Programma giallorosso

Programma giallorosso

Governo-giallorosso-150x150È tutta questione di… volontà.

La Trenta e Toninelli firmano il divieto di entrata in Italia per la Alan Kurdi.

Perché lo fanno? Innanzitutto, fino a quando non avremo un nuovo governo, sono ancora ministri del governo italiano. E quindi stanno applicando una legge positiva, anche se è significativo che l’abbiano fatto, quando in precedenza, rispetto ad un’altra ONG, si rifiutarono di firmare. Ci sarebbe allora da chiedersi se quando queste firme non furono apposte in precedenza, ossia quando il Movimento Cinque Stelle era al governo con la Lega, le motivazioni fossero legate alla reale incompatibilità che oggi si è dimostrata così evidente. Quindi, ad onore del vero, nonostante io abbia dichiarato pubblicamente quanto il comportamento e la comunicazione del ministro Salvini non fosse all’altezza del suo ruolo istituzionale, si potrebbe ammettere che lo stesso ministro avesse deciso, con la crisi, di palesare a tutti gli italiani questa situazione. Quale? Gli accordi sottobanco fra il PD, compreso Renzi (che farà prima o poi un suo partito, più prima che poi…), e il M5S. Inoltre, le ultime dichiarazioni di Beppe Grillo, fanno pensare che questa sia la direzione interpretativa migliore.

Eppure, ritornando al tema di questo articolo, i due ministri che ho nominato hanno firmato il divieto di entrata nelle acque territoriali italiane della Alan Curdi, come a voler confermare il Decreto Sicurezza Bis. E anche questa cosa è significativa, specialmente alla luce della futura alleanza, che si sta peraltro ancora costruendo, con il PD. Dal mio punto di vista, significa che vi sono elementi programmatici nei quali il Movimento 5 Stelle crede, indipendentemente dalle alleanze. Il fatto stesso che i punti programmatici da 10 siano passati a 20 dimostrerebbe ciò che ho appena scritto.

Ma l’aspetto che considero più interessante, sempre dal mio punto di vista, che come sapete è antropologico-mentale, è la narrazione antropologico-politica alla quale stiamo assistendo, e nei confronti della quale non voglio avere nessun pregiudizio ideologico, anche perché di ideologia politica, oggi, non possiamo più certamente parlare. Voglio dire che i 10 punti proposti, e ora diventati 20, sono antropologicamente trasversali e mi trovano completamente in accordo. Abbiamo bisogno, come Italia e come popolo, tanto nella dimensione identitaria nazionale quanto in quella internazionale, di portare avanti questo tipo di programma. E per me, sarebbe stato valido, questo programma, tanto in alleanza con la Lega quanto in alleanza con qualsiasi altra formazione politica.

Ho ripetuto più volte che non esiste il centro-destra, e l’alleanza della Lega con il Movimento 5 Stelle lo ha ampiamente dimostrato, come non esiste affatto la sinistra. E secondo me non esiste neppure l’estrema sinistra, visto le dichiarazioni di LEU, che vuole appoggiare la nuova compagine governativa. Esistono quindi le poltrone, e tutto questo è molto chiaro. Poltrone che devono comunque essere ammantate di quella favolistica necessaria a farci credere che i nostri rappresentanti vogliono davvero fare qualcosa di utile per la nazione. E che ce lo facessero credere… io sarei molto contento! Perché, seppure legati alla poltrona, potrebbero comunque fare qualcosa di utile per tutti noi.

Ecco perché dico stiamo a vedere, e controlliamo con maggiore attenzione la nuova attività oppositiva e saremo nelle condizioni, quando ci faranno votare, di scegliere con maggiore cognizione di causa. Un solo avviso a tutti noi: non si controlla l’attività oppositiva attraverso i media, ma andando a verificare esattamente quello che succede all’interno delle commissioni parlamentari, e tutto questo è possibile se ci colleghiamo con i siti web della Camera e del Senato. Lì, si apprende qualcosa che si avvicina alla verità, perché è la sede parlamentare.

E ricordiamoci sempre che in questo mondo è tutto mobile, come penso che Salvini abbia imparato molto bene. Penso che abbia imparato anche a “comprendere meglio” le intenzioni reali che si celano dietro le parole scambiate ai cellulari.

Almeno, me lo auguro, per lui e per noi. In effetti, quando ho l’occasione di vederlo in qualche dichiarazione pubblica dei media, il suo sguardo è decisamente spento, rattristato e forse persino rammaricato.

Certo, ai miei occhi è evidente, anche se posso, come tutti noi, sbagliarmi.

 

 

alessandro_bertirotti3Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).