NoKaraKarola

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Karola e Matteo, incontro casuale… o causale? Durante l’ultima guerra noi bambini chiamavamo gli “alleati tedeschi”: “Kruki”. Era l’appellativo coniato dai nostri soldati per i nemici austro-ungarici durante la Guerra del 1915/18. Caparbi, cocciuti, testardi, teste dure! Carola, rigido esemplare teutonico si è formata, raccontano i media, al comando delle navi rompighiaccio nel Mare Artico, in condizioni estreme, adusa ad affrontare, spaccare, rompere, distruggere con indomito livore, ogni barriera di solido ghiaccio. Lui, Matteo, discendente da rudi e possenti guerrieri padani che, come tori infuriati con i loro cornuti elmi affrontavano intrepidi e testardi qualunque pericolo. Due esemplari così non potevate che scontrarsi. “Qui non si passa! Nessuno può infrangere la legge… va de retro Carolina! E Carolina, dimentica dei derelitti che aveva amorevolmente accolto nella tolda della sua nave, riparati da un telone “infocato”, rannicchiati, smarriti, doloranti, esausti dalle lunghe torture subite, si ferma per diciassette lunghissimi giorni ai limiti delle acque territoriali italiane. Poi, improvvisamente, “folgorata sulla via di Damasco, rompe ogni indugio, infrange la legge e penetra nel ventre molle di questa povera Italia! NoKaraKarola. Io ti ritirerei la Patente Nautica e ti degraderei a “mozzo”! Trattenere in ostaggio a ballonzolare per più di due settimane, sdraiati sotto a quel telone infocato i quarantun derelitti non te lo perdono. Dovevi entrare subito, “immantinente”, nel porto Italiano, sfidando i “ferri” della terribile Italia! La tua voluta sceneggiata pubblicitaria durata inutilmente per diciassette giorni, fatta sulla pelle di poveri migranti non l’accetto! Cinquant’anni fa, ero solo, e pilotavo un piccolo motorsailer dei Paesi del Nord diretto a Imperia e… due giorni in mare aperto bloccato a 7 miglia da Imperia

Antonio Baudino