Arco Traiano di Benevento illustrato da G.C. Rossi

Vol I
Ricerca effettuata dal Prof.Renato Rinaldi sul testo “Arco Traiano di benevento ” VOL.I-II -ANNO 1816


pag I-VIII

PARTE I

“Riflessioni sull’ Arco in generale
C A P O I.
Merito dell’Arco, e della sua illustrazione dimostrato dalla perdita, e scarsezza delle storie, e monumenti di Trajano,

I. Sia ella l’opera del tempo edace , sia la conversione delle umane vicende, sia piuttosto, come altri volle , un disegno della provvidenza di seppellire nella oscurità le gesta di Trajano a misura dello smoderato desiderio, ch’egli aveva di spandere la sua fama nel mondo ; una gran disavventura é stata al certo , che d’un Imperador de’ più gloriosi, e d’un Regno fecondo

Vol II
di tante belle imprese, e di uomini sì grandi, qual fú il suo , non ne sia pervenuta a noi una esatta e convenevole istoria.
Niuno infatti de’Romani Imperadori fu più valente uomo dì guerra di lui; niun più avveduto, o più saggio Regnante; niuno ingrandì più di lui i confini dei Romano Imperio, e la Maestà Latina; niuno in fine più di lui tramandò all’emula, e riconoscente posterità non solamente eterno , il che osserva Plinio essere comune a’ buoni, e cattivi ma ancor rispettato, e commendevole il nome, e ciò non ostante di ninuo pìucchè di lui si deplora la mancanza, e la perdita della storia .

II. Mecenate egli di tutte le belle arti ,non che delle lettere, e scienze, e de’loro maestri, e dottori, fiorir vide sotto il suo felice governo una quantità prodigiosa di Scrittori d’gni classe, Filosofi, Oratori, Poeti, Grammatici, Istoricì, e Politici, da’quali tutti o direttamente, ed in particolare, o in progresso di un’opera più estesa, e per incidente era d’ aspettarsi un conveniente ragguaglio delle gloriose azioni del lor Principe, e padre. Onorati della sua amicizia, protetti dà suoi favori, ampliati di onorificenze, cariche, e stipen¬
dj , qual memoria durevole, ed indelebile di un Monarca così benefico non dovevan farci essi osservare ? Cornelio Tacito uomo Consolare di quei tempi, ed`incantato della felicità di quel Regno Plutarco Cheronese creduto fin di lui Precettore, e distinto fin cogli ornamenti consolari; Caio Suetonio Tranquillo da lui creato Tribuno e lo stesso Plinio il giovane promosso ed elevato ai più grandi onori Romani, non che al rango de suoi confidenti, ed amici, qual desiderio non fan concepire di una genuina, e minuta descrizione delle operazioni, e virtù di Trajano ;tanto più se riflettasi alle promesse , e speranze , che talun di essi ne diede ; e l’obbligo, che ad Istorici così famosi era senza dubbio inerente ?

III. Ma tranne un’ orazione gratulatoria di Plinio recitatagli in Senato, essendo egli Console, per pubblico decreto nell’anno centesimo dell’Era volgare, e qualche ritaglio, che hassi della vita di Trajano ; questa istoria non si ha , ne si sa , che l’abbiano essi composta . Quel, che anzi più duole, si è, che siansi perdute le scritte da Mario Massimo, Fabio Marcellino, Aurelio vero, e Stazio Valente , qui omnes ejus vitam in literas miserunt, a quel che ce n’assicura Lampridio e che manchi altresì la descrizione della guerra Dacica, che per testimonianza di Plinio era dietro a comporre Caninio; non che il libro diciassettesimo di Arriano, nel quale descrivea le vicende, e gli attacchi, ch’ebbe Trajano co’ Parti ; come pure è a compiangersi la perdita di varie opere di Sesto Giulio Frontino, Pompeo Saturnino, Titinio Capitone, Claudio Pollione, Virginio Romano, ed altri Filosofi, Storici , e Poeti di quell’età , da’ quali non pochi lumi sarebbonsi potuti ritrarre per l’intelligenza, e sviluppo de pochí superstiti monumenti Trajanici . E soprattutto restano a desiderarsi, quei preziosi carmi, ed annali, seria carmina,bonorque aeternus annalium, che al breve, e modesto suo panegirico anteponeva il Console, ed Orator sagacissimo Plinio.

