Gli acidi polinsaturi riducono l’ipertensione

Gli acidi polinsaturi nella dieta riducono l’ipertensione
Febbraio 4, 2022 Redazione

Secondo uno studio pubblicato su Hypertension Research, le quantità di acidi grassi polinsaturi (PUFA) totali, acidi grassi omega-3, olio di pesce, acido alfa-linolenico (ALA), acidi grassi omega-6, acido linoleico (LA) e acido arachidonico (AA) presenti nella dieta sono associate a una minore prevalenza di ipertensione nella popolazione adulta statunitense.

“Abbiamo portato avanti questo lavoro per valutare l’associazione tra l’assunzione di acidi grassi polinsaturi nella dieta e la prevalenza dell’ipertensione negli adulti statunitensi. A questo scopo abbiamo utilizzato i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) 2009-2016, uno studio longitudinale sulla popolazione” spiega Senmiao Ni, della Nanjing Medical University, Cina, primo nome dello studio.

I valori di PUFA totali e i sottotipi di PUFA, tra cui acido eicosapentaenoico (EPA), acido docosapentaenoico (DPA), acido docosaesaenoico (DHA), acido alfa-linolenico, acido linoleico e acido arachidonico, sono stati ottenuti attraverso due valutazioni in 24 ore e aggiustati in base al peso corporeo. L’ipertensione è stata definita come la media di tre misurazioni della pressione sanguigna superiore a 130/80 mmHg o l’assunzione di farmaci antipertensivi.

I ricercatori hanno studiato un totale di 17.108 persone, e hanno visto che l’assunzione nella dieta di PUFA era significativamente associata a una minore prevalenza di ipertensione per i quartili più alti rispeTto a quelli più bassi.

 

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