di fronte al dio denaro non c’è Berlinguer che tenga (che, nell’intervista, viene persino scomodato).

Infine, vi sono le considerazioni sull’attuale centro-destra al governo, molto più centro che destra sociale, e che dovrà dimostrare agli elettori quanto sarà in grado di mantenere nei fatti, rispetto alle solite promesse elettorali che hanno la funzione di rimanere tali.

Dobbiamo ricordare a tutti noi che le manifestazioni di intenti elettorali devono restare tali almeno per una certa quota, altrimenti non sarebbe possibile condurre la successiva campagna elettorale promettendo ancora qualcosa.

Insomma, dal mio punto di vista, eccoVi spiegato perché rivolgo la mia preferenza esistenziale e realizzante allo studio, il quale garantisce che l’evoluzione umana debba procedere con i propri tempi, strategie e processi. Senza interferenze che possono compromettere il raggiungimento degli obiettivi.

E, ringraziando Dio, l’evoluzione non attende il “nuovo PD“. Lei procede, facendo morti e feriti.

Procede comunque, che esistano o meno gli italiani, e tutti gli altri popoli.

alessandro_bertirotti3 Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).