“IL VERIDICO” n. 4 Un progetto di Sentenza per Garibaldi

TESTATAN.4 20 SETTEMBRE Il_veridico

RICERCA EFFETTUATA SU “GOOGLE LIBRI” DAL GIORNALE “ILVERDICO” N. 4 DEL 20 SETTEMBRE 1862
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UN PROGETTO DI SENTENZA PER GARIBALDI

Tutti sanno l’imbarazzo in cui si trova il Governo di Torino pe’l processo di Garibaldi- Noi malgrado che non avessimo, secondo la frase moderna, molta simpatia con quel governo, pure non possiamo non riconoscere la ragione di tanti indugi e di tante perplessità. E’ una parola, il dire: si giudichi o non si giudichi. Se non si gmdica l’opinione pubblica e segnatamente la Diplomazia, da gran tempo insospettita, darebbe del complice a Rattazzi. Dunque si giudichi? E come si fa a giudicare un eroe-ribelle a punire una colpa sublime? Vi è una contradizione nello stesso titolo del processo. E pure, si voglia o non si voglia, quello è il vero titolo:
Processo di un eroe-ribelle per una sublime colpa. Noi benchè non mastichiamo gran fatto di legge e di procedura, peggio poi se piemontese, oseremmo propore un partito che possa salvar la capra e i cavoli. (Si noti bene che questo è proverbio e che non diamo della capra a Garibaldi e del cavolo al Miniatero). S’innalzi, noi diremmo, un tribunale qualunque sia , ordinrio o straordinario. Si stabilisca l’accusa di ribelle, la difesa di eroe, l’accusa della sua colpa, la difesa della sua sublimità E quando gli oratori quinci e quindi avranno provato con tutta la forza delle rugioni e lo splendore dell’eloquenza ciascuno il suo argomento, il giudiçe alor a suono di gran campanello che richiami gran folla di popolo, pubblichi la sentenza formolata pressochè in questi termini.
” Visto il §.Y. nel vigente codice penale.
Visto l’art.Z della Cosliluzione del Regno.
Visto tutt’altro da vedersi.
Intese le conclusioni fiscali non che la difesa del reo.
Considerando che ilGenerale Giuseppe Garibaldi per aver disobbedito al proclama del Re galanluorno è ribelle a senso delle citate leggi e quindi degno della pena di morte .
Considerando che lo stesso per aver tentato a proprio rischio di andare a Roma e spogliare il Papa del dominio temporale compiendo le parole del Plebiscito e del Parlamento; è un sublime eroe, e pero è degno della gran Croce dei SS.Maurizio e Lazaro,
Considerando che non si può applicare allo stesso soggetto la pena ed il premio, Noi decretiamo: Dividatur homo, l’uomo sia diviso”.

Dopo tal sentenza siamo certi, che non si aspetterà il carnefice che l’esegua, nè vi sarà bisogno di compromettere il Re con un decreto di amnistia. Questa sarà fatta dalle risa di tutto il popolo presente . . . E così;
Solventur risu tabulae, tu nissus abibis.