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I bimbi suonano a scuola. Ispettore della Siae chiede il pagamento dei diritti d’autore

Un ispettore della Siae si è presentato alla scuola elementare di Mezzago per chiedere il pagamento dei diritti d’autore sulle canzoni suonate dai bimbi in cortile
Gabriele Bertocchi – Lun, 20/03/2017

Un giornata di sole e di musica, quella degli strumenti dei bambini della scuola di elementare di Mezzago, rovinata da un ispettore della Siae.

L’uomo si è presentato nel cortile dove allegramente stavano suonando i bambini e ha chiesto il pagamento dei diritti d’autore.
I bimbi suonano, dovete pagare

La vicenda ha mandato su tutte le furie i genitori e il Comune. “Serve buon senso nell’applicare le regole. Una merce rara di questi tempi” ha affermato il sindaco Giorgio Monti. E aggiunge: “I piccoli, qui, crescono tutti con uno strumento in mano”. Ogni anno infatti il Comune si fa carico di una bella cifra per per integrare le competenze ministeriali e permettere ai bimbi di poter avere la possibilità di imparare uno stumento, e avere il privilegio di avere un indirizzo pecifico già alle medie, grazie alla presenza della blasonata Accademia Mozzati, come precisato da Il Resto del Carlino.

Ma la spiacevole visita della Siae ha inizio quando, complice il bel tempo, gli insegnati della scuola hanno proposto che la prova di musica si svolgesse all’aria aperta, in giardino. A breve distanza dal rientro dei bimbi a casa. Genitori e parenti si sono goduti l’esibizione di piccoli nel cortile della scuola. Piccolo incisio: per agevolare l’uscita degli alunni da scuola, la strada davanti all’istituto viene chiuso. Questo dettaglio ha causato il fattaccio. Infatti, un ispettore della Siae, presente sul territorio per un controllo a tappeto ha udito le piacevoli note suonata dai ragazzi e si è subito diretto alla scuola. Presentatosì davanti al cancello ha subito intimato: “Musica diffusa, dovete pagare”.

Affermazione che ha interrotto lo show e lasciato a bocca aperte i presenti, genitori, insegnanti e bimbi inclusi. “Già dal linguaggio si capisce di che pasta sono fatti questi ‘esattori’ – dice il sindaco -. Quello non era un concerto con biglietti da vendere, ma una lezione per bambini di 8 anni”. Ma le assurdità non sono finite. Il primo cittadino fa sapere che “abbiamo dovuto fornire alla Siae l’esatta spiegazione dell’iniziativa. Alla fine, pare, che abbiamo desistito dal compilare il verbale. Niente tassa, insomma. “Anche perché non era affatto dovuta”.