IV. La funesta, e deplorabile perdita di tanti bei monumenti per una sì interessante vita, e parte luminosa dell’istoria Romana, ha stretti nella dura necessità i moderni a ricorrere ai pochi frammenti di Dione abbreviati da Sifilino, e Teodosio ed agli scritti ancor più
compendiosi , ed informi di Aurelio Vittore, ed Eutropio ; ed a qualche ritaglio di Giuliano , Sesto Rufo , ed Ammiano Marcellino, per essersi di questo ultimo ancora perduti i tredici primi libri della Storia, in cui sappiamo da lui medesimo, che di proposito ne aveva ragionato ; non che ai pochi bronzi, e ruderi antichi, che han potuto sfuggire il dente roditore di diciassette solidi secoli: restando loro il non nascosto desiderio dello scoprimento di qualche nuovo marmo, o monumento, che ne poteva sempre più lumeggiare, e confermare la storia .

V. Se non che egli é qui egualmente vero, che rincrescevole quel, che pronunziò generalmente il suo lodato Panegerista : arcus, et statuas, aras etiam, templaque demolitur, et obscurat oblivio. Dove sono in fatti le varie statue, che nell’atrio di Giove erette vedeansi a quest’ottimo Principe ? dove le are moltiplici in copia drizzategli in Città, e fuori? dove i suoi portici, e tempj magnifici? dove la superba basilica Ulpia? dove il maraviglioso Foro di Trajano stupore dell’ Universo? dove i tanti marmi, e lapide, che per ogni dove ne annunziavano a’posteri il nome a segno da venirne ironicamente appellato, herba parientina? dove il vasto teatro nel Campo Marzio? dove in fine gli archi, e trofei, che fin dal principio del di lui aureo governo , malgrado la di lui modestia, gli volle eretti la riconoscenza romana?
VI. Giacquero essi da un pezzo; arena, ed erba da più secoli le lor vestigie, ed avanzi coprì . Di un di essi appena ne sovrastan le opime spoglie raffigurate dagli eruditi incastrate nell’arco di Costantino, e quel di Ancona, benchè ancora superstite, non è poi tanto importante. Si è involata, egli è vero, al meglio alle ingiurie de’tempi la famosa Colonna Trajana in Roma elevata nella piazza di tal nome, `e non sol diventa il modello delle opere moderne, con cui cercasi illustrare , -ed eternar le più famose azioni ; ma c’istruisce altresì di tante cose così intorno alle antichità in generale, che specialmente intorno a Trajano ; e dobbiamo molte grazie all’ industriose , ed erudite penne, che ne hanno sviluppato le rapprefentanze, e la storia.
VII. Ma a ben riflettere , questo monumento così prezioso agli eruditi è inteso ad esprimere le gesta militari di Trajano nella doppia, Dacica, spedizione , e la gran copia delle figure dal Ciacono , e Fabretti illutrate esprimono al vivo i quartieri, le marce , le sortite , le manovre , le scoperte, gli attacchi, le vittorie, i sacrifizj , ed i trofei di questo fortissimo Principe contra la fin allora non pienamente soggiogata, e bellicosa nazione de’Daci . Nell’ Arco Beneventano al contrario erettogli negli ultimi anni del suo felicissimo Regno dalla grandezza , e munificenza del Senato , e Popolo Romano si osservano a larga mano scolpite imprese militari, e civili , esterne , e domestiche, religiose, e profane, e fin pubbliche, e private per quella parte, che influir potessero a migliorare il costume generale, ed ordine pubblico. Quanto non interessa egli dunque colle sue illustrazioni l’antichità , l’erudizione, e la storta ! Analizziamolo…..


arco 1835ANNO 1835

arco 1850ANNO 1850
arco 1867ANNO1